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Sud Sudan, primi morti per Epatite E nel campo profughi di Bentiu

 In Sud Sudan, nel campo per sfollati interni di Bentiu, si è registrato un aumento preoccupante dei casi di epatite E e diarrea acquosa acuta. La situazione è critica e Medici Senza Frontiere (MSF) lancia l’allarme: in un solo mese, dalla fine di luglio, sono morte già due persone.

“Abbiamo più volte evidenziato i rischi per la salute derivanti dall’insufficienza dei servizi igienico-sanitari nel campo di Bentiu” afferma Federica Franco, direttrice dei progetti MSF in Sud Sudan. “L’incapacità di affrontare questi problemi, con le agenzie che hanno ridotto la fornitura di servizi idrici e igienico-sanitari nell’ultimo anno, ha portato a questa situazione che poteva essere evitata”.

Da luglio le équipe di MSF hanno curato un numero quattro volte maggiore di pazienti affetti da epatite E rispetto ai mesi precedenti. Dei 186 casi registrati nel 2021, oltre il 60% è stato registrato tra luglio e le prime due settimane di agosto. Uno dei pazienti morti era una donna in gravidanza, secondo quanto riportato dalle autorità sanitarie del Sud Sudan.

L’epatite E è una malattia virale del fegato prevalente in ambienti con scarsa disponibilità di acqua e servizi igienico-sanitari. Tra i sintomi, ci sono l’itterizia, che rende occhi e pelle giallastri, febbre, riduzione dell’appetito, nausea e vomito, urine scure e fegato ingrossato, anche se in alcuni casi la malattia è asintomatica.

I team di MSF si trovano, inoltre, di fronte a una crescita esponenziale dei casi di diarrea acquosa acuta. Rispetto ai 230 pazienti assistiti in media durante l’anno, a luglio si sono registrati 1.454 casi: un aumento del 50% rispetto a giugno. La maggior parte dei pazienti sono bambini al di sotto dei cinque anni.

“In casa non abbiamo altre scorte d’acqua, a volte mio figlio va a letto senza lavarsi perché la nostra tanica non basta per lavarci tutti e cinque. La usiamo solo per bere” racconta Nyaker Deng Bol, 24 anni, abitante del campo.

Tra i problemi di scarsa igiene, che contribuiscono alla situazione orribile in cui vivono oltre 100.000 persone nel campo, ci sono carenza di sapone, latrine e fognature. Durante un’indagine condotta questo mese dai team di MSF, meno del 27% delle famiglie possedeva del sapone all’interno delle tende. Inoltre, soltanto il 13% ha accesso ai punti di lavaggio mani con acqua e sapone vicino alle latrine.

“Le condizioni deplorevoli dei servizi idrici e igienici nel campo di Bentiu non sono una novità. Anzi, la situazione è peggiorata drasticamente negli ultimi due anni, esponendo una popolazione già vulnerabile a diverse malattie, come infatti sta succedendo” dice Samreen Hussain, vicecoordinatore medico di MSF.

Mentre MSF si è mobilitata per offrire una risposta medica, le organizzazioni che forniscono acqua e servizi igienici nel campo di Bentiu stanno aumentando le attività. La rimozione del fango, la pulizia, il ripristino delle latrine esistenti e la costruzione di nuove, e la distribuzione di contenitori di sapone e acqua devono proseguire con urgenza, vista la scarsità delle condizioni igienico-sanitarie.

 

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