Skip to content
Speciale RD Congo

RDCongo, le opposizioni chiedono l’annullamento delle elezioni e indicono una manifestazione di protesta

Le elezioni presidenziali della Repubblica democratica del Congo stanno affrontando una crisi di legittimità a causa delle richieste dell’opposizione di annullare il voto perché vi sarebbero state delle frodi. DÉCLARATION POLITIQUE SUR LA FRAUDE AYANT ENTACHÉ LES SCRUTINS DU 20 DÉCEMBRE 2023 ———————————————————— Nous, candidats président de la République, signataires de la présente déclaration, après…

Le elezioni presidenziali della Repubblica democratica del Congo stanno affrontando una crisi di legittimità a causa delle richieste dell’opposizione di annullare il voto perché vi sarebbero state delle frodi.

In particolare, in un comunicato congiunto diffuso ieri, sabato 23 dicembre, cinque candidati dell’opposizione (Moïse Katumbi, Delly Sesanga, Augustin Matata Ponyo, Seth Kikuni e Franck Diongo) hanno affermato che il voto non dovrebbe essere valido poiché è stato contaminato da una “massiccia frode” attuata dalla CENI per “ridurre la presenza dei testimoni dell’opposizione, impedendo loro di accedere ai seggi elettorali“; permettendo “la distribuzione di macchine per il voto a sostenitori, dirigenti e organizzazioni affiliate al partito di governo“; consentendo “l’organizzazione del voto nelle sedi dei partiti politici e nei campi militari“; preconfigurando gli apparecchi elettronici di voti “con stock di voti favorevoli al presidente uscente“; accettando il voto “senza tessera elettorale leggibile“; tollerando “intimidazioni nei confronti degli elettori da parte di attivisti del campo del presidente uscente in diversi seggi elettorali in tutto il Paese” e così via.

Gli oppositori lo definiscono come un “sistema di frode machiavellico pianificato“, i cui risultati “non hanno più alcuna credibilità“, dal momento che “non sono quelli espressi dal popolo e l’integrità dell’intero processo è irreversibilmente compromessa“.

I cinque candidati chiedono l’annullamento delle elezioni, ma anche le dimissioni di Denis Kadima, presidente della CENI, e invitano la popolazione a scendere in piazza per proteggere il proprio voto.

Anche altri cinque leader dell’opposizione (Martin Fayulu, Dénis Mukwege, Théodore Ngoy, Jean-Claude Baende e Nkema Liloo) hanno denunciato una “elezione fittizia” e hanno indetto una grande manifestazione di protesta per mercoledì 27 dicembre a Kinshasa: dallo Stadio dei Martiri verso la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente.

Anche questi candidati denunciano il prolungamento delle operazioni di voto oltre la data prevista inizialmente, che considerano una violazione della Costituzione e della Legge elettorale.

Nonostante tutto, all’interno dell’opposizione ci sono due schieramenti con diverse opinioni sulla credibilità del processo elettorale. Moïse Katumbi rimane ottimista sulla vittoria, citando un sostegno schiacciante, mentre altri, come Denis Mukwege e Martin Fayulu, ne sono fortemente dubbiosi. Intanto, le ambasciate di diversi paesi, tra cui Belgio, Canada, Francia, Germania e Regno Unito, hanno chiesto moderazione e rispetto per il processo democratico, incoraggiando gli attori politici a far valere le loro proteste in modo pacifico.

Sul piano dell’organizzazione delle elezioni, la CENI ha ufficialmente prolungato il voto di mercoledì 20 dicembre fino a giovedì 21, ma nelle zone più remote si è votato ancora sabato 23. E sul piano dei primi risultati elettorali, il presidente Felix Tshisekedi ha un notevole vantaggio nelle votazioni degli elettori dei 5 paesi stranieri (Francia, Canada, Sudafrica, Belgio, USA) in cui si è votato: tra il 70 e l’85%, ma si tratta di dati relativi a meno dell’1% dell’elettorato congolese.

Articoli correlati
Torna su