Sono almeno 200 le vittime della spaventosa strage della vigilia di Natale, avvenuta nello stato nigeriano di Plateau.
Secondo un ufficiale militare, il primo attacco di un gruppo di uomini armati ha ucciso 16 persone domenica 24 dicembre nel villaggio di Mushu (Stato di Plateau), nel centro del Paese, un’area che da anni è tormentata da tensioni religiose ed etniche.
#UPDATE Sixteen people were killed in northcentral Nigeria's Plateau State, where clashes between herders and farmers are common, the army says. The attack occurred in the village of Mushu, Captain Oya James tells AFP.
— AFP News Agency (@AFP) December 24, 2023
Secondo la testimonianza di un residente, sentito da AFP, l’attacco è avvenuto di notte, mentre l’intera popolazione del villaggio stava dormendo: “all’improvviso si sono sentiti forti spari. Eravamo spaventati perché non ci aspettavamo alcuna violenza. La gente si è nascosta, ma gli aggressori hanno catturato molti di noi, alcuni sono stati uccisi, altri sono rimasti feriti“.
Il governatore dello Stato, Caleb Mutfwang, ha condannato l’attacco, definendolo “barbaro, brutale e ingiustificato“, e ha schierato molti agenti di sicurezza e soldati per monitorare e prevenire ulteriori violenze. In Nigeria, gli abitanti delle regioni centrali e nordoccidentali vivono nel terrore degli attacchi da parte di gruppi jihadisti e gruppi criminali chiamati “banditi” che saccheggiano villaggi e uccidono o rapiscono i residenti.
Per Amnesty International Nigeria, gli autori della strage – si sospetta siano pastori di etnia fulani, musulmana – hanno potuto agire indisturbati per due giorni interi, sabato 23 e domenica 24, spostandosi in 20 villaggi delle zone di Bokkos e Barki-Ladi, per lo più di religione cristiana.