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RDCongo, il Museo di Gungu, una fenice dalle ceneri

Un faro di cultura
Il Museo di Gungu sull’arte e la cultura congolese e, in particolare, dei Pende, è situato nella provincia di Kwilu, ed è un vero e proprio gioiello nascosto nel cuore della Repubblica Democratica del Congo. Purtroppo, due anni e mezzo fa è stato ampiamente distrutto da un incendio doloso, ma il suo fondatore e direttore, Aristote Lwange Kibala, ne parla sempre al tempo presente, anche perché è proprio così: il museo c’è ancora, sebbene all’interno della sua abitazione. Fondato nel 1986 da Lwange Kibala, il Museo di Gungu è andato affermandosi come il più grande e importante museo privato del Paese, attirando visitatori da tutto il mondo, arrivando a contenere una collezione di 25.000 opere, tra cui le famose maschere della tribù dei Pende: un tesoro inestimabile di arte e cultura congolese.

Un incendio doloso, una ferita profonda
La notte tra il 4 e il 5 novembre 2021, un incendio di natura dolosa ha devastato il museo. Le fiamme hanno divorato gran parte della collezione, lasciando dietro di sé solo macerie e un senso di profonda tristezza e desolazione. La notizia fece il giro del mondo, suscitando indignazione e commozione.
Nonostante il dolore e la perdita irreparabile, Aristote Lwange Kibala non si è arreso. Animato da una tenacia incrollabile e da un amore smisurato per la cultura del suo Paese, ha deciso di far rinascere il museo dalle ceneri. Con l’aiuto di alcuni collaboratori, ha avviato un’opera di scavo e recupero tra le rovine fumanti: un lavoro duro e impegnativo, ma tra le macerie carbonizzate è riuscito a recuperare circa 10.000 reperti, tra cui sculture, maschere, manufatti e oggetti di vita quotidiana. Un lavoro svolto con dedizione e pazienza, per dare nuova vita a frammenti di storia e di identità culturale.

Un museo nuovo, una sfida aperta
“Focus on Africa” ha intervistato il direttore Lwange Kibala nel giugno 2023, che ha raccontato come il Museo di Gungu sia stato riaperto al pubblico all’interno della sua abitazione privata e come, nonostante le dimensioni ridotte e le difficoltà economiche, il “nuovo” museo rappresenti un simbolo di speranza e di rinascita.

RDCongo: intervista al direttore del Museo di Gungu, dalla cenere dell’incendio alla rinascita del futuro

La tenacia di Kibala e dei suoi collaboratori si scontra, però, con la dura realtà: il museo non ha ricevuto alcun sostegno finanziario da parte delle istituzioni pubbliche o private, né congolesi né straniere; una mancanza di appoggio che rende il futuro del museo incerto e pieno di incognite.

Per questa ragione, abbiamo nuovamente sentito Aristote Lwange Kibala, che ci ha raccontato la situazione e le prospettive del museo:

Direttore, quanti oggetti d’arte sono attualmente disponibili al Museo?
Attualmente la collezione del Museo di Gungu conta più di 16.000 opere d’arte, suddivise tra il 90% di arti tradizionali e il 10% di arti moderne. Si tratta di un patrimonio davvero significativo, che rappresenta una preziosa testimonianza della cultura e della storia del Congo.

Dove si trova attualmente questa collezione?
In attesa di una sede definitiva, la collezione è attualmente conservata nel soggiorno della mia casa di famiglia. Nonostante le difficoltà logistiche, questa sistemazione provvisoria permette comunque di mantenere viva la collezione e di renderla accessibile al pubblico.

Stanno arrivando visitatori?
Sì, il museo è aperto al pubblico e accoglie regolarmente visitatori, sia locali che stranieri. Tra gli ultimi a venire a trovarci ci sono stati dei turisti russi, segno che l’interesse per la cultura congolese è in crescita anche a livello internazionale.

Il Museo è riuscito a tornare a lavorare con le scuole?
Sì, il museo ha ripreso a collaborare con le scuole della zona, in particolare con l’Istituto di Istruzione Superiore di Gungu (ISP Gungu) e con diverse scuole secondarie e primarie.

Gli studenti sono contenti?
Gli studenti sono molto entusiasti di poter visitare il museo e di conoscere la storia e la cultura del Paese. La collezione offre loro un’occasione unica per apprendere in modo diretto e coinvolgente.

Come reagiscono agli oggetti d’arte della loro stessa cultura?
Gli studenti sono affascinati: attraverso gli oggetti d’arte possono scoprire le origini ancestrali del popolo e approfondire la propria identità.

Esistono occasioni museografiche vive, cioè esistono occasioni in cui le maschere e gli oggetti vengono utilizzati nella rappresentazione o nei riti?
Sì, il museo crede fermamente nell’importanza di mantenere viva la cultura e le tradizioni locali. Per questo motivo, organizza regolarmente eventi e spettacoli in cui le maschere e gli oggetti d’arte della collezione vengono utilizzati nella loro forma originale, dando vita a rappresentazioni e riti che coinvolgono l’intera comunità.
Prima dell’incendio, il museo aveva partecipato a diverse iniziative di rilievo internazionale, come nel 2009 per la sesta edizione di Africa-Tervuren a Bruxelles e nel 2019 in occasione della riapertura del Museo Nazionale di Kinshasa, grazie al contributo della Corea del Sud. In entrambi i casi, il museo ha avuto la possibilità di presentare la propria collezione a un pubblico ampio e diversificato, contribuendo a far conoscere la cultura congolese al di fuori dei confini nazionali.

Un grido di speranza, un appello alla responsabilità
Il Museo di Gungu è più di un semplice museo. È un simbolo di resistenza contro la distruzione e l’oblio, un faro di speranza per il futuro della RDCongo. La sua storia ci insegna che la cultura è un bene prezioso da custodire e difendere, un ponte tra passato, presente e futuro, una linfa vitale per la crescita e lo sviluppo di ogni società. La rinascita del Museo di Gungu dalle ceneri dell’incendio è una promessa di riscatto per il Congo e per l’Africa intera: un esempio di come la cultura possa essere una forza di rinascita e di sviluppo, un motore di cambiamento positivo per un futuro migliore.

Grazie a questa nuova intervista, il signor Kibala ci offre uno spaccato significativo sulla sua realtà e le sfide future: nonostante le difficoltà, il museo rimane un punto di riferimento fondamentale per la cultura congolese e un simbolo di speranza per il futuro del Paese, ma, più ampiamente, rappresenta un esempio di come la cultura possa essere una forza di rinascita e di sviluppo.

La storia del Museo di Gungu è una storia di coraggio, di passione e di speranza; è la dimostrazione che anche di fronte a una tragedia, la tenacia e l’amore per la cultura possono fare la differenza. Ma è anche un appello alla responsabilità: le istituzioni e la comunità internazionale non possono ignorare il valore inestimabile del patrimonio culturale congolese e il ruolo fondamentale che i musei come quello di Gungu svolgono nella promozione della cultura e della coesione sociale.

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Di seguito, una galleria fotografica del Museo di Gungu, nelle immagini inviate dal signor Giheta Kibala, figlio e collaboratore del direttore:

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