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RDCongo, i rapporti delle missioni di osservazione elettorale in attesa dei primi risultati

La Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) della Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha fatto sapere che inizierà a pubblicare i risultati provvisori delle elezioni presidenziali congolesi a partire da oggi, venerdì 22 dicembre, nel suo centro attrezzato con schermi giganti. In particolare, tutti i risultati provvisori saranno resi pubblici entro il 31 dicembre, mentre i risultati finali saranno comunicati il ​​10 gennaio 2024 e il 20 gennaio si terrà il giuramento del Presidente eletto. Per oggi, la CENI ha previsto una logistica speciale per consentire ai candidati alla Presidenza di assistere all’operazione di compilazione dei risultati degli scrutini.

In attesa dei primi risultati, gli unici dati disponibili al momento sono quelli dei gruppi di osservatori elettorali. Tra questi, la Conferenza Episcopale Nazionale del Congo (CENCO) e la Chiesa di Cristo in Congo (ECC) hanno organizzato una missione di osservazione elettorale (MOE) che ha rilevato ben 1185 infrazioni, più o meno gravi, durante i due giorni di votazione: il 20 e il 21 dicembre. Ad esempio, ha spiegato il portavoce, almeno il 27% dei seggi elettorali non sono stati aperti mercoledì, ma ben più gravi sono altri fatti, come l’installazione di vari seggi elettorali nelle scuole militari e nei quartier generali dei partiti politici, cosa vietata dalla legge elettorale perché è richiesta la neutralità dei seggi elettorali al fine di garantire un processo elettorale giusto e trasparente.

Secondo la MOE della CENCO-ECC sono state constatate flagranti irregolarità che hanno coinvolto il presidente uscente Félix Tshisekedi e aumentano le accuse di frodi elettorali su larga scala, che stanno compromettendo il processo democratico nella RDC. Vi sono anche diversi casi di osservatori elettorali a cui è stato vietato entrare nei seggi o che sono stati espulsi: “tali restrizioni imposte agli osservatori mettono in discussione la volontà delle autorità di garantire un processo elettorale aperto ed equo“.

Ulteriori informazioni sullo svolgimento delle elezioni vengono dal Centro Carter, la cui capo-missione di osservazione, Catherine Samba-Panza, ex Presidente del Centrafrica, ha sottolineato la buona partecipazione dei congolesi nella votazione e che, su 109 seggi elettorali visitati, le procedure si sono svolte relativamente bene in 88 seggi, ma in 21 seggi invece sono state rilevate gravi violazioni, come l’assistenza agli elettori da parte di persone non autorizzate (16 casi), l’acquisto di voti (2 casi) e le violazioni del segreto elettorale (17 casi). Inoltre sono stati segnalati problemi tecnici in 24 seggi elettorali, compresi dispositivi di voto elettronico difettosi, che hanno portato a periodi di pausa nelle operazioni e addirittura alla chiusura di alcuni seggi, ma sono stati rilevati anche 39 casi di mancanza di conoscenza delle procedure di voto da parte degli elettori e almeno 27 seggi elettorali non erano accessibili agli anziani e alle persone con disabilità. Infine, ha aggiunto Samba-Panza, sono state rilevate poche donne tra i presidenti dei seggi elettorali, ma anche poche donne tra gli scrutatori e i rappresentanti. L’elemento più inquietante evidenziato dal Centro Carter, tuttavia, riguarda le violenze, sebbene non siano stati forniti dettagli sulle circostanze precise: “finora ci sono stati almeno 19 morti e almeno due candidati sono stati collegati alla violenza elettorale degli ultimi giorni“.

La missione di osservazione del Centro Carter è stata l’unica internazionale in tutto il Paese, ma è stata anche relativamente piccola, perché ha inviato 16 squadre di osservatori in 11 province. Evidentemente, come è stato riconosciuto anche da Catherine Samba-Panza, i risultati esposti in conferenza stampa “non riflettono non la valutazione completa delle procedure il giorno della votazione a causa del numero limitato di osservazioni“.

A proposito di violenze, oggi il giornale online “7SUR7.CD” ha reso noto che in diversi villaggi nel nord del territorio di Dekese, nella provincia del Kasai, i kit elettorali non sono mai arrivati e questa assenza ha scatenato la rabbia della folla, per cui ci sono stati almeno 5 morti e diversi feriti: “Giovani non identificati hanno appiccato il fuoco a cinque case nel centro urbano. In alcuni villaggi si sono registrati morti, feriti e diversi danni“.

Un invito a mantenere la calma è arrivato nel pomeriggio dal comitato elettorale del candidato alla presidenza Félix Tshisekedi: “Invitiamo la nostra popolazione a rimanere calma e serena fino all’annuncio dei risultati […] Abbiamo mobilitato uno staff di oltre 200.000 persone reclutate nelle 26 province, dopo aver beneficiato della formazione per testimoni. Grazie a questo lavoro, possiamo raccogliere le prove della vittoria del nostro candidato, come previsto dalla legge”, ha dichiarato Jacquemin Shabani, co-direttore della campagna di Félix Tshisekedi.

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