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Il medico che amava il Rwanda. Ricordo del dottor Aldo Minuto

Ettore Zanoni ricorda il Dottore Aldo Minuto ex primario anestesista dell’ospedale San Paolo, poi asst Milano ovest che comprende Legnano Magenta Abbiategrasso e Cuggiono.

Ho incontrato Aldo nel 2001 grazie a una amica che continuava a ripetermi che dovevo assolutamente conoscerlo perché, così diceva, “è un gran figo”.

E, in effetti, si è rivelato da subito una persona speciale: con la calma e la serenità di chi è fermamente convinto che, di fronte a un qualunque problema, una soluzione, in un modo o nell’altro, la si troverà; e con quell’entusiasmo contagioso e inarrestabile che rende possibile qualsiasi progetto.

E di progetti ne ha fin da subito pensati mille ma, prima, ci ha letteralmente presi per mano, ci ha caricati su un aereo e ci ha portati in Rwanda. 

Immediatamente è arrivato il momento di dover trovare i fondi per realizzare quei sogni: un ospedale da rimettere in piedi, una scuola nuova, una cooperativa di pescatori (un progetto a dir poco fallimentare), un centro per ragazzi disabili (un progetto, questo, meraviglioso, di cui è sempre andato fierissimo).

E così, con la guida sicura e indiscussa di Aldo e Laura, sono cominciate le feste del Moci con Federico, Stefano, Fabio, Federica, Martina, Simone, Marta, Marco e molti altri amici.

E poi sono arrivati i viaggi verso il Rwanda di decine di medici, sempre con in testa Aldo, e, ancora, l’invio di materiale sanitario da lui pazientemente raccolto (con lo studio di casa che si trasformava prima di ogni viaggio in un vero e proprio magazzino); e poi sono stati realizzati i vari progetti a Cyangugu, a Mwezi, a ‘Nkanka, a Mibirizi, per stare al solo Rwanda.

Il tutto con la ferma consapevolezza da parte sua che, come mi ha detto più volte, per quanto bene questi progetti potessero realizzare in quella terra, questo non sarebbe mai stato paragonabile al bene che avrebbero fatto a noi.

E quando, per i fatti della vita, il Moci è un po’ uscito dalla nostra quotidianità, Aldo e Laura sono rimasti, con quella presenza speciale che hanno solo gli amici.

Aldo, per me, è tutto questo.

È un viso sorridente in una densa nuvola di fumo di sigaretta;

è un discorso, a volte un po’ sconclusionato che però, alla fine, arriva sempre al punto;

è Laura… 

Aldo è serate infinite a discutere, fumare, confrontarsi, bere, scontrarsi e alla fine capirsi;

è una risata, anticipata da una increspatura degli occhi e preceduta da una leggera smorfia della bocca;

è un viaggio inaspettato, pieno di disperazione e speranze;

è una serata, buia, seduti sull’erba, di fronte al lago Kivu e a domande troppo grandi per accompagnarsi a una risposta;

è un camice azzurro, circondato da visini neri e denti bianchissimi;

è, come ha detto ieri sera Fabio a Laura, “solo bei ricordi”…

quei ricordi che spero, col tempo, potranno riempire l’enorme vuoto che provo in questo momento.

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