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Africa: una contro-rappresentazione tra agentività e resilienza

È a partire dalla lunga esperienza in Africa come alto funzionario dell’UNHCR e dalle proprie competenze scientifiche quale psicologo clinico e antropologo culturale, che Daniele Luzzo ci offre un quadro originale, vissuto dall’interno, delle molte crisi che attraversano lo spazio sahariano e sub-sahariano.

Il suo saggio “Africa: una contro-rappresentazione tra agentivitàe resilienza (L’Harmattan Italia, 2023) non adotta però un tono pessimistico ma insiste, al contrario – con esempi tratti dalle vicende di Paesi fra i quali, in particolare, ricordiamo la Costa d’Avorio e la Liberia – sulla capacità degli individui d’investire di significato gli eventi, assumendoli in modo attivo, appropriandosene per resistere, lottare o adattarsi (in inglese, il termine usato è agency, traducibile in italiano con “agentività”). Corollario di tale atteggiamento è l’enfasi che Daniele Luzzo pone sulla nozione di “resilienza”, espressione di duttilità e, al contempo, di recupero nei riguardi dei drammi personali e collettivi.

Come spiega lui stesso: «Le persone cercano di avere un’azione sul mondo […] nel miglior modo possibile, secondo la propria interpretazione dell’ambiente e le risorse disponibili nel momento. Le situazioni in cui ho potuto toccare con mano l’agency e la resilienza degli individui sono innumerevoli e offrono una narrazione diversa della storia africana. Una diversa rappresentazione che non è solo brutalità degli eventi, ma è soprattutto una manifesta persistenza dei popoli rispetto alle sfide. Mantenere la dignità e l’umanità di fronte a un orrore costante è una prova straordinaria, ma la popolazione africana sembra avere la capacità di accettare tale sfida».

Poi aggiunge, riferendosi al Rwanda, terreno nel 1994 di rivalità etniche che hanno assunto un carattere genocidario: «In lingua kinyarwanda, ubumuntu significa umanità, bontà, generosità e gentilezza. Una persona che ha ubumuntu ha una grandezza di cuore. Nel contesto del genocidio contro i tutsi, ubumuntu si riferisce a quanti hanno rischiato disinteressatamente la propria vita per salvare o aiutare coloro che erano perseguitati. Tutti noi possiamo essere campioni di umanità opponendoci alle divisioni, ovunque viviamo. Per quanto gli stereotipi siano pervasivi, il reale è spesso più forte».

Rileva giustamente, nella Prefazione al volume, l’antropologo Alessandro Gusman: «Il problema [messo in luce da Daniele Luzzo] non risiede solo nel fatto di ridurre una realtà complessa e variegata a un’immagine univoca – la narrazione iper-semplificata dell’“Africa isa country” – ma soprattutto nel darne una rappresentazioneunilaterale, che non lascia spazio alla polifonicità del continente».

In contro-tendenza, l’ambizione di questo autore, è di offrire ai lettori un antidoto efficace (e ben documentato) contro i pregiudizi o gli sguardi superficiali cui si ricorre troppo spesso in Occidente per descrivere l’Africa.

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