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Accordi tra RDC e Burundi su infrastrutture, politica, diplomazia e sicurezza

Dal 12 al 14 luglio, il presidente della Repubblica Democratica del Congo, Félix Tshisekedi, ha ricevuto a Kinshasa il suo omologo del Burundi, Evariste Ndayishimiye. Si è trattato di un nuovo importante vertice per gli equilibri della regione africana dei Grandi Laghi e di dialogo della RDC con i suoi confinanti, specie sulla frontiera orientale, dopo l’incontro bilaterale del 25 e 26 giugno a Gisenyi e Goma con il Capo di Stato del Rwanda, Paul Kagame. Allo stesso tempo è stato anche un ulteriore segno della strategia di riapertura del Burundi alle relazioni internazionali dopo anni di chiusura e isolamento, perché il summit congolese-burundese ha prodotto ben quattro accordi volti a rinforzare la collaborazione tra i due Paesi, ma anche a migliorare il loro rispettivo peso geopolitico, soprattutto su infrastrutture, politica, diplomazia e sicurezza.

Durante la cerimonia della firma degli accordi e la successiva comunicazione congiunta alla stampa, martedì 13 luglio, Ndayishimiye e Tshisekedi hanno sottolineato l’interesse a realizzare progetti di grande importanza per le loro rispettive nazioni, in particolare nello sviluppo del commercio e nella mobilità delle popolazioni. Pertanto, è prevista la costruzione di ponti carrabili e pedonali tra le province del Sud Kivu (RDC) e di Cibitoke (Burundi) sul fiume Rusizi, che in quella zona segna il confine tra i due Paesi. È in programma, inoltre, anche il potenziamento e miglioramento dell’agricoltura nella pianura del fiume Rusizi e la riabilitazione ed elettrificazione della strada che unisce Bujumbura (Burundi) a Uvira, Bukavu e Goma (RDC). In questo quadro, il progetto più ambizioso riguarda la costruzione di una ferrovia che unisca alcuni porti della Repubblica Democratica del Congo, del Burundi e della Tanzania, al fine di facilitare la circolazione, ridurre il prezzo dei beni sui mercati e dare impulso alle rispettive economie.
È un’idea lanciata già nel gennaio 2020 e riguarda le città di Uvinza e Kigoma (Tanzania), Musongati, Gitega, Bujumbura (Burundi), Uvira, Bukavu, Walungu, Kamituga, Pangi, Kindu (RDC):

Come è intuibile, nel loro recente incontro Tshisekedi e Ndayishimiye si sono focalizzati sulla tratta riguardante i loro due Paesi e hanno sottolineato che i prossimi incontri si svolgeranno all’interno della commissione mista RDC-Burundi, rilanciata dopo diversi anni di inattività, tuttavia non hanno fornito alcun dettaglio sui costi e sui tempi dei lavori.
L’iniziativa è in linea con gli accordi già firmati quest’anno dalla RDC con il Rwanda e l’Uganda, ossia con gli altri Paesi confinanti con le sue province orientali, le più insicure e stagnanti. Lì, la presenza di gruppi armati tende a minacciare la vivibilità dell’intera area, per cui gli attori in campo intendono pacificare la zona, in modo che tutti possano guadagnare dalla sua stabilità. Il presidente del Burundi, infatti, ha sostenuto la candidatura della RDC per la comunità degli Stati dell’Africa orientale (EAC), mentre il suo omologo congolese ha ricambiato annunciando di sostenere la candidatura del Burundi alla Southern African Development Community (SADC).
Tshisekedi e Ndayishimiye hanno rassicurato sulla sincerità delle loro relazioni, dopo gli ultimi anni di freddezza e lontananza, e, in particolare, il presidente burundese ha invitato i suoi compatrioti attivi nei gruppi armati nella RDC orientale a deporre le armi: “Queste persone sono le benvenute nel Paese; i panni sporchi si lavano in famiglia, per cui siamo pronti ad accoglierle, ma anche a riformarle nello spirito affinché siano persone oneste come le altre”.

Come evidenzia il comunicato congiunto a fine dei lavori, tutto ciò non può avvenire senza il sostegno della comunità internazionale, a cui i due presidenti si sono rivolti perché investa nella risoluzione pacifica delle crisi umanitarie attualmente in corso nella regione e nelle altre zone di conflitto in Africa, coerentemente con l’agenda 2063 dell’Unione Africana, che intende raggiungere un completo cessate le armi in tutto il continente per il 2030.
A conclusione della visita di Stato in RDC, Evariste Ndayishimiye ha invitato Félix Tshisekedi in Burundi e ora i rispettivi canali diplomatici sono al lavoro per stabilire le date del loro prossimo incontro.

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