Inaugurato il nuovo plesso oculistico chirurgico dell’Ospedale St. Joseph a Kitgum, nel Nord dell’Uganda, costruito con l’obiettivo di migliorare l’accesso e la qualità dei servizi oftalmici inclusivi, offrendo servizi specialistici a 10.200 persone ogni anno, che al St. Joseph saranno visitate, curate e riceveranno ausili, con particolare attenzione alle categorie più vulnerabili come persone con disabilità, donne e bambini, che vivono anche nelle comunità più remote.
Il nuovo plesso vede oggi la luce grazie a un ampio progetto di cooperazione internazionale mirato a potenziare le infrastrutture e le risorse umane, oltre a decentralizzare i servizi sanitari per contribuire alla riduzione della prevalenza di cecità evitabile nel Paese. Capofila del progetto è CBM Italia – organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura delle disabilità visive nei Paesi del Sud del mondo – con il sostegno di AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo), in accordo con il Ministero della Salute ugandese, in collaborazione con la ONG Medici con l’Africa CUAMM, i partner GNUCOOP, UICI e i governi distrettuali di Kitgum, Arua e Terego.
L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del Direttore di CBM Italia Massimo Maggio, di S.E.R. Mons. John Baptist Odama Arcivescovo di Gulu, della Ministra della Salute ugandese dott.ssa Jane Ruth Aceng, della Direttrice medica del S. Joseph Hospital Pamela Atim e di Jackie Kwesiga, Country Director CBM Uganda.
Stato dell’Africa Orientale, l’Uganda conta 45,7 milioni di abitanti, tra cui rifugiati da Sud Sudan e Congo, presenti per la maggior parte nell’area nord del Paese, la più povera. Sono 3 milioni le persone con problemi visivi, ma al momento in tutto il Paese è presente un oftalmologo ogni milione di persone. Patologie come cataratta, errori refrattivi, tracoma, traumi e glaucoma portano alla cecità poiché non vengono curate a causa della mancanza di mezzi e servizi oftalmici adeguati (soprattutto nelle zone più remote). Eppure il 75% dei casi di cecità sono evitabili e curabili (la fonte dei dati è IAPB, The International Agency for the Prevention of Blindness).
In questo contesto, nelle regioni di Acholi e West Nile a nord del Paese dove l’incidenza della disabilità visiva registra numeri più alti, CBM Italia ha avviato nell’ottobre del 2020 la costruzione del centro oculistico chirurgico presso l’ospedale St. Joseph, che oggi vede la luce dopo 3 anni di lavori.
Il plesso prevede una nuova sala operatoria costruita secondo gli standard internazionali di accessibilità in ambito di disabilità, che rende il centro oculistico di secondo livello, ovvero capace di erogare cure diagnostiche, trattamenti specialistici e chirurgie (cataratta, errori refrattivi, chirurgie da traumi). A questo si aggiunge il rinnovamento della sala degenza dei pazienti.
L’accesso ai servizi oftalmici di qualità si estende anche alle zone rurali più lontane: il progetto ha permesso infatti la ristrutturazione e l’equipaggiamento di altri 4 centri sanitari, oltre all’organizzazione di cliniche oculistiche chirurgiche e non chirurgiche mobili nelle comunità lontane e nei campi profughi.
Massimo Maggio, direttore di CBM Italia, ha dichiarato: «Un grande orgoglio e una forte emozione mi riempiono oggi davanti a questo sogno che si concretizza: dopo 3 anni di intenso lavoro, vede la luce questo nuovo centro che ci ha impegnati e uniti in una grande rete di solidarietà e di visione comune, in nome della lotta alla cecità evitabile. Questo nuovo centro, questo nuovo inizio è un tassello che mira a spezzare il circolo vizioso che lega povertà e disabilità qui in Uganda come negli altri Paesi in Via di Sviluppo, perché la salute visiva è un diritto di tutti».
Giovanni Grandi, direttore della Sede regionale di Nairobi di AICS competente per l’Uganda, ha dichiarato: «In Uganda gli sforzi della Cooperazione Italiana sono stati storicamente volti al miglioramento dell’accesso ai servizi sanitari. Il nostro impegno proseguirà in futuro con una nuova iniziativa regionale tra Kenya, Tanzania ed Uganda che prevede il coinvolgimento di una delle eccellenze italiane nel settore della salute, ovvero il Centro di Salute Globale della Regione Toscana. L’inaugurazione di un plesso oculistico chirurgico, reso accessibile ed inclusivo, è simbolo di una Cooperazione che si sforza di garantire cure di alta qualità nei Paesi partner, e che non vuole lasciare indietro nessuno».