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Burundi e Kenya: scarsità di dollari e aumento dell’inflazione

Il Dollaro USA è quasi introvabile a Bujumbura, capitale economica del Burundi. Come ha riferito il 22 marzo Radio Publique Africaine, da giorni nessun ufficio di cambio ha valuta americana, non si trova un Dollaro nemmeno pagandolo 5000 Fbu (franchi burundesi):

Già la settimana prima in Burundi il Dollaro aveva superato la soglia simbolica dei 4.000 Fbu sul mercato nero, ma nel corso dei giorni si è arrivati anche oltre, mentre per l’Euro si devono pagare almeno 4.200 Fbu:

L’economia del Paese sta avendo una brusca battuta d’arresto; le banche non forniscono monete e banconote perché non c’è liquidità. I conti bancari sono pressoché congelati e gli operatori dicono che bisogna aspettare, ma non c’è una data per capire quanto durerà l’attesa, per cui intanto i commercianti hanno enormi difficoltà a pagare le merci ai fornitori, ma anche a ricevere i pagamenti da parte dei clienti.

Già ai primi di marzo Radio Isanganiro riferiva che “alcuni importatori” stavano lavorando in perdita a causa della scarsità delle valute e per il loro alto costo:

Dal canto suo, la Banca Centrale del Burundi rilasciava dichiarazioni rassicuranti e denunciava delle speculazioni, invitando gli importatori “a non lasciarsi disorientare dal rialzo speculativo del dollaro USA”:

Nel frattempo, aumentano le voci di chi chiede al governo dei profondi e urgenti cambiamenti strutturali, pena il collasso totale dell’economia nazionale. Il Paese, però, è già tra i più poveri al mondo e da mesi soffre di una galoppante inflazione. Per tutto il 2022 il tasso d’inflazione è stato ogni mese sul 6-7%, ma nel mese di gennaio 2023 è esploso al 28,6%, per cui sta diventando sempre più ostico acquistare anche i beni più necessari come la farina e il carburante:

Le limitazioni ai prelievi di denaro erano state inasprite dalla metà di gennaio, quando la Banca Centrale burundese aveva diffuso una circolare in cui avvertiva che non sarebbe stato possibile prelevare più di 15.000.000 Fbu al giorno e 100.000.000 Fbu al mese. La ragione era per “ridurre la manipolazione del contante e la lotta al riciclaggio di denaro“:

Oggi si comprendono meglio le dichiarazioni rilasciate quindici giorni fa, il 9 marzo 2023, dalla presidente della Tanzania, Samia Suluhu, che aveva parlato di un Paese vicino – senza nominarlo – con scarsissime riserve di dollari, addirittura per una sola settimana. Inizialmente si pensava che si riferisse al Kenya, il cui Scellino, sebbene tra le valute più forti dell’area, si era deprezzato del 10% sul Dollaro in un mese.

Suluhu aveva aggiunto che quel Paese confinante aveva chiesto aiuto alla Tanzania, al fine di poter importare prodotti petroliferi, e che lei aveva rifiutato fingendo una scarsità di Dollari anche in Tanzania. La scarsità di valuta americana nelle banche kenyote è, tuttavia, reale, tant’è vero che la Banca Centrale del Kenya (CBK) ha da tempo ordinato alle banche commerciali di razionare l’uscita di dollari a causa di una carenza di valuta e per proteggere le riserve.

Le testimonianze degli imprenditori kenyoti si somigliano sempre di più: cercano dollari, ma pochissime banche sono disposte a rilasciarne e, comunque, per disponibilità molto limitate, al massimo tra 5.000 e 10.000 Dollari. Pertanto, per ottenere cifre maggiori bisogna rivolgersi a più istituti bancari, ma se le necessità finanziari sono particolarmente alte ogni operazione è sostanzialmente impossibile.

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