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Tunisia, due giornalisti condannati a un anno di carcere per “fake news”

È sempre più preoccupante lo stato della libertà di stampa in Tunisia. Ieri due giornalisti, Mourad Zghidi e Borhan Bsaiss, sono stati condannati a un anno di carcere con l’accusa di diffondere “notizie false nocive per la sicurezza pubblica“.

Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di repressione delle voci critiche. Il sindacato dei giornalisti tunisini denuncia infatti che Zghidi e Bsaiss non sono i soli: altri colleghi sono stati arrestati o processati, evidenziando un clima di intimidazione.

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La Tunisia, da sempre considerata una delle realtà arabe con maggiore apertura verso i media, sta vivendo un pericoloso regresso delle libertà. Le critiche sono rivolte al presidente Kais Saied, salito al potere democraticamente nel 2019, ma che successivamente ha preso decisioni controverse come la chiusura del parlamento e l’acquisizione di poteri sulla giustizia.

Sia i giornalisti coinvolti che i rappresentanti della categoria respingono le accuse e rivendicano il loro operato come semplice attività di informazione. Le loro condanne vengono viste come un segnale di repressione e spingono il sindacato a promettere azioni di protesta per difendere la libertà di stampa in Tunisia.

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