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Sudan, accordo tra ribelli Splm Nord e governo: esercito unificato e stato laico

Il presidente del Consiglio sovrano del Sudan, Abdel Fattah al Burhan, e il leader del Movimento di liberazione del popolo sudanese-Nord (Splm-N), Abdel-Aziz al Hilu, hanno siglato oggi una Dichiarazione di principio che introduce il principio di laicita’ dello Stato e prevede la completa integrazione del gruppo ribelle nell’esercito sudanese alla fine del periodo di transizione. La dichiarazione, secondo quanto riporta il quotidiano “Sudan Tribune”, prevede inoltre che si riconosca “l’imparzialita’” dello Stato nel termine di questioni religiose e riafferma l’obiettivo di “consolidare la sovranita’, l’indipendenza e l’integrità territoriale del Sudan”, pur nelle diversita’ etniche, religiose e culturali della sua popolazione. Le parti concordano inoltre di istituire uno “Stato civile, democratico e federale in Sudan, in cui la liberta’ di religione, la libertà di credo e le pratiche e il culto religiosi debbano essere garantiti a tutto il popolo sudanese separando le identita’ della regione culturale, etnia e religione dallo Stato”. Secondo il documento, “nessuna religione sara’ imposta a nessuno e lo Stato non adottera’ alcuna religione ufficiale, ma sara’ imparziale in termini di questioni religiose e di fede e coscienza”.
Per quanto riguarda gli accordi di sicurezza, le due parti hanno concordato di formare un unico esercito nazionale che operi secondo una nuova dottrina militare unificata. “Il processo di integrazione e unificazione delle forze sara’ graduale e completato entro la fine del periodo di transizione e dopo la risoluzione del rapporto tra religione e Stato da parte della Costituzione”, sottolinea il testo che è stato firmato oggi.
Dopo l’accordo, si prevede che le due inizieranno presto nuovi colloqui nella capitale sud sudanese Giuba per finalizzare un accordo di pace globale. Il Splm-N è fra i gruppi ribelli che non hanno ancora siglato l’accordo di pace firmato nell’ottobre scorso a Giuba dal governo e altre formazioni armate. L’accordo, piu’ volte rinviato a causa delle violenze riesplose nella regione del Darfur, include diverse questioni chiave riguardanti la sicurezza, le proprietà dei terreni, la giustizia, la condivisione del potere e il ritorno degli sfollati.
L’accordo – che, come detto, non è stato firmato dalla fazione del Movimento di liberazione del Sudan (Mls) guidata da Abdelwahid Nour e dall’ala del Movimento di liberazione del popolo del Sudan-Nord (Splm-N) guidata da Abdelaziz al Hilu – prevede inoltre lo smantellamento delle forze ribelli e l’integrazione dei loro combattenti nell’esercito nazionale.

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