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Somalia. “Siamo pronti alla guerra”

Il memorandum d’intesa firmato dall’Etiopia e dal Somaliland sta scuotendo il Corno d’Africa. Convocata d’urgenza una riunione della Lega Araba.

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Ph. Credit: yenisafak.com

Somalia. Il paese è pronto ad andare in guerra per impedire all’Etiopia di riconoscere il territorio separatista del Somaliland e di costruire un porto lì, ha detto un consigliere senior del presidente della Somalia.

Dopo aver dichiarato l’accordo con il Somaliland nullo, domenica scorsa il Presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud ha invitato i somali a “prepararsi per la difesa della patria“; parole alle quali hanno fatto eco quelle del governo che ha invitato più volte il PM etiope Abiy Ahmed a tornare sui propri passi.

L’Etiopia trova lo sbocco sul mare: accordo con il Somaliland. Tensione alle stelle

Il memorandum ha scosso i tre paesi, nei quali, durante la scorsa settimana, si sono tenute numerose manifestazioni civili, ove a favore, ove contro l’accordo tra Addis Abeba e Hargeisa.

Ben consapevole del contesto esplosivo, la comunità internazionale sta seguendo la questione da vicino e non sta tacendo le sue preoccupazioni. Gli Stati Uniti, l’Unione europea (UE) e l’Unione africana (UA) hanno insistito sul rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale della Somalia, considerata la chiave per la pace nella regione.

In una dichiarazione, Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione dell’UA, ha esortato Addis Abeba e Mogadiscio “ad astenersi da qualsiasi azione che possa inavvertitamente portare a un deterioramento delle relazioni tra i due paesi“.

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Ph. Credit: Global Resilience Partnership

Workneh Gebeyehu, segretario generale dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD), ha chiesto una maggiore collaborazione tra le due parti “in vista di una risoluzione pacifica e amichevole“. Un’affermazione considerata dal governo somalo troppo mite, tanto da chiedere a Gebeyehu di “scusarsi immediatamente“.

Ieri, l’annuncio della Lega Araba, che ha convocato per domani, 17 Gennaio, una riunione d’emergenza per discutere le tensioni tra Somalia ed Etiopia.

Il vice segretario generale della Lega araba Hossam Zaki ha annunciato che l’organizzazione regionale affronterà le conseguenze di un accordo “illegittamente” firmato tra l’Etiopia e la regione separatista del Somaliland.

A presiedere la riunione sarà il Marocco – ha aggiunto Zaki – sottolineando come la decisione di convocarla sia stata presa su richiesta della Somalia con il sostegno di 12 paesi arabi, esprimendo pieno consenso e sostegno alla posizione della Somalia.

Diversi paesi membri della Lega araba, tra cui l’Egitto, hanno dichiarato il loro rifiuto dell’accordo e hanno espresso sostegno alla sovranità della Somalia sull’intero territorio nazionale.

Allo stato attuale è molto improbabile che la Somalia affronti un conflitto armato, quando è alle prese con una nuova fase della guerra ad Al-Shabaab. Ma il Memorandum d’intesa di certo sta rimettendo in discussione gli equilibri nell’intera regione.

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Ph: Credit: Garowe Online Militanti di Al Shabaab

E’ strano che l’accordo non sia stato reso pubblico per intero: una delle parti più criticate è infatti il riconoscimento formale del Somaliland come stato autonomo. Ma nessuno dei due paesi pubblicato lo stralcio del riconoscimento formale, sebbene sia stato più volte impugnato e smentito.

L’Etiopia, il più grande stato senza sbocco sul mare ha un estremo bisogno di hub logistici sul Mar Rosso, per motivi economici (in primis la Belt & Road Initiative cinese) ma anche strategici (le azioni militari degli houthi yemeniti contro le navi commerciali che transitano nello stretto di Bab el-Mandeb, lo stretto che congiunge il Mar Rosso con il Golfo di Aden e quindi con l’Oceano Indiano ne sono un esempio).

accordo
Il memorandum d’intesa “storico” (MOU) tra Etiopia e Hargeisa è stato firmato dal leader di Abiy e del Somaliland Muse Bihi Abdi ad Addis Abeba, ha detto l’ufficio di Abiy.

L’Etiopia ha goduto dello sbocco sul Mare (Massaua ed Assab) fino al 1993, anno nel quale l’Eritrea ha sancito, attraverso una lunga e sanguinosa guerra, la propria indipendenza. Fino al 1998 ha approfittato dei porti eritrei per i propri scopi commerciali, ma allo scoppio della guerra con il vicino (1998-2000) l’Etiopia è stata completamente tagliata fuori dall’accesso al mare, portando l’allora PM Meles Zenawi, a convogliare i propri interessi ed i propri sforzi su Djibouti.

Il Primo Ministro etiope Abiy Ahmed ha affermato l’importanza vitale di uno sbocco sul Mar Rosso; un “diritto” che il paese avrebbe dovuto fa valere ad ogni costo.

Etiopia. Abiy Ahmed vuole un porto sul Mar Rosso

Lo scorso 13 Ottobre 2023, durante una seduta del Parlamento etiope, è stato presentato una bozza di un documento denominato “L’interesse nazionale dell’Etiopia: principi e contenuti”, elaborato dal Ministero della Pace, nel quale si sono riaffermati gli interessi nazionali (economici, strategici e politici) sul Mar Rosso.

Nella stessa direzione, il 10 gennaio la Commissione etiope per le relazioni estere ha assicurato alla Marina militare tutto il supporto necessario per le operazioni future in relazione all’accesso diretto al Mar Rosso.

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L’inaugurazione della GERD il 20 Febbraio 2022.

Il Mar Rosso e il Nilo sono determinanti per l’Etiopia, sono la base del suo sviluppo o in alternativa potrebbero sancire la sua scomparsa“ ha affermato il PM etiope Abiy Ahmed. L’accesso sul Mar Rosso traccia una parallelismo tra la ricerca di uno sbocco sul mare e la costruzione della Grand Ethiopian Renaissance Dam, la gigantesca opera diga alle sorgenti del Nilo azzurro, costruito nonostante le numerose obiezioni riguardanti le quote idriche di Egitto e Sudan.

L’Etiopia sembra proiettata verso una futuro nel quale rendere chiare -e ad ogni costo –  le proprie istanze politiche e vitali. “Nel 2030 si prevede che avremo una popolazione di 150 milioni“, ha detto Abiy Ahmed. “150 milioni di persone non possono vivere in una prigione geografica“.

Meles Zenawi

Abay Ahmed vede il Mar Rosso ed l’acqua del Nilo come un simbolo di continuità con un’eredità, quella lasciata da Meles Zenawi, al quale non può sottrarsi, ma che deve perseguire ad ogni costo, soprattutto in vista di una vita con un orizzonte politico del quale cominciano a vedersi i contorni.

Istanze e manovre politiche che hanno scatenato la reazione dei vicini nel Corno d’Africa. Durante la settimana scorsa il Presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud si è recato in visita in Eritrea, a colloquio con il Presidente Isaias Afwerki e si sta preparando a recarsi prestissimo in Egitto; i principali rivali regionali dell’Etiopia hanno espresso sostegno alla Somalia in seguito alla firma del memorandum.

Sorgono dubbi su una rapida escalation, ma è certo che il memorandum ha acuito la tensione in una regione già alle prese con una serie di conflitti, crisi climatiche ed economiche, carestie e siccità che stanno mettendo a dura prova la tenuta politica degli stati e quella delle popolazioni, ormai allo stremo delle forze.

 

 

 

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