vai al contenuto principale
Siccità. AP Photo - Jerome Delay

Somalia. La siccità ha già ucciso 43000 persone. Il report

43000 persone sono morte nel 2022 a causa del periodo di siccità più lungo mai registrato nel paese; la metà di queste sono bambini sotto i 5 anni.

E’ il primo bilancio ufficiale sulle vittime legate alla crisi climatica riportato nel nuovo report pubblicato dall’Organizzazione mondiale della Sanità e realizzato dalla London School of Hygiene and Tropical Medicine.

LEGGI IL REPORT: Somalia drought deaths ‘could exceed’ 2017-18 levels, forecasts show

Nel documento, che stila il primo bilancio ufficiale delle vittime della siccità che sta colpendo da mesi gran parte del Corno d’Africa si stimano tra le 18000 e le 34000 quelle previste in questi primi sei mesi del 2023.

Quello che lo scorso anno chiamavamo “tempesta perfetta” si sta abbattendo su Somalia e parte dell’Etiopia e del Kenya andando a destabilizzare ulteriormente un quadrante già colpito da crisi interne e guerre.

Rifugiati nei pressi di un campo. AP Photo - Jerome Delay
Rifugiati nei pressi di un campo. AP Photo – Jerome Delay

L’aumento dei prezzi delle materie prime, la difficoltà di approvvigionamento di grano e derivati, la guerra tra Ucraina e Russia che sta cambiando fortemente gli equilibri interni del continente, si aggiungono alla sesta stagione delle piogge mancante.

Mamunur Rahman Malik, rappresentante dell’Organizzazione mondiale della Sanità in Somalia, ha esortato la comunità internazionale a mettere in piedi una risposta corale per questa corsa contro il tempo.

” Se non agiamo ora – ha detto Malik – vedremo sempre più persone morire di fame e malnutrizione. Il costo della nostra inerzia significherà che i bambini, le donne e altre persone vulnerabili pagheranno con le loro vite, mentre assistiamo disperatamente e impotenti allo svolgersi della tragedia“.

Credit: https://www.emro.who.int/somalia/donors-partners/index.html
Credit: https://www.emro.who.int/somalia/donors-partners/index.html

Le Nazioni Unite e i partner all’inizio di quest’anno hanno definito la situazione “estremamente critica” con oltre 6 milioni di persone affamate e ben 3,8 milioni di sfollati interni nella sola Somalia.

La valutazione sulla sicurezza alimentare pubblicata il mese scorso dall’OCHA afferma che quasi mezzo milione di bambini risulteranno gravemente malnutriti entro il 2023.

La WHO ha dichiarato formalmente la carestia nel paese. Cosa significa? La dichiarazione formale si basa sui dati in possesso e quelli della Somalia indicano che più di un quarto delle famiglie ha carenze alimentari estreme, oltre il 30% dei bambini è gravemente malnutrito e ogni giorno su 10000 persone ne muoiono più di 2.

I funzionari delle agenzie delle Nazioni Unite e i cooperanti delle Ong presenti avvertono che la situazione è ben più drammatica rispetto a quella del 2011, a causa della quale persero la vita 250000 persone.

Questa siccità ha sorpreso i pastori e gli agricoltori resilienti, per la durata di oltre quattro stagioni delle piogge mancanti, ovvero oltre due anni fa. La quinta stagione è in corso e probabilmente si assesterà su scarsissime o zero precipitazioni.

“Il tasso di mortalità è aumentato mentre il 2022 volgeva al termine“, ha detto ai giornalisti il professore della London School of Hygiene and Tropical Medicine, Francesco Checchi.

Le popolazioni più colpite si trovano a Bay e Bakool nel sud-ovest della Somalia e  tra gli sfollati che sono fuggiti da morte certa andando a riempire i campi della capitale, Mogadiscio.

Rifugiati nei pressi di un campo. AP Photo - Jerome Delay
Rifugiati nei pressi di un campo. AP Photo – Jerome Delay

La lotta ad Al Shabaab.

La crisi incombe su un paese alle prese con una guerra totale al gruppo terroristico di Al Shabaab, affiliato ad Al Qaeda, dichiarata dal Presidente Hassan Sheikh Mohamud eletto nel maggio dello scorso anno.

“Al Shabaab dovrà confrontarsi con ogni metodo consentito dalla guerra: sarà bombardato, saccheggiato e sottoposto ad attacchi aerei, quindi state alla larga da loro” aveva detto ad Ottobre il Presidente somalo. “Ogni membro di Shabaab – aveva aggiunto– è un bersaglio, proprio allo stesso modo in cui il gruppo prende di mira e uccide il popolo somalo”.

Il gruppo terroristico presente in oltre un terzo del paese ha sfruttato le divisioni tra i clan presenti, mettendo in piedi un vero e proprio sistema mafioso basato sulle estorsioni, i rapimenti e gli attentati terroristici, nel tentativo di instaurare un califfato islamico nel paese.

Offensiva contro al Shabaab. “Elimineremo il terrorismo dalla Somalia”

Una lotta alla quale si sono uniti ben presto gli Stati Uniti. Il Ministero dell’informazione nell’ottobre scorso confermava infatti che le operazioni militari venivano condotte sotto la sorveglianza aerea dei droni Usa.

Quattro mesi prima, nel giugno 2022, il Presidente statunitense Joe Biden aveva autorizzato il dispiegamento di un contingente di 500 uomini a contrasto delle azioni terroristiche di al Shaabab.

Un chiaro sostegno al Presidente neoeletto Hassan Sheikh Mohamud e un chiaro marcia indietro rispetto la decisione di ritirare le truppe nel dicembre 2020 da parte del Presidente Trump: avevano pesato allora anni di rapporti tesi con l’allora presidente Abdullahi Mohamed “Farmajo“.

Alla fine di Settembre gli Usa avevano consegnato armi e munizioni alle forze speciali DANAB (truppe addestrate dalle forze Usa) per un valore di 7 milioni di dollari.

Una lotta alla quale a Febbraio, dopo un incontro tenutosi presso l’aeroporto di Mogadiscio,  tra i leader di Somalia, Etiopia, Djibouti e Kenya, si sono uniti anche gli eserciti dei paesi confinanti.

All’indomani dell’accordo raggiunto, i leader rilasciarono un’ulteriore dichiarazione nella quale chiesero alla comunità internazionale di revocare l’embargo sulle armi alla Somalia. 

Il fine era quello di consentire, al governo federale, di equipaggiare meglio le proprie forze nella lotta contro le forze il terroristiche di Al-Shabaab.

Richiesta alla quale si aggiunse quella all’ambasciatrice degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite, Linda Thomas-Greenfield, di caldeggiare tale richiesta presso l’ONU*.

*Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha imposto sanzioni a tempo indeterminato alla Somalia nel gennaio 1992 prima di essere parzialmente modificato nel febbraio 2007.

Somalia, Etiopia, Djibouti e Kenya contro Al-Shabaab: accordo per l’offensiva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Torna su