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#veritaperlucavittoriomustapha, 25 mesi dopo richiesta più forte che mai

A 25 mesi dall’uccisione di Luca Attanasio, ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo,, del carabiniere Vittorio Iacovacci, che gli faceva da scorta, e dell’autista del World food programme, Mustapha Milambo, con il quale viaggiavano, richiesta di #veritaperlucavittorioemustapha si rinnova e prosegue più forte che mai
grazie anche al successo del libro “Le verità nascoste del delitto Attanasio” di cui è autrice la nostra direttrice Antonella Napoli, già in ristampa a un mese dalla sua pubblicazione.
L’attenzione sulla Repubblica democratica del Congo dopo il viaggio di Papa Francesco  nel Paese è di nuovo calata anche se a breve sarà emessa la sentenza del processo ai sei imputati accusati di essere gli esecutori dell’agguato, e dell’uccisione delle tre vittime, del 22 febbraio 2021.
Intanto in Italia è stata fissata al 25 maggio l’udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio di Mansour Rwagaza e Rocco Leone, i due funzionari del Wfp indagati nell’inchiesta della Procura di Roma, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Ciolaiocco.
Nonostante continuino ad appellarsi all’immunità, rifiutandosi di collaborare, non potranno sottrarsi alla giustizia italiana.
Il giudice per le indagini preliminari, una volta valutate le eventuali eccezioni dei difensori delle parti accusate dovrà decidere se mandarli a processo.
A meno di sorprese tale decisione sembra scontata.
Se la magistratura italiana sta procedendo con determinazione verso la verità per quanto concerne le responsabilità per la mancata sicurezza al convoglio, il processo in dirittura di arriva in Congo non sembra garantire quella verità – e colpevolezza degli imputati – aldilà di ogni ragionevole dubbio.
il tribunale militare di La Gombe, a Kinshasa, che il 12 marzo aveva accolto la richiesta di rinuncia alla costituzione di parte avanzata dall’avvocato della famiglia dell’ambasciatore Luca Attanasio che questo processo lo hanno affrontato sempre con grande cautela.
Durante l’ultima udienza del processo a carico di sei imputati ritenuti responsabili del triplice delitto era stata anche notificata la richiesta dello Stato italiano di non condannare, se ritenuti colpevoli, alla pena capitale gli imputati ma alla carcerazione.
La corte si è riservata di pronunciare la sentenza entro dieci giorni
Durante l’udienza del 12 marzo il procuratore militare ha sostenuto che non si è trattato di un agguato né di un tentativo di rapimento degenerato, come ricostruito inizialmente, ma di una vera e propria esecuzione, come ha tenuto a sottolineare il padre dell’ambasciatore,
Salvatore Attanasio.
Con un obiettivo mirato, aggiungiamo noi: l’ambasciatore italiano in Congo.Resta da comprendere il perché e  chi sono i mandanti.
Ecco perché, oggi più che mai, ricerca e richiesta di verità per Luca, Vittorio e Mustapha resta una priorità.

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