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Scrivere la metamorfosi: le scritture migranti e le nuove identità plurali

Words4link e il Festival delle Culture di Ravenna, in collaborazione con Idos Centro Studi e ricerche e Tracce Migranti OdV, presentano “Scrivere la metamorfosi: le scritture migranti e le nuove identità plurali (personali e collettive)”: un evento online pensato per discutere della narrazione e del racconto del sé nelle “scritture migranti” come strumento di elaborazione identitaria, di riconoscimento sociale e di affermazione dell’ibridismo e della pluralità.

In un’epoca come quella attuale, caratterizzata dalla globalizzazione e dalle migrazioni internazionali, le scritture migranti hanno ricevuto una crescente attenzione letteraria in seguito alla crescita dei testi composti nella lingua del paese ospite, che esprime il desiderio di chi vive all’interno di una comunità migrante di intraprendere la propria espressione comunicativa attraverso le varie forme dei generi letterari. Ruolo fondamentale in questo scambio che si realizza fra le due culture, quella di partenza e quella di arrivo, è proprio la possibilità di comunicazione interculturale che la traduzione offre. Sono diversi gli esempi del fertilissimo lavoro di traduzione di romanzi, racconti, poesie e opere teatrali dei più importanti autori e autrici migranti tradotti in italiano e viceversa, e il ruolo delle iniziative di traduzione promosse dalle piccole case editrici, al fine di osservare come il libro possa diventare un mezzo per la promozione di un efficace incontro, confronto e dialogo interculturale.

La letteratura di lingua italiana scritta da migranti è semplicemente una delle conseguenze del mutamento del processo dinamico di mobilità sociale il quale fa sì che ‘Italia, in particolar modo dalla seconda metà degli anni Ottanta, smette di essere un paese di sola emigrazione ed inizia a diventare meta di flussi d’immigrazione, sempre più intensi e provenienti da diverse parti del mondo, così com’è successo con molti anni di anticipo negli altri paesi europei. Spesso, le motivazioni migratorie obbediscono a una costante storica dalla quale il sociologo Shmuel Eisenstadt individua quattro sfere principali che danno origine alle motivazioni individuali all’emigrazione: la sopravvivenza fisica; la realizzazione economico-professionale; l’identificazione (consenso politico); e l’istituzionalizzazione dei modelli culturali.

In quest’ottica si inserisce il fenomeno delle scritture migranti, talmente dinamico e in costante movimento, da essere complesso da codificare: spesso sono scrittrici e scrittori migranti che facevano già parte di un ambito intellettuale del proprio paese d’origine e che si realizzano anche attraverso interessanti e originali esperimenti di traduzione, come quello di Pap Khouma che si è cimentato nella trasposizione in wolof del I Canto dell’Inferno della Divina Commedia, in onore delle celebrazioni previste al Festival delle Culture di Ravenna per il settimo centenario della morte di Dante Alighieri. Il 3 giugno alle 18,30 Khouma parlerà per la prima volta di questa sua esperienza: la traduzione come meraviglioso crocevia di processi di formazione della personalità nei contesti multiculturali, per chi la compie e soprattutto per chi la legge e la ascolta.

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