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Rwanda: al via Women Deliver 2023, la più grande conferenza del mondo sulla parità di genere

Comincia oggi, 17 luglio, e proseguirà fino al 20 luglio, a Kigali, in Rwanda, la conferenza “Women Deliver 2023” (WD2023), ossia il più grande e importante incontro mondiale sulla parità di genere, a cui parteciperanno 6.000 persone in presenza e oltre 200.000 online.

La conferenza e il dialogo globale di “Women Deliver 2023” sono possibili grazie a una fitta rete mondiale di sostenitori di base e di governi multilaterali, ma anche grazie al sostegno del settore privato, di filantropi e di tanti giovani. La conferenza è giunta alla sua sesta edizione e si svolge ogni tre anni: Londra (Regno Unito) nel 2007, Washington (Usa) nel 2010, Kuala Lumpur (Malesia) nel 2013, Copenhagen (Danimarca) nel 2016, Vancouver (Canada) nel 2019.

Per questa edizione è stato scelto il Rwanda per il suo “forte e dimostrabile impegno nell’uguaglianza di genere e nella salute e nei diritti delle ragazze e delle donne”. A proposito di questo Paese, nel comunicato stampa della conferenza si legge che:

L’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne sono integrate in vari quadri di sviluppo, informando sia la Strategia nazionale per la trasformazione del Rwanda (2017-2024) sia Vision 2050. Una priorità sull’uguaglianza di genere è anche stabilita nella sua Costituzione, che garantisce pari diritti a donne e uomini e stabilisce una quota del 30% di rappresentanza delle donne in tutti gli organi decisionali.

Le donne occupano circa il 61% dei seggi alla Camera dei Deputati, il 55% di tutte le cariche ministeriali, il 38% dei seggi al Senato e il 43% dei seggi di Consigliere a livello di governo locale.

Il World Economic Forum classifica il Rwanda al sesto posto a livello globale e al primo in Africa come leader regionale e globale nel promuovere l’uguaglianza di genere.

Le conferenze “Women Deliver” riuniscono migliaia di decisori della società civile, governi, settore privato e agenzie internazionali, insieme a sostenitori, attivisti e giornalisti per il dialogo, la condivisione di prove e soluzioni, la responsabilità e l’azione, in loco e ovunque nel mondo.

All’ordine del giorno della conferenza rwandese ci sono la salute e i diritti sessuali e riproduttivi, ma al centro dei lavori saranno posti anche i principi femministi intersezionali al fine di interpretare con uno sguardo nuovo i complessi problemi che riguardano le ragazze e le donne: dal cambiamento climatico, alla violenza di genere, al lavoro di cura non retribuito, augurandosi di individuare collettivamente delle soluzioni o delle strategie che riescano ad agire concretamente.

Tra le personalità più in vista che parteciperanno a questa edizione, Sima Bahous (Direttrice esecutiva dell’ufficio “Donne dell’ONU”), Jeannette Bayisenge (Ministra del genere e della promozione della famiglia del Rwanda), Elena Clark (Ex prima ministra della Nuova Zelanda), Natalia Kanem (Direttrice esecutiva dell’UNFPA, l’agenzia delle Nazioni Unite per la salute sessuale e riproduttiva), Phumzile Mlambo-Ngcuka (Ex direttrice esecutiva dell’ufficio “Donne dell’ONU”), Malala Yousafzai (Premio Nobel per la pace e co-fondatrice del “Fondo Malala”), Stacy Abrams (Leader politica democratica statunitense).

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