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Papa e migranti, parole roboanti censurate come se non fossero notizia

Le parole roboanti pronunciate ieri da papa Francesco sulle politiche anti-migranti, sostenendo che la loro “esclusione” è schifosa, anzi criminale, avrebbero dovuto campeggiare su tutte le prime pagine dei quotidiani italiani ed essere il servizio di apertura dei tg.
Chiunque conosca anche solo le basi rudimentali del giornalismo sa che “era” una notizia.
E invece l’appello lanciato dal Pontefice in difesa della vita dei migranti è stato  totalmente censurato.
A parte l’eccezione Avvenire,  per ovvie ragioni, i “giornaloni” italiani  si ricordano  del Papa solo quando parla di cose che gradiscono. O che pensavo gradisca il lettore medio. I pochi che gli restano.
Eppure ieri c’era un “fatto” oggettivo che da sé avrebbe dovuto favorire la divulgazione di quel messaggio, far “scattare il pezzo”. Come si usa dire nel gergo delle redazioni.
Papa Francesco ha pronunciato quelle parole durante l’omelia per la canonizzazione dei Beati Artemide Zatti e, soprattutto, Giovanni Battista Scalabrini – il “vescovo dei  migranti” simbolo dell’accoglienza – tornando a denunciare con forza le responsabilità delle morti in mare: di chi “li fa morire davanti a noi”.
“Il Mediterraneo è il cimitero più grande del mondo – ha continuato – E’ schifosa, peccaminosa e criminale l’esclusione dei migranti. Mandati poi nei lager”.
Ma il Santo Padre non si è limitato a questo e ha aggiunto con rammarico che ha paura quando vede “comunità cristiane che dividono il mondo in buoni e cattivi, in santi e peccatori”.
Così, sostiene con indignazione, si finisce per “sentirsi migliori degli altri e tenere fuori tanti che Dio vuole abbracciare”. Insomma, un vero e proprio atto di accusa prima di lanciare l’appello: “Per favore, includere sempre, nella Chiesa come nella società, ancora segnata da tante disuguaglianze ed emarginazioni. Includere tutti”.
Nonostante la rilevanza del suo discorso, nel giorno in cui monsignor Scalabrini si avviava a diventare santo,  le parole di Francesco sono state pressoché ignorate dal mainstream.
E invece noi le rilanciamo, le amplifichiamo, e chiediamo a tutti voi di fare lo stesso, replicando quel messaggio che parla di esclusione, di rifiuto.
”Li mandiamo via, ai lager, dove sono sfruttati e venduti come schiavi – ha concluso il papa chiedendo:  “Fratelli e sorelle, oggi pensiamo ai nostri migranti, quelli che muoiono. E quelli che sono capaci di entrare, li riceviamo come fratelli o li sfruttiamo? Lascio la domanda, soltanto”.

E noi facciamo altrettanto.

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