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Libia, l’allarme di Unicef su donne e bambini ignorato dall’Europa

Nel corso di questi anni abbiamo visto di tutto. Video, foto, immagini hanno documentato da tempo le violazioni dei diritti umani più elementari in Libia, ma l’Italia continua imperterrita a foraggiare lautamente i carnefici libici mentre l’Europa si volta dall’altra parte. Nei mesi scorsi hanno tentato anche di mettere il bavaglio a quei pochi giornalisti che hanno il coraggio di raccontare i fatti, mentre è da anni che, in un’azione di deligittimazione che non ha precedenti, le ONG sono state messe nella pressocchè totale impossibilità di prestare soccorso in mare. La responsabilità morale e politica è di tutta l’Europa, che continua a voler affrontare la tematica delle migrazioni come emergenza, senza mai mettere mano a una seria e strutturata politica di accoglienza.
In questo scenario desolante e disumano, l’allarme di qualche giorno fa dell’Unicef può valere qualche colonna di giornale, qualche articolo di facciata, ma nulla di più. E questo perchè ciò che accade nei centri di detenzione in Libia è la conseguenza diretta dell’azione politica dell’Europa.
Qualche giorno fa, l’UNICEF ha lanciato un allarme sulla situazione drammatica dei centri di detenzione in Libia, secondo il quale la sicurezza e il benessere di almeno 1.000 donne e bambini – fra cui 5 minorenni non accompagnati e almeno 30 bambini molto piccoli – tenuti in centri di detenzione a Tripoli, in Libia, è a rischio immediato. Fra le migliaia di migranti e richiedenti asilo che sono stati coinvolti in recenti arresti di massa, ci sono circa 751 donne e 255 bambini.
I bambini sono tenuti in condizioni devastanti e disumane in questi centri di detenzione.
L’UNICEF e altri operatori umanitari presenti in Libia continuano a esortare le autorità libiche a proteggere i bambini e a prevenire la separazione dai loro genitori e dalle famiglie, chiedendone il rilascio immediato.
Inoltre, secondo l’Unicef, i centri di detenzione ricevono “un numero ben al di sopra delle loro capacità”.
Dall’inizio del conflitto, sono circa 500 mila i minori colpiti in tutta la parte occidentale del Paese.
Questa la legge fredda e drammatica dei numeri, rispetto ai quali rimaniamo impietriti, ma impotenti, perchè l’Europa politica è solo interessata a proteggere i propri confini.

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