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Etiopia: censura, stato di emergenza e chiamata alle armi

Giunge notizia che il TDF – Tigray Defence Forces, le forze partigiane del Tigray abbia conquistato Dessie. Tale notizia è stata condivisa per mezzo social dal leader del partito TPLF – Tigray People’s Liberation Front, Getachew Reda che lo ha dichiarato anche a Reuters sabato. Oggi 1 novembre ci sarebbe la conferma della presa di Dessie ed anche di Kombolcha.
L’ OLA – Oromo Liberation Army nel contempo sta conquistando terreno ed aree avvicinandosi sempre più ad Addis Abeba.
La situazione sul campo è liquida, in costante evoluzione, quelle poche comunicazioni labili: maggiori dettagli sembrano essere difficili da comporre senza essere smentiti poco dopo. Su tutti i fronti, bellico e politico, sta vedendo un’escalation sempre più repentina.
Sicuramente una notizia affine e degna di nota è che il Direttore dell’ EMA – Ethiopian Media Authority, Mohammed Idris, ha annunciato che è vietato per TV e radio nazionali collegare o mettere in onda programmi esteri perché danneggiano gli interessi nazionali.
Questa decisione non è la prima, già a giugno 2021 l’EMA aveva sospeso la licenza del media nazionale Addis Standard perché accusata di diffondere notizie faziose e di propaganda.
Ricordiamo che dall’ inizio della guerra genocida molti giornalisti sono stati incarcerati, hanno ricevuto pressioni ed intimazioni, alcuni sono stati espulsi ed alcuni di loro sono purtroppo stati uccisi: tutto in nome di essere sospettati propagandisti al soldo del TPLF.
Tale approccio si allinea alla volontà e alle dichiarazioni di alcuni mesi fa del Premier etiope di risolvere la questione di sicurezza nazionale da Stato Sovrano quale è l’ Etiopia senza interferenze esterne. C’è da considerare però che ad oggi ci sono crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati dall’inizio dalla guerra genocida iniziata in Tigray il 4 novembre 2020 che dovrebbero essere trattati e gestiti da realtà sovra nazionale. In ormai quasi un anno di instabilità il governo non è riuscito a gestire la situazione come il Premier aveva intimato all’ inizio, novembre 2020, quando aveva fatto partire una “veloce azione di polizia” in Tigray per bloccare il TPLF ed i suoi membri considerati dissidenti. La situazione di instabilità non solo con la catastrofe umanitaria in Tigray che si sta sempre più aggravando, sta dilagando anche in Amhara ed Afar con milioni di nuovi sfollati e con il conflitto che avanza. Il Tigray ancora da mesi bloccato nel ricevere supporto umanitario in maniera massiccia come servirebbe, Afar e Amhara sotto attacco, con nuovi sfollati bisognosi di supporto e cure, mentre MSF – Medici Senza Frontiere ed alcune altre realtà umanitarie bloccate nel poter espletare i loro servizi di aiuto agli etiopi in quanto accusate dal governo di essere colluse con i terroristi del TPLF.
L’Italia con altri Paesi al recente Consiglio degli Affari Esteri Europeo sembra che si sia opposta a sanzioni verso il Governo Etiope, come intimate dagli USA.
L’ Europa con la rappresentanza di Jutta Urpilainen, commissario per il partenariato internazionale della Commissione dell’Unione europea, e Annette Weber, la responsabile europea Rappresentante speciale dell’Unione per il Corno d’Africa, ha avuto un incontro lunedì 26 ottobre con il vice primo ministro e ministro degli Affari esteri dell’Etiopia, Demeke Mekonnen
Jutta Urpilainen ha portato il messaggio dell’ Unione Europea che è pronta a sostenere il governo etiope nelle questioni relative a clima, energia, sviluppo umano, salute, Covid-19, buon governo e sviluppo del settore privato. Ha inoltre presentato le preoccupazioni dell’UE, tra cui la necessità di avere un dialogo onnicomprensivo tra figure politiche, accesso illimitato all’approvvigionamento umanitario, indagini indipendenti sulle violazioni dei diritti umani e chiedere conto ai responsabili.
Demeke, da parte sua, ha espresso l’impegno dell’Etiopia a dare libero accesso all’assistenza umanitaria citando misure significative prese dal governo in questo senso. Demeke ha esortato l’Unione europea a estendere il suo sostegno umanitario Airbridge alle persone colpite nella regione di Amhara aggiungendo l’invito all’UE a condannare il TPLF per la sua trasgressione e a fare pressione sul gruppo affinché ritiri immediatamente i suoi soldati dalle aree occupate nella regione di Amhara.
Il Premier etiope il 29 ottobre 20201 ha presenziato al forum nazionale delle forze dell’ordine federali e regionali a Bahir Dar.
Un resoconto in amarico dell’evento è stato condiviso da FBC – Fana Broadcasting Corporate.
“La missione di distruggere il paese che il TPLF ha iniziato non è possibile seppellirla e distruggerla con una regolare organizzazione militare. È necessario proteggere l’esistenza del paese da tutti gli attacchi facendo partecipe tutto il popolo etiope e rendendolo una proprietà dell’Etiopia.”
E finisce con:
“Pertanto, vi invitiamo nuovamente a partecipare a qualsiasi dovere nazionale che vi giunga per salvare l’Etiopia.”
Una vera e propria agghiacciante chiamata alle armi verso tutti gli etiopi in nome della sicurezza nazionale contro i terroristi del TPLF.
Arriva il 30 ottobre 2021 il comunicato di Ned Price, portavoce del dipartimento di stato americano di cui riportiamo uno stralcio:
“Ribadiamo il nostro appello al Fronte di Liberazione Popolare del Tigray (TPLF) affinché si ritiri dalle regioni di Amhara e Afar, fermando anche la sua avanzata all’interno e intorno alle città di Dessie e Kombolcha. Esortiamo il TPLF a non usare l’artiglieria contro le città e ricordiamo le nostre forti obiezioni agli attacchi aerei dell’ENDF a Mekelle e in altre aree del Tigray che sono costati innumerevoli vite. Non esiste una soluzione militare a questo conflitto e tutte le parti devono avviare negoziati per il cessate il fuoco senza precondizioni.”
Il segretario americano Blinken comunica con un tweet che l’ America sta sanzionando 6 taget iraniani coinvolti nell’ utilizzo di droni legati al regime. Ci sono report, come segnalato da Antonio Mazzeo per Africa Express, che indicano che l’ Iran abbia fornito tali armi tecnologiche al governo etiope il quale starebbe sempre più aumentando gli armamenti con l’aspettativa di annientare il nemico tigrino nelle vesti di TPLF e TDF.
Si ricorda anche che il governo americano ha avviato qualche tempo fa un iter legale per confutare ed eventualmente dichiarare la guerra in Tigray come genocidio: se avesse esito positivo potrebbe cambiare le sorti di tutta questa disumana situazione creatasi per volontà politiche ed interessi.
Parallelamente alla chiamata alle armi di tutto il popolo etiope per l’unità nazionale e il bene dell’ Etiopia, il Consiglio di Stato Regionale Nazionale di Amhara ha dichiarato il 31 ottobre 2021 stato di emergenza, coprifuoco e sospensione di tutte le attività. Decreto in 9 punti riassunti in unione di risorse, armi, civili da mandare al fronte e sospensione di tutte le attività non necessarie a fronteggiare il nemico in battaglia.
Ormai si percepisce che la catastrofe umanitaria in corso in Tigray è solo l’apice, la punta dell’iceberg di una instabilità e di una potenziale guerra civile che sta dilagando in tutto il Paese.
Nel contempo c’è una stasi nella guerra politica e diplomatica di potere tra le realtà etiopi e la comunità internazionale che sembra non riuscire a sbloccarsi, aggravando sempre più la situazione e le vite di milioni di etiopi presi di mezzo senza aver possibilità di scampo se non attendere e sperare per le loro stesse vite.

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