Skip to content

La Corte Penale Speciale e le grandi aspettative della Repubblica Centrafricana

Il 19 aprile 2022, la Corte Penale Speciale ha aperto a Bangui il suo primo processo a carico di Issa Sallet Adoum, Yaouba Ousman e Mahamat Tahir, accusati di crimini di guerra e crimini contro l’umanità, commessi durante gli attacchi contro i villaggi di Koundjili e Lemouna, nella Repubblica Centrafricana (RCA), nel maggio 2019, nel corso dei quali furono trucidati molti civili.

La storia recente della RCA si è caratterizzata per un’alternanza di vari regimi autocratici complici di atrocità di massa, che hanno visto contrapporsi due gruppi principali, i Séléka, di origini musulmane, e gli anti-Balaka, di stampo cristiano animista. Nel 2003, un colpo di stato pose fine alla fragile democrazia multipartitica del Presidente Ange Félix-Patassé, spodestato dal Generale François Bozizé, che ha governato fino al 2013, quando fu a sua volta deposto dal leader Séléka Michel Djotodia. Si trattò di un cambio di potere che produsse una serie di violenze tra i Séléka e gli anti-Balaka, e che vide come vittima la popolazione civile.

Così la RCA è stata devastata quasi costantemente dalla violenza armata sin dal 2001. La gravità delle atrocità perpetrate e la seria instabilità del Paese portarono la comunità internazionale ad intervenire, ciò che condusse alla creazione di una operazione di peace-keeping dispiegata nel territorio centrafricano, la MISCA, “International support mission in the Central African Republic”, che fu supportata da una missione di peace-keeping francese, la “Sangaris operation”. Nel 2014, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (NU) istituì una propria operazione di pace, la MINUSCA (United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in the Central African Republic), che prese il posto della MISCA.

Un accordo di pace sotto l’egida delle NU fu firmato nel febbraio 2019 e condusse ad una certa stabilità, sia pur fragile, in molte regioni del Paese; ciononostante, allo stato attuale, più dell’80% del territorio non è controllato dal governo. Recentemente, la situazione è deteriorata considerevolmente. A seguito di elezioni presidenziali fortemente contestate, il 27 dicembre 2020, circa mezza dozzina di milizie armate si sono unite sotto un’unica bandiera, prendendo il nome di CPC (Coalition des patriotes pour le changement). Disapprovando il risultato delle elezioni, che videro trionfare Faustin-Archange Touadéra del Mouvement pour la Centrafrique Unie (MCU), eletto con il supporto degli  anti-Balaka, il CPC attaccò Bangui il 13 gennaio 2021, sotto la guida dell’ex Presidente François Bozizé, a cui una pronuncia della Corte Costituzionale aveva impedito la ricandidatura. L’attacco fu fronteggiato dalla MINUSCA, dalle forze governative e da mercenari russi, mentre il governo istituì lo stato di emergenza e impose il coprifuoco a partire dalle 18:00.

Tra le competenze della MINUSCA vi era la conduzione di indagini contro gli autori delle gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario commesse nel Paese. Inoltre, la missione avrebbe dovuto supportare l’apparato giudiziario domestico in una amministrazione della giustizia efficiente ed effettiva. La MINUSCA ha appoggiato il governo di unità nazionale e le elezioni di un nuovo Presidente nel 2016, Faustin Touadéra. Nel 2022, egli è il Presidente della RCA.

Ciononostante, il Paese continua ad essere caratterizzato da una instabilità politica e istituzionale, dove la violenza domina e il sistema giudiziario interno è incapace di rendere giustizia e perseguire i responsabili. Fu in tale contesto che nacque l’idea di istituire una nuova corte ad hoc proprio per sopperire all’incapacità di combattere l’impunità da parte delle corti nazionali. La nuova corte avrebbe dovuto giudicare i maggiori responsabili delle violenze e allo stesso tempo, facilitare la stabilità e la riconciliazione nel Paese. Proprio questi sono i principali obiettivi che accomunano atri tribunali internazionali ibridi, che devono conciliare la necessità di creare delle giurisdizioni domestiche con l’esigenza di porle sotto la “supervisione” internazionale. La Corte Penale Speciale, che opera in un ambiente ostile e in un clima turbolento, è nata con questo compito ed vi è da sperare che, attraverso una buona amministrazione della giustizia, sia anche in grado di ricondurre il Paese verso una pace durevole.

Torna su