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Il lutto nazionale greco che beffa le vittime dell’ultimo naufragio e quello universale che riguarda tutti noi

L’atto a chi non conosce le dinamiche della gestione dei flussi migratori e dei soccorsi – mancati – in mare potrà sembrare nobile, ma altro non è se non l’ennesima ipocrisia, una beffa che irride agli 83 morti (accertati per ora) dell’ultimo naufragio nei mari d’Europa.
I tre giorni di lutto nazionale per la strage di migranti proclamati dalla Grecia dopo la tragedia avvenuta mercoledì scorso al largo del Peloponneso rappresentano plasticamente  l’atteggiamento ipocrita di un intero continente, l’Europa.
Un vergognoso tentativo di distogliere l’attenzione dalle responsabilità che le autorità elleniche hanno in questa vicenda, senza dimenticare le denunce di Amnesty International e di altre Ong che ha evidenziato come la polizia frontaliera greca trattenga in maniera violenta e illegale gruppi di rifugiati e migranti attuando respingimenti illegali con “una politica di frontiera divenuta prassi”.
La tragedia del mare che si è consumata nel Mar Egro è la più grave di sempre: i sopravvissuti  poco più di un centinaio, hanno parlato di 750 persone a bordo, tra cui almeno 100 bambini.
Uomini, donne e piccoli innocenti… Ognuno con un nome, un volto. Con sogni e desideri, debolezze e paure. Accomunati da un solo elemento, la tragedia che si consuma giorno dopo giorno a largo delle nostre coste i cui fondali sono disseminati di barconi affondati con il loro carico di disperazione ma anche  per il peso della responsabilità di chi su quelle carrette del mare ce li ha spinti quei disperati perché altre vie di fuga dalle crisi umanitarie, dalle guerre, dalla povertà assoluta che vessano milioni di persone non ce ne sono.

Oggi sarà più difficile ignorare queste realtà, qualcuno ha già versati e verserà  lacrime di coccodrillo perché è più facile piangere che accogliere le migliaia, le centinaia di migliaia, di profughi che arrivano alla ricerca di un futuro in Europa, quell’Europa che stenta a superare egoismi e divisioni.

Ogni volta che arriva un barcone in Italia, che riesca ad approdare o che affondi in mare aperto lasciando l’incombenza alla nostra Guardia Costiera di recuperarne i naufraghi, c’è chi storce il naso e grida allo scandalo dei rifugiati accolti indiscriminatamente nel nostro Paese come negli altri Stati europei.

Visti da molti come ‘pesi morti’ che lo Stato si ‘accolla’ a scapito dei tanti italiani in difficoltà, non vengono considerati per quello che sono: dei disperati che rischiano la vita attraversando il Mediterraneo su imbarcazioni fatiscenti e pericolose, sempre stracolme, perché non hanno alternative.

E la maggior parte di loro soccombe al sogno di una vita migliore, di UNA VITA, persa nei flutti maligno di un mare insormontabile.
Ed è per loro che oggi Focus on Africa lista a lutto il suo sito, un lutto universale che dovrebbe riguardare l’Europa tutta e oltre.
Lo dobbiamo a quei cento bambini cullati dalle onde nel sonno eterno in una bara di ferro e acqua sul fondo di Pylos e a tutte le vittime di questa ultima, abnorme tragedia nel nostro Mediterraneo. Migranti che per le nostre istituzioni restano invisibili.

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