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I sacrifici rituali in Gabon, il sistema giudiziario inerte e il clima di impunità generale

Quello della stregoneria in Africa è un fenomeno molto diffuso, che spesso si accompagna a quello orrendo dei sacrifici rituali. I crimini rituali sono degli assassini sacrificali ordinati per dei fini di conquista del potere o di riuscita economica. Si tratta di fenomeni molto diffusi in Gabon, ma che non sono considerati una priorità dalle autorità nella lotta al crimine, che anzi tendono a banalizzare il fenomeno, mentre è considerato un tabù dalla popolazione civile e pertanto, scarsamente denunciato.

L’etnopsichiatra Tobie Nathan attribuisce alla stregoneria la finalità di trovare un responsabile alle sventure che affliggono la società.[1] Hanno un forte peso sulla popolazione africana le credenze mistiche e i segreti esoterici, che danno spazio nell’immaginario collettivo a personaggi stregoneschi incaricati di compiere sacrifici umani. La mentalità della società gabonese è fortemente impregnata di credenze soprannaturali. I crimini rituali o sacrifici rituali sono quei crimini commessi per prelevare organi nell’ambito di un rituale collegato a un determinato culto. Si tratta per lo più di una pratica d’ispirazione animista, commissionata generalmente da personnaggi che detengono un certo potere e che con tali pratiche intendono preservare o incrementare. Si tratta di élites potenti che si ritengono al di sopra della legge e ciò è comprovato dal fatto che questi delitti a volte vedono individuati solo gli esecutori, ma difficilmente i mandanti, che appartengono a classi privilegiate poiché solo quelle dispongono dei mezzi necessari per portare a compimento questo genere di operazioni molto complesse e dispendiose.

Il Gabon, paese ove le credenze esoteriche sono ancora molto diffuse, vede un aumento esponenziale di queste pratiche ad ogni tornata elettorale. Malgrado il Codice penale gabonese criminalizzi e punisca simili condotte, solo formalmente le autorità le condannano, mentre la società civile è rassegnata a contare le vittime. Le statistiche, poi, sono contraddittorie e non sempre attendibili, ciò che rende il fenomeno sottostimato quanto alla sua ampiezza. Hanno un forte peso sulla popolazione africana le credenze mistiche e i segreti esoterici, che danno spazio nell’immaginario collettivo a personaggi stregoneschi incaricati di compiere sacrifici umani. La mentalità della società gabonese, in particolare, è fortemente impregnata di credenze soprannaturali.

Negli ultimi anni, proliferano inchieste di crimini rituali da parte dei tribunali. I mandanti sarebbero deputati, ministri, senatori i quali, per accedere al potere e preservarlo, inviano dei sicari a sequestrare delle persone alle quali asportano la lingua, le mani, gli organi genitali, consegnati in seguito a dei fabbricanti di feticci.[2]

Vi sono diverse categorie di crimini a carattere rituale: i sacrifici umani, che si caratterizzano specialmente per il prelevamento di organi da cui si ricavano amuleti e feticci; la profanazione di tombe e cadaveri per le stesse finalità; gli stupri e gli incesti a carattere rituale, molto diffusi nell’ambiente familiare e pertanto, non denunciati, ma vi sono anche pratiche omosessuali da parte dei superiori nei confronti dei subordinati e le violenze sessuali contro gli albini o giovani fanciulle nel convincimento di poter guarire da certe patologie come la SIDA. Deve aggiungersi che, secondo le credenze, tanto maggiore è la potenza del talismano, che può arrivare a costare l’equivalente di 1.500,00 euro, quanto maggiore è la sofferenza della vittima. Considerata l’alta redditività di questo commercio, esiste un vero e proprio mercato nero transfrontaliero di resti umani provenienti sopratutto dalla profanazione di tombe, più accessibili delle vittime viventi.

Vi sono associazioni nazionali ed internazionali impegnate nella lotta a questo fenomeno. La principale è l’Association de Lutte contre les Crimes Rituels de Libreville (ALCR), che ha condotto inchieste e pubblicato rapporti sul fenomeno,[3] oltre ad aver promosso campagne di sensibilizzazione e offerto sostegno, anche sotto forma di assistenza medica e legale, alle famiglie delle vittime. Il fondatore è Jean Elvis Ebang Ondo, padre di un bambino vittima di un crimine rituale. Un’altra associazione che si occupa di crimini rituali commessi contro i bambini e gli albini è la francese SACRI International, che denuncia il fatto che “nelle società africane possedere un feticcio è più importante che possedere un diploma”.[4]

Dopo anni di battaglie a Libreville, l’ALCR, grazie anche al sostegno dell’ONG francese Agir Ensemble pour les Droits de l’Homme (AEDH), ha condotto una campagna di sensibilizzazione, educazione, informazione e mobilitazione della società civile circa il fenomeno dei crimi rituali in Gabon, specialmente nella regione di Woleu-Ntem. Questa organizzazione gabonese si è prefissa l’obiettivo di contribuire a promuovere e rafforzare i valori democratici e il rispetto del diritto alla vita in Gabon, combattendo contro i crimini rituali, i sacrifici umani, il cannibalismo e l’antropofagia.

Le vittime non appartengono ad una categoria particolare, anche se sono bersaglio di questi trafficanti gli appartenenti a classi disagiate o abitanti di villaggi isolati. Certamente gli obiettivi principali sono i bambini poveri o i figli di famiglie immigrate o disagiate, che non dispongono dei mezzi per ottenere giustizia. Circa il 70% delle vittime sono bambini. E’ raro che un bambino di una classe abbiente sia vittima di un sacrificio rituale. Le persone affette da handicap sono ugualmente più a rischio, per la loro incapacità di difendersi e naturalmente, vi sono le donne, sopratutto se appartenenti ad altre comunità.

Le autopsie sui corpi mutilati non vengono quasi mai eseguite, anche perché a carico delle famiglie delle vittime e anche per via della penuria di medici legali nel Paese. Pochi mandanti sono stati perseguiti dalla giustizia gabonese, tra cui, negli ultimi anni, spiccano un deputato e un senatore,[5] ma il sistema giudiziario resta piuttosto inerte , a tal punto da generare un clima di impunità generale.[6]

I serial killers vengono assoldati, a fronte di ingenti dazioni di denaro, da certi leaders religiosi, witchdoctors[7] o stregoni e incaricati di sequestrare e uccidere donne, bambini o uomini o perché accusati di feitiçaria,[8] perché ad esempio ritenuti colpevoli di qualche evento nefasto per la comunità o la famiglia, o perché da loro è possibile ricavare amuleti o feticci. Sono accusati anche dai membri della loro stessa famiglia, che in questo modo intendono sbarazzarsi di componenti scomodi, come ad esempio i bambini malati.Vi sono diverse tipologie di witchdoctors : i feiticeiros, le sangomas, i curandeiros, gli adivinhos.[9] I serial killers africani hanno una vita normale, amici, famiglia, sono spesso stazionari poiché non lasciano mai la loro casa e l’impiego, sono ben inseriti nella società, creando un legame psicologico tra questa e i leaders religiosi dai cui ordini essi dipendono.

Non di rado i leaders religiosi mandanti di crimini rituali e gli esecutori materiali agiscono solo per soddisfare pulsioni violente personali e sete di guadagni di varia natura, canalizzando l’istinto omicida verso una collettività pronta ad accettare quella violenza in virtu delle credenze nella magia nera e nella superstizione come strumento per l’ottenimento di vantaggi personali. La funzione dimostrativa e intimidatoria dei crimini rituali sulla società sottomessa è tanto più efficace quanto più efferata è la violenza perpetrata, per questo si assiste anche ad un elevato livello di overkilling.

Gli studiosi ritengono che vi siano molteplici difficoltà nell’analizzare il fenomeno : prima fra tutti l’assenza di dati precisi che possano circoscriverlo ; la complicità delle autorità, ma anche delle stesse comunità colpite, colpevoli di omertà verso quello che è considerato un tabù ; la paura di reagire delle popolazioni a causa della povertà e dell’ignoranza, ciò che induce a sottostare alle superstizioni ; l’atavica e cieca credenza nelle forze occulte della magia e nei poteri degli stregoni, molti dei quali traggono profitto proprio da questo mercato nero di feticci umani. In più, deve aggiungersi lo scarso studio del fenomeno, in quanto considerato estraneo alla cultura occidentale.

 

 

 

[1]Tobie Nathan, Medici e stregoni, Bollati Boringhieri, Torino, 1996.

[2]Joseph Tonda, L’impérialisme postcolonial. Critique de la société des éblouissements, Karthala, Paris, coll. « Les Afriques », 2015.

[3]  ALCR, « Rapport moral », 31 dicembre 2015.

[4]   Philippe Makinalok, « Sacri International lance le projet ‘Tous vigilants contre les crimes rituels’ au Gabon », Info241, 08 settembre 2017.

[5]   Vignon Boniface, « Les crimes rituels au Gabon », RFI, 28 giugno 2013.

[6]  Mary André et Mebiame-Zomo Maixant, « Épidémie de ‘crimes rituels’ au Gabon. Des affaires de sorcellerie au scandale de l’impunité », in Fancello Sandra (dir.), Penser la sorcellerie en Afrique, Hermann, marzo 2015.

[7]Il termine witchdoctor fu introdotto dallo scrittore Robert Montgomery nel 1836, ad indicare un tipo di guaritore incaricato di curare malattie ritenute derivanti da atti di stregoneria.

[8]Pratica mirante ad ottenere un vantaggio personale e non collettivo, le cui vittime sono sopratutto bambini. Risale alla cultura bandu del sec. XI dell’Africa subequatoriale.

[9]Sabrina Avakian, African Serial Killers – tra magia, superstizione e omicidi rituali, Peritare, Roma, 2015, p. 12 ss.

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