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Storie

Guinea, storia di un popolo ucciso in nome della provenienza etnica: i Pular

Buongiorno, sono Oumar Barry, studio in Italia e il mio paese natale è la Guinea Conakry. Vorrei condividere con voi un piccolo pensiero per spiegare quello che sta accadendo alla mia etnia, ovvero l’etnia Pular. Sogni persi, anime cadute, un’intera comunità vittima dell’ingiustizia dei suoi fratelli. Io faccio parte di questa comunità, figlio di questo…

Buongiorno, sono Oumar Barry, studio in Italia e il mio paese natale è la Guinea Conakry. Vorrei condividere con voi un piccolo pensiero per spiegare quello che sta accadendo alla mia etnia, ovvero l’etnia Pular.
Sogni persi, anime cadute, un’intera comunità vittima dell’ingiustizia dei suoi fratelli. Io faccio parte di questa comunità, figlio di questo paese che piange la morte del fratello e della sorella freddamente sconfitti senza secondi fini.
Io faccio parte di questa comunità sequestrata, uccisa in nome della provenienza etnica Pular.
Io faccio parte di questa comunità uccisa a causa di ciò che scorre nelle vene dei Pular.
Io sono questa comunità nata in Guinea, vittima delle ingiustizie del potere, che piange giorno dopo giorno.
Appartengo a questa comunità senza averlo scelto e ne sono orgoglioso.
Padri e madri piangono ogni giorno, fratelli e sorelle continuano a versare lacrime, cugini senza speranza; le famiglie sono in lutto, figli di una comunità con disabilità permanente, una comunità senza vita facile.
Il mio cuore sanguina, secondo voi dovrei provare disperazione? Ci sarà un pò di speranza per noi? I nostri sogni sono persi e la mancanza di giustizia ci ferisce più che mai, degni figli di questo paese trionferà la giustizia. Quello di cui vi sto parlando è una lotta che dovrebbe accomunare tutto il paese non una semplice etnia.
Inizierei precisando che non sono né un politico, figuriamoci un membro dell’UFDG, il partito del Cellou Dalein, per coloro che sentono che il partito non è in grado di difendere la sua vittoria, vorrei dire loro che gli stanno dando un brutto percorso. Siamo in una Repubblica governata da leggi che includono un codice elettorale ed istituzioni repubblicane tra cui una CENI( Commissione Elettorale Nazionale Indipendente) e una Corte costituzionale, abbiamo anche un esercito che dovrebbe essere repubblicano e difendere l’integrità territoriale e le basi della democrazia e dell’unità nazionale. In un tale spazio ufficialmente dotato di un quadro giuridico, istituzionale e regolamentare, non spetta al partito che ha vinto le elezioni far valere i risultati delle urne, ma piuttosto alle istituzioni repubblicane e in particolare all’esercito.
A coloro che si dicono delusi dal fatto che l’UFDG e l’Alleanza che l’hanno accompagnata in queste elezioni non abbiano preparato un piano B sapendo che il signor Alpha stava per imbrogliare e imporre la forza e la violenza, anch’io sono stupito da questa situazione. Cosa vuoi che facciano? Impegnarsi in una lotta armata per vincere? No, un partito politico non ha un esercito ma piuttosto un elettorato.
Cari connazionali, lasciate che vi dica che questa crisi è lungi dall’essere giunta alla fine. Ma se c’è un perdente, è il popolo della Guinea nel suo insieme e non un semplice partito o candidato. Sono le persone che escono da questo processo elettorale con crimini umani e danni materiali mai conosciuti su tale scala. È il popolo della Guinea che continuerà a subire al massimo grado ingiustizie, corruzione, divisione, malgoverno e precarietà economica, è il popolo della Guinea che continuerà a rimanere senz’ acqua, elettricità, infrastrutture di trasporto, servizi sanitari, un’istruzione di qualità, pace sociale e di conseguenza resterà senza niente.

Cellou Dalein Diallo e la sua alleanza hanno dimostrato a tutto il popolo della Guinea di essere pronti sia attraverso l’ottima campagna condotta ma anche e soprattutto attraverso l’organizzazione e l’innovazione che hanno dimostrato attraverso la loro commissione elettorale che, in meno di 24 ore dopo le elezioni, è stata in grado di raccogliere, elaborare e analizzare i dati dei seggi elettorali. Il rapporto che hanno presentato alla stampa nazionale e internazionale e ai diplomatici accreditati in Guinea è una performance mai raggiunta prima nel nostro Paese; hanno saputo riunire e valorizzare risorse umane, materiali e tecniche di cui lo stesso CENI non dispone. Da parte sua, l’istituzione elettorale nazionale ha gettato vergogna e discredito su tutta la Guinea per i dati vergognosi presentati ma anche e soprattutto per la loro totale subordinazione a un sistema totalmente corrotto. All’estero, tutta la Guinea è diventata uno zimbello.
Il sistema che ci governa e al quale alcuni di noi sembrano rassegnarsi è una macchina che schiaccia talenti virtuosi e patriottici , determinati nel far uscire la Guinea dalla routine. Questo sistema non è un Ercole imbattibile, ma se vogliamo riuscire a sconfiggerlo, avremmo bisogno di più determinazione, unità, vigilanza, obiettività meno rassegnazione, ipocrisia, odio e infine molta fede. Non importa se Alpha Condé viene mantenuto o meno, quello che so precisamente è che il nostro Paese ha appena preso un’altra grave battuta d’arresto sul piano democratico, su quello dei diritti umani e purtroppo su quello della coesione sociale / nazionale. Abbiamo appena ampliato e approfondito il divario di ingiustizia, impunità, frustrazioni e sfiducia nel nostro paese.
Alpha Condé partirà a breve, naturalmente o artificialmente, ma il suo tempo non è da meno. Purtroppo il sistema che lo ha mantenuto e che presto se ne sbarazzerà è già molto in anticipo per continuare a confiscare la democrazia e le risorse del nostro Paese per trattenerci ancora e ancora in questa situazione “né guerra né pace “.
La lotta per l’alternanza e la giustizia deve continuare a costo della nostra vita e tutti possono dare il loro contributo alla costruzione di una Guinea unita, democratica e giusta. Non è un mare da bere o una montagna da distruggere, ma piuttosto una questione di visione, coordinazione e audacia.
Il presente e il futuro della Guinea saranno ciò che vogliamo che siano.
La soluzione ai problemi guineani verrà dagli stessi guineani.

Concludo ribadendo la mia più ferma condanna delle barbarie che sono e continuano ad essere perpetrate dallo Stato su cittadini prevalentemente fulani, il cui unico torto è stato quello di chiedere un’alternanza democratica e appoggiare un candidato di loro scelta.

Possa Dio venire in aiuto dei popoli oppressi e punire nella maniera più atroce gli autori ed i loro complici.

1. Mi assumo la responsabilità di tutte le mie affermazioni e sono pronto a rispondere a qualsiasi autorità giudiziaria ora o in futuro;
2. Cellou Dalein è l’unico Presidente che ora riconosco in Guinea.

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