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Gli Yoruba: comunità africana dalla complessa religione, storia e cultura

Sono più di 40 milioni di persone e vivono prevalentemente in Nigeria, Benin, Ghana, Sierra Leone, Togo e Costa D’avorio. Stiamo parlando del popolo Yoruba, antica popolazione africana dalla complessa religione, storia e cultura, dotata di una particolare forma d’arte che occupa un posto di rilievo all’interno di ogni singola comunità. Molte celebrità africane appartengono al popolo Yoruba, e tra queste possiamo citare: i calciatori Emmanuel Adebayor e Obafemi Martins, l’ex presidente della Nigeria Olusegun Obasanjo e il grande musicista Fela Anikulapo Kuti. Il popolo Yoruba, tende a far risalire la propria origine a livello culturale ad un uomo chiamato Odùduwà, secondo alcuni un guerriero proveniente dal Sudan o dalla Mecca, unificatore di popoli diversi e fondatore della monarchia in quelle terre in tempi antichi. Da altre fonti, Odùduwà viene considerato l’inviato del Creatore Olorun, e “padre” dei primi uomini formati con l’argilla Ile-Ife, una versione da poter ricollegare alla quasi omonima Dea della Terra Odudua. A livello storico invece, la civiltà Yoruba si sviluppa intorno a Ife, una sorta di città/stato popolata all’incirca dal IV secolo a.C., e che verso il 900 d.C. vantava il controllo sui territori degli attuali stati di Benin, Togo e Nigeria, ai tempi considerati un ottimo centro culturale e politico e secondo gli Yoruba fondati dal grande condottiero Oduduwa. Ai tempi, i vari monarchi, spesso soggetti a destituzione da parte del consiglio, erano denominati Obas, e le loro antiche città stato, oltre ai regnanti, erano anche governate da nobili, mercanti e vari rappresentanti di gilde. Grandi poi, furono in epoca precoloniale le pressioni subite dagli Yoruba da parte del Califfato di Sokoto, un impero islamico fondato da uno studioso del Corano di etnia Fulani di nome Uthman Dan Fodio, respinte dall’esercito della città Yoruba di Ibadan solo nell’anno 1840. In seguito, i tanti regni Yoruba e le popolazioni limitrofe, entrarono in conflitto tra di loro a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo, decretando la fine della civiltà di Ife. Infine, nell’anno 1896, il territorio passò nelle mani dell’Impero britannico, e successivamente, nell’anno 1901, lo stato della Nigeria divenne un protettorato della Gran Bretagna. Come già detto all’inizio, per gli Yoruba l’arte da sempre occupa un posto rilevante all’interno delle varie comunità, tanto da far riconoscere come patrimonio UNESCO il loro stile narrativo e teatrale. Ma ora arriviamo al momento clou, a ciò che più contraddistingue questo popolo: la religione. Importata durante la tragica tratta degli schiavi anche nel nuovo mondo a metà del 1500 (conosciuta come Regla de Ocha o Santeria a Cuba), la religione tradizionale Yoruba, è composta da un folto olimpo di divinità denominate Orixas. Ma come ho già spiegato in un precedente articolo qui su Focus on Africa Magazine: “Per riassumere grosso modo il concetto di questo culto dobbiamo partire da Olofi/Olorun/Olodumare, che rappresentano similmente alla Santissima Trinità il Creatore di ogni cosa, la legge universale e l’immensa forza vitale del tutto. Questa figura suddivisa in tre differenti manifestazioni è fonte di un dono denominato Aché, ovvero l’energia spirituale e la grazia. Ad accompagnare il Creatore ci sono gli Orixas, che potremmo definire semidei o messaggeri e funzionari della divinità primordiale, alcuni dei quali esseri umani di grande valore diventati Orixas in seguito alla morte terrena. Ogni Orixas è rappresentato da una propria iconografia, musica e rituale”. Ad ogni modo, al giorno d’oggi, molti Yoruba in Africa si sono convertiti all’Islam e al Cristianesimo, e solo nelle Americhe e nei Caraibi viene ancora praticato questo antico culto dalla maggioranza degli abitanti, anche se fonti certe attestano che ancora in tempi recenti, una significativa fetta di popolazione continua a praticare la religione tradizionale anche nei territori africani.

“Mi chiamo Samira Mhait, una ragazza anglo marocchina nata e cresciuta in Italia, spiritista, Iyawo, Santera e figlia di Yemayà, e questa è la mia dedica alla terra d’Africa, al popolo Yoruba e al culto degli Orixas, con la benedizione del mio padrino Hector Navarro Bombu”.

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