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Portando i loro bambini sulla schiena e in braccio, madri preoccupate si accalcano nei centri di screening nutrizionale sostenuti dall'UNICEF nel Tigray, la regione più settentrionale dell'Etiopia. Sito ufficiale dell'Unicef USA

Etiopia, ONU: “Una pace sfuggente: ancora crimini di guerra”

Ad un anno dagli accordi di pace, un nuovo rapporto delle Nazioni Unite afferma che in Etiopia proseguono i crimini di guerra e contro l’umanità.

Un pace sfuggente: i crimini di guerra.

Nonostante gli accordi di pace di Pretoria, che hanno messo fine alla guerra tra lo stato federale e le forze armate tigrine, la pace sembra ancora lontana. Il rapporto, molto dettagliato, non pone solo l’accento alla regione del Tigray, ma riporta fatti e dati relativi alla regione dell’Oromia, della regione Afar e di quella Amhara.

Un rapporto che arriva sullo sfondo di un futuro incerto per gli esperti della Commissione dei diritti umani, incaricata di investigare sulle violazioni dei diritti umani e sui crimini di guerra commessi nel paese. Il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani infatti, all’inizio del prossimo mese dovrà decidere se estendere o meno di un ulteriore anno il mandato del team che ha operato nel paese. Un decisione sulla quale pesa la posizione, affatto incline, del governo etiope.

crimini di guerra

Il rapporto cita le uccisioni indiscriminate, la distruzione di scuole ed ospedali, l’utilizzo della “fame” come arma di guerra, gli stupri ed i saccheggi commessi da tutte le parti sul campo. Ma è lo stesso Mohamed Chande Othman, presidente della commissione internazionale di esperti sui diritti umani in Etiopia, ad affermare che la situazione nel paese rimane “estremamente grave” nonostante l’accordo di pace firmato a novembre 2022.

crimini di guerra

Anche se la firma dell’accordo può aver messo a tacere le armi, non ha risolto il conflitto nel nord del paese, in particolare nel Tigray, né ha portato ad alcuna pace globale“, ha detto ai giornalisti in quel di Ginevra. “Gli scontri violenti sono ormai su scala quasi nazionale, con notizie allarmanti di violazioni contro i civili nella regione Amhara e di atrocità in corso nel Tigray“, per concludere sul come le gravi violazioni dei diritti e la crescente “securitizzazione” in Etiopia “portino rischi caratteristici di ulteriori crimini atroci”.

In particolare il rapporto si concentra sulle truppe eritree ancora presenti nella parte settentrionale del Tigray e sulle milizie Amhara, che proseguono a commettere gravi violazioni, tra le quali lo “stupro sistematico e la violenza sessuale su donne e ragazze”.

crimini di guerra

Radhika Coomaraswamy, prima Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, ha affermato che la presenza delle truppe eritree in Etiopia dimostra non solo “una radicata politica di impunità, ma anche un continuo sostegno e tolleranza verso tali violazioni e crimini di guerra da parte del governo federale”.

Intere famiglie sono state uccise, i parenti costretti ad assistere a crimini orribili contro i loro cari, mentre intere comunità sono state sfollate o espulse dalle loro case“, ha aggiunto.

La violenza ha lasciato almeno 10.000 persone colpite da stupri e altre violenze sessuali.

Nel rapporto , la squadra delle Nazioni Unite ha accusato il governo di “mancanza di collaborazione“, soffermandosi sul tentativo del governo etiope di costruire una propria commissione sui diritti umani, un tentativo di eludere il controllo internazionale, a detta degli uomini dell’ONU. Elusione completa invece quella del governo eritreo, che non ha risposto alle richieste della commissione sul suo presunto ruolo nei crimini di guerra e nelle violazioni dei diritti umani commessi nella regione del Tigray.

Secondo una stima basata su dati di ben centri sanitari del Tigray, sarebbero circa 10000 le persone sopravvissute alle violenze che hanno richiesto assistenza sanitaria tra l’inizio del conflitto e il mese di Luglio 2023. Eppure la commissione ha affermato di essere a conoscenza di solo 13 casi completati e 16 pendenti nei tribunali militari che affrontano la violenza sessuale commessa durante il conflitto.

Crimini di guerra

Etiopia, è stato d’emergenza nella regione Amhara

Violazioni e crimini che hanno coinvolto e stanno coinvolgendo anche oggi le regioni di Oromia e Amhara, a mesi di distanza della firma degli accordi di pace. Nel mese di Agosto il governo ha annunciato lo stato di emergenza per quest’ultima a casa di frizioni con le milizie Fano, divenute ben presto scontri armati, che hanno coinvolto gran parte della regione e che hanno causato vittime e ulteriori sfollati interni.

Etiopia, Oromia: non si fermano i massacri di civili

La Commissione punta il dito proprio sulle incarcerazioni di cittadini oromo ed amhara seguite agli scontri. Presume infatti che siano migliaia i cittadini detenuti senza motivo a causa della profilazione etnica. Ma le “detenzioni arbitrarie e di massa” seguite ai bombardamenti con droni ed ai combattimenti con armi pesanti che hanno coinvolto civili inermi, dopo il tentativo del governo di incorporare le milizie regionali all’interno delle forze di sicurezza federali nel mese di Aprile scorso.

 

 

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