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I primi passeggeri del volo del 28 Dicembre, atterrato a Mekelle.

Etiopia. L’esercito eritreo lascia lentamente il Tigray

Le truppe eritree stanno abbandonando lentamente la regione del Tigray. Anche se la loro presenza ci viene ancora confermata in molte località del nord della regione, colonne di soldati sono state avvistate attraversare il confine.

Tigray – Mekelle. La conferma del ritiro ci arriva direttamente da fonti locali. Cerchiamo di capire come procede il processo di pace tra il governo federale e la leadership politica tigrina.

Le colonne dell'esercito eritreo in ritirata verso il confine da Adwa via Rama. 2 Gennaio. Ph. Legacy Tigray
Le colonne dell’esercito eritreo in ritirata verso il confine da Adwa via Rama. 2 Gennaio. Ph. Legacy Tigray

Anche se l’Eritrea non è mai stata coinvolta nel processo di pacificazione in atto, né la sua presenza mai confermata in atti ufficiali né menzionata nell’accordo di Pretoria del 2 Novembre, la perdurante presenza delle truppe di Asmara ha creato non pochi dubbi sulla road map per la pacificazione.

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Truppe eritree vengono ancora segnalate in alcune località. Qui, in foto riportanti la data del 1 Gennaio, alcuni soldati eritrei nella città di Shire.
Truppe eritree vengono ancora segnalate in alcune località. Qui, in foto riportanti la data del 1 Gennaio, alcuni soldati eritrei nella città di Shire.

Dopo due anni di guerra, nei quali gli eritrei si sono macchiati di crimini di guerra e violazioni dei diritti fondamentali a danno della popolazione del Tigray, la loro presenza è divenuta un ostacolo all’attuazione e all’implementazione del processo di pace; il ritiro di ogni forza combattente straniera dalla regione infatti è una delle principali condizioni definite dall’incontro di Nairobi (Kenya) del 12 novembre.

Le prime notizie del ritiro arrivano all’indomani della visita di una delegazione di funzionari del governo, avvenuta il 26 Dicembre a Mekelle. Un’occasione per i 50 alti membri dell’esecutivo, guidata dal Presidente del Parlamento Ato Tagesse Chaffo, per discutere con i leader del Tplf l’implementazione del processo di pace e stabilire il disarmo del TDF, con la cessione delle armi pesanti alle truppe federali.

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La delegazione del governo etiope a Mekelle, a colloquio con i leader del Tplf. Quinto da sinistra il Presidente del Parlamento etiope Tagesse Chaffo.
La delegazione del governo etiope a Mekelle, a colloquio con i leader del Tplf. Quinto da sinistra il Presidente del Parlamento etiope Tagesse Chaffo.
I primi passeggeri del volo del 28 Dicembre, atterrato a Mekelle.
I primi passeggeri del volo del 28 Dicembre, atterrato a Mekelle.

Mekelle. Due giorni dopo, il 28 Dicembre, la Ethiopian Airlines ha confermato il ripristino dei voli commerciali di collegamento da Addis Abeba (oggi, 2 Gennaio, il primo volo verso Shire – ndr).

In questi stessi giorni la Ethiopian Broadcasting Corporation ha affermato che la Ethio-Telecom ha ripristinato linee telefoniche nella regione (per ora abbiamo conferma del ripristino certo nelle 27 maggiori località) cosa che ha permesso il riavvio delle attività delle 61 succursali bancarie della Ethiopian Commercial Bank.

Passi importanti che hanno permesso alla delegazione dell’Unione Africana di giungere nel capoluogo tigrino, il 29 Dicembre. La missione degli inviati dell’UA è quella di monitorare e verificare il rispetto del piano di intervento degli accordi di Pretoria.

A tal fine, da ieri è iniziato il dispiegamento della polizia federale a Mekelle, che dovrà sostituire la polizia regionale.

Le forze di polizia dovranno garantire la sicurezza nella regione e lavorare di concerto con la commissione dell’Unione africana per garantire il rispetto dei termini stabiliti nell’accordo e segnalare eventuali violazioni.

Un meccanismo della durata di sei mesi, composto da appartenenti delle due parti, inviati dell’Unione africana (UA) e membri dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo (IGAD) e coadiuvato e supportato da un board di dieci membri approvati dai contendenti.

All’ordine del giorno, oltre al ripristino dei servizi di base nella regione, l’accesso umanitario incondizionato a tutta la regione, il disarmo delle milizie e il ritiro completo delle truppe eritree e delle milizie ahmara ancora presenti nel Tigray.

Il raggiungimento di questi obiettivi risulta essere la conditio sine qua non affinché l’implementazione dell’accordo risulti raggiunta in pieno. Difficile parlare di pace fino a quando le truppe eritree solcheranno le valli del Tigray, difficile parlare di pace finché la fame incomberà sulla vita dei tigrini.

 

 

 

 

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