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Interviste

Camerun, si aggrava il conflitto in Ambazonia. Intervista con il vice presidente Abongwa

Se si parla di Africa, sono tante le storie da raccontare, e una di quelle che di certo non ha ancora avuto un lieto fine è quella dell’Ambazonia, un territorio situato nella parte sud ovest dell’attuale Camerun, che come tutti sappiamo, è governato da decenni dal Presidente Paul Biya. La situazione in Ambazonia, la terra…

Se si parla di Africa, sono tante le storie da raccontare, e una di quelle che di certo non ha ancora avuto un lieto fine è quella dell’Ambazonia, un territorio situato nella parte sud ovest dell’attuale Camerun, che come tutti sappiamo, è governato da decenni dal Presidente Paul Biya. La situazione in Ambazonia, la terra degli Amba, conosciuta anche con il nome di Ambaland, con capitale Buea, è una delle pagine più tristi di tutta la storia contemporanea. Omicidi, arresti, torture, minacce e misteriose sparizioni, per una giustizia e una indipendenza negata agli Ambazoniani (indigeni del Cameroon anglofono), oppressi dal governo francofono del Presidente Biya. L’Ambazonia è dotata di propri confini, di una bandiera, di un inno nazionale, di una costituzione, di un sito web, di un canale televisivo (ABC Amba Television) e di un presidente chiamato Samuel Ikome Sako (in carica da circa due anni dopo il rapimento ad opera del governo Camerunese del suo predecessore Sisiku AyukTabe Julius in Nigeria e la sua estradizione in Camerun dove è attualmente in prigione a Yaoundé). Nel 1961, al termine del regime coloniale, non fu concesso al popolo del British Southern Cameroons (Ambazonia) di poter scegliere l’indipendenza, ma solo di poter essere annesso al Camerun o alla Nigeria, violando il loro diritto all’autodeterminazione e creando disagi sociopolitici tra il governo e la popolazione che vanno avanti ancora oggi. Per conoscere più da vicino e con maggiori dettagli la situazione, abbiamo deciso di intervistare il Dottor Abongwa Hariscine Keng, il Vice Presidente del Governo ad Interim della Repubblica Federale dell’Ambazonia, uno stato autoproclamato dagli indigeni dell’ ex British Southern Cameroons (Ambazonia) dal primo ottobre 2017 per reclamare la restaurazione della loro indipendenza.

1) Vice Presidente Abongwa, buongiorno e grazie di essere qui. Molti non conoscono l’Ambazonia e la sua storia, sarebbe così gentile da farci un piccolo riassunto?

E’ difficile riassumere l’attuale situazione e lo stato di guerra in atto in Ambazonia. Se i lettori interessati dedicassero un poco del loro tempo, potrebbero comprendere i motivi dell’insurrezione dell’Ambazonia e del genocidio che si sta consumando in questo momento. Cercherò di spiegare ciò che ha indotto il popolo dell’Ambazonia a chiedere il riconoscimento della propria identità politica e storica, dopo il fallimento della decolonizzazione avvenuta sotto l’egida dell’ONU nel 1961.
Il nome Ambazonia deriva dalla baia di Ambas, che si apre nel golfo di Guinea, ed è situata a nord-est dell’Oceano Atlantico. Ambazonia o propriamente Repubblica Federale dell’Ambazonia (Federal Republic of Ambazonia) nota anche come Camerun Meridionale (Sounthern Cameroons), è una nazione dell’Africa centro-occidentale, recentemente autoproclamatasi indipendente (1 ottobre 2017) e in attesa di riconoscimento da parte dell’ONU della propria sovranità nazionale.

L’Ambazonia confina con la Repubblica Federale di Nigeria a a ovest e a nord, con la Repubblica del Camerun a est, e con il Golfo di Guinea a sud. Ha una superficie di 42710 Kmq (superiore alla superficie di 30 stati membri dell’ONU e pari ad 1/4 della superficie dell’Italia). La popolazione conta oltre 5 milioni di abitanti e l’inglese è la lingua ufficiale. Il territorio è ricco di risorse naturali (olio, minerali, legnami…) a cui sono riconducibili oltre 60% del PIL di tutto Camerun, cioè compreso il territorio francofono.

L’ONU, già prima del 1954, considerava il Camerun Meridionale (detto Sounthern Cameroons alias Ambazonia) geograficamente distinto, affidando l’amministrazione temporanea alla Gran Bretagna, in attesa  dell’autodeterminazione, come previsto dall’articolo 76b della Carta delle Nazioni Unite. Durante il periodo che va dal 1954 al 1961 e in attesa dell’applicazione della suddetta norma dell’ONU, il Camerun Meridionale era politicamente organizzato come una democrazia parlamentare quindi aveva un proprio Governo con un Parlamento e i propri ministri, una Magistratura e un Senato.

In previsione dell’indipendenza, l’11 febbraio 1961 l’ONU ha indetto un Plebiscito, in cui furono presentate ai cittadini del Camerun Meridionale le seguenti due domande che riporto in lingua inglese: “a) Do you wish to achieve indipendence by joining the indipendent Federation of Nigeria?”(“Vorresti ottenere l’indipendenza unendoti con la Federazione indipendente della Nigeria?”) “b) Do you wish to achieve indipendence by joining the indipendent Republic of the Cameroons?” (“Vorresti ottenere l’indipendenza unendoti con la Repubblica indipendente del Camerun?”). Questo per far capire che, apparentemente, non c’era la volontà politica di rendere l’Ambazonia un paese indipendente. Le motivazioni per imporle di associarsi ad una di questi due stati indipendenti, erano sostanzialmente dovute alla scarsa autonomia economica dell’Ambazonia e al rischio di una colonizzazione da parte di altri stati più grandi e più forti.
Quindi al Camerun meridionale (Ambazonia) non fu concessa la possibilità di votare per una terza opzione, cioè di poter continuare ad essere un territorio autonomo, così come era stato già per 7 anni, e nonostante fosse già stato classificato dall’ONU, quale ex territorio sotto amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite di Classe B, cioè un territorio che aveva raggiunto la maturità per ottenere l’indipendenza. Quindi i cittadini che potevano votare per il plebiscito sono stati costretti a scegliere tra Camerun e Nigeria e la scelta è ricaduta su “La Republique du Cameroun” (ovvero la Repubblica del Camerun, LRC), indipendente dalla Francia dal 1 gennaio 1960.

Per validare il suddetto plebiscito, il 21 aprile 1961, ben sessantaquattro paesi approvarono la risoluzione 1608 (XV) dell’ONU, che concedeva l’indipendenza al territorio sotto amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite, il Camerun Britannico del Sud (British Southern Cameroons alias Ambazonia), a partire dal 1 ottobre 1961.

Il Regno Unito come amministratore fiduciario di questo protettorato dell’ONU, Ambazonia, fu delegato dall’ONU stessa a definire i termini di questo processo di unificazione e a mediare la firma del trattato d’unione tra i due stati, Ambazonia (British Southern Cameroons) e la Repubblica del Cameroon.

Ad oggi, questo trattato d’unione non è mai stato convalidato dalle Nazioni Unite, conformemente all’Articolo 102 (1) della RISOLUZIONE 1608 (XV) dell’ONU, poiché non è mai stato firmato un trattato d’unione tra i due stati, cioè tra il Camerun Meridionale (Ambazonia) e La Republique du Cameroon, poichè la conferenza tripartita di Foumban tenutasi dal 17-21 luglio 1961 su mandato dell’ ONU, a cui dovevano presenziare rappresentanti per La Repubblica del Camerun, per il Camerun Meridionale (Ambazonia) e per il Regno Unito, allo scopo di definire un trattato di Unione e di pianificare la dichiarazione di indipendenza, precisamente per il 1 ottobre 1961, fu inconcludente, anche a causa dell’assenza da parte del amministratore fiduciario delegato dall’ONU, il Regno Unito.

Fu così che il 1 settembre 1961, quindi pochi mesi dopo, il confinante nuovo Stato indipendente della Repubblica del Camerun (anch’esso ex territorio sotto amministrazione fiduciaria delle Nazioni Unite classificato in Classe B) ha presentato un disegno di legge al suo parlamento, proponente l’occupazione dell’Ambazonia, così violando le disposizioni di affidamento delle Nazioni Unite sul Camerun Meridionale. Infatti “La Republique du Cameroun”  inviò le proprie truppe nel Camerun Meridionale il 30 settembre 1961, dando inizo ad un processo di annessione e occupazione illegale dell’Ambazonia.

Dal 1 ottobre 1961 (data prefissata per la dichiarazione dell’indipendenza dell’Ambazonia) ad oggi, la convivenza illegale con la Repubblica del Camerun, di quella che doveva essere una federazione tra due nazioni con parità di status, è invece stata caratterizzata da evidenti azioni di emarginazione, ingiustizia sociale e dal tentativo di assimilazione del popolo dell’Ambazonia.

Nel novembre 2016, proteste pacifiche da parte di insegnanti e avvocati contro il tentativo, da parte del governo Camerunese, di assimilare il sistema educativo anglosassone e il sistema giuridico del diritto comune dell’Ambazonia, ha rappresentato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, in quanto ha consolidato la convinzione del popolo dell’Ambazonia di opporsi al tentativo di fare svanire completamente i valori cardine della nostra identità politica e culturale, nell’intento manipolativo da parte del governo del Camerun, di completare l’assimilazione degli indigeni dell’Ambazonia.

Oggi, dopo circa 4 anni, contrariamente ai numeri sottostimati dalle istituzioni e dalle organizzazioni umanitarie internazionali, la situazione reale della crisi umanitaria in Ambazonia è in progressivo deterioramento, con circa 15000 morti, 500,000 rifugiati in diversi paesi soprattutto in Nigeria, 5000 detenuti, 2 milioni di sfollati interni (“Internally Displaced Persons”), 400 villaggi incendiati e 800,000 bambini deprivati dal loro diritto all’educazione.

Jan Egeland, il segretario generale del NRC (Norwegian Refugee Council – Consiglio Norvegese per i Rifugiati), un partner di cooperazione dell’UNHCR (specifica cos’è) ed ex consigliere speciale dell’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, ha affermato in una presentazione del TEDx Talk a settembre 2019 che, in un sondaggio basato su quattro criteri di valutazione delle crisi umanitarie nelle aree di conflitto e disastro di tutto il mondo (numero di sfollati derivanti dalle crisi, volontà politica di risolvere le crisi, attenzione dei media internazionali alle crisi, assistenza finanziaria concessa per i soccorsi) il Camerun è stato classificato come primo, tra i 10 principali paesi dove LA CRISI UMANITARIA È LA PIÙ TRASCURATA AL MONDO.

Concludendo, direi che si è passati dalle proteste pacifiche al conflitto vero e proprio e successivamente alla  dichiarazione di guerra  del Presidente del Camerun, il 30 novembre 2017, contro il popolo dell’Ambazonia, che è alla base del genocidio attuale in Ambazonia. L’ingiustizia sociale ha portato ad una risposta armata da parte del governo del Camerun francofono. Le uccisioni da parte dei militari camerunesi, che occupano illegalmente il territorio dell’Ambazonia, non hanno fatto altro che radicalizzare la popolazione e trasformare, quella che era nata come una protesta pacifica, interna all’attuale crisi internazionale, con richiesta per la revisione del processo di decolonizzazione, in un efferato genocidio.

Invito pertanto i lettori interessati a conoscere l’attuale situazione di genocidio in Ambazonia, sconosciuta al mondo, a visitare il sito internet www.ambazoniagenocidelibrary.com e a visitare Il sito https://dataverse.scholarsportal.info/dataverse/Cameroon per le numerose incidenze verificate che sono documentate nel database dei crimini contro l’umanità in Ambazonia dai ricercatori dell’Università di Toronto in Canada.

2) Lei vive a Parma, in Italia. Ha difficoltà ad avere contatti con la sua famiglia o gli amici? Mi spiego meglio. È in atto una censura da parte del Camerun francofono riguardo alle comunicazioni dall’estero?

Sì. In linea di massima, l’intento del governo del Camerun di occultare l’entità del conflitto e le atrocità inflitte al popolo dell’Ambazonia, oltre all’intento di ostacolare il nostro tentativo di sensibilizzare il mondo intero, sulla legittimità della nostra richiesta, possono essere documentate dalle numerose azioni di censura, evidenti o sospette da parte governo Camerunese.

Ci sono stati periodi di mancata comunicazione con i miei amici e familiari legati all’internet lockdown dell’Ambazonia, orchestrato dal governo Camerunese.

È da considerare anche l’intento di ostacolare le informazioni inerenti l’Ambazonia dai propri cittadini del Camerun francofono. Basta pensare al fatto che la causa alla radice del conflitto in Ambazonia non è mai stata discussa nel parlamento Camerunese da circa 4 anni, mentre la stessa è stata oggetto di discussione in diversi parlamenti (Germania, UK, USA, Australia, Canada, Svizzera, UE, …) e persino dal UNSC (consiglio di sicurezza delle nazioni unite).

Negli ultimi 4 anni, il governo del Camerun ha speso mediamente 500,000 dollari annui per ingaggiare gruppi di pressione (lobby firms) a Washington negli Stati Uniti (Clout Public Affairs, Mercury Public Affairs, Glover Park Group, Squire Patton Boggs) per screditare la validità e legittimità della nostra lotta, falsificare le informazioni sull’ingiustizia sociale a favore del governo camerunese, proiettarci come terroristi ed ostacolare il nostro accesso alle istituzioni statali ed internazionali diplomatiche.

Abbiamo anche evidenze che diversi giornalisti, che espongono i fatti reali sulla violazione dei diritti umani da parte del governo camerunese sono stati uccisi o incarcerati o costretti ad abbandonare il paese.

Non da ultimo, ci sono evidenti testimonianze, che il governo del Camerun, ha negato l’accesso al nostro territorio ad organizzazioni umanitarie internazionali, come Human Rights Watch (HRW) e la Croce Rossa Internazionale.

Ultimamente abbiamo notato la tendenza strana da parte di Facebook e altre piattaforme di social media, di bloccare la maggior parte dei nostri connazionali attivisti contro l’ingiustizia sociale, che denunciano il genocidio.

Comunque se ha fatto questa domanda potrei dedurre che anche lei ha avuto delle difficoltà ad avere informazioni adeguate inerenti la situazione sociopolitico attuale in Ambazonia, quindi ritengo che ci sia un meccanismo di censura premeditata e sponsorizzata, voluta dal governo camerunese per tenere il mondo all’oscuro del genocidio  in Ambazonia.

Infatti in Italia se ne parla poco del genocidio in Ambazonia ma, purtroppo per gli italiani, direi che il silenzio da parte del governo italiano a questa censura premeditata e sponsorizzata dal governo camerunese non farà che procurare lentamente ma, sicuramente delle conseguenze micidiali sull’economia dello stato italiano. Ti assicuro che il silenzio, voluto o meno, del governo italiano e altri governi ad interessarsi e ad intervenire concretamente nella risoluzione di questo conflitto, esprimono una mancata lungimiranza da parte degli esponenti politici italiani perché sicuramente il popolo italiano si ritroverà a pagarne la conseguenza tra non molto. Perché dico questo? Perché per via del rifiuto o il silenzio o la mancata volontà ad intervenire alla radice del problema, l’italia sta indirettamente favorendo e preservando gli interessi economici giganteschi, non per il popolo italiano purtroppo ma per il governo camerunese e la Francia.

Tengo a precisare che Ambazonia,  pur avendo una popolazione del solo il 20% e una superficie di 18% rispetto a quella del Camerun, possiede risorse naturali che fino ad oggi, ha generato più del 60% del PIL delle due nazioni messe insieme. Attraverso l’egemonia Francese, in 14 paesi dell’Africa centrale (compreso l’Ambazonia)  i vincoli contrattuali scandalosi, denominati accordi di cooperazione tra questi paesi e la Francia, sono in realtà accordi dettati dal neocolonialismo. La Francia non solo stampa ed applica il signoraggio e il controllo sulla moneta di questi paesi (il Franco CFA – Franco delle Colonie Francesi d’Africa), ma accoglie fino al 60% delle riserve nazionali di questi 14 paesi nella Banca di Parigi, sfruttando e mungendo dal continente Africano centinaia di miliardi di dollari all’anno. Infatti, si stima che il sistema neo-coloniale francese sposta circa 500 miliardi di dollari dall’Africa ogni anno.

Ovvio, a questo punto, le verrà spontaneo chiedere in che modo la censura sull’insurrezione dell’Ambazonia rappresenti una bomba silenziosa che farà crollare l’economia italiana a discapito dei contribuenti italiani? Basta pensare al circolo vizioso: Egemonia francese, Povertà stracciante in Ambazonia, Aumento esponenziale dei viaggi della speranza, Emigrazione verso “Pascoli più verdi”, Aumento degli sbarchi a Lampedusa e coseguente Affollamento dei campi profughi. Tutto questo non avviene a Nizza in Francia, perché la polizia francese respinge gli immigrati, bensì in Italia. In questo modo la Francia attraverso la sua egemonia in questi paesi africani rimarrà l’unico beneficiario a discapito dell’Italia che in quanto firmataria della convenzione sui rifugiati del 1951 (Responsabilità primaria degli Stati di rispettare e proteggere i diritti dei rifugiati), avrà l’obbligo legale di collaborare con l’UNHCR per proteggere i rifugiati sul territorio italiano e trattarli secondo standard riconosciuti a livello internazionale.

3) Ma per quale motivo si assiste a così tanta ostilità nei confronti degli indigeni dell’Ambazonia?

Perché La République du Cameroun (LRC) non avendo prove storiche, legali o costituzionali authentique per giustificare la propria occupazione illegale dell’Ambazonia, ha optato per una soppressione violenta militare degli indigeni dell’Ambazonia, nella speranza di terrorizzare gli Ambazoniani alla sottomissione;

Perché LRC non può sopravvivere senza le risorse dell’Ambazonia, in quanto le risorse naturali dell’Ambazonia generano più del 60% del PIL, ma in realtà vogliono ingannare il mondo, facendola passare come PIL del Camerun (cioè LRC più Ambazonia);

Perché il silenzio e il mancato intervento da parte delle istituzioni internazionali competenti, come l’ONU, è a tutela di nazioni come la Francia, che pur essendo consapevoli sia della situazione di genocidio in Ambazonia, che del fatto che LRC conta sulle risorse naturali dell’Ambazonia per saldare il proprio debito coloniale “eterno” con la Francia, fanno prevalere gli interessi economici del Camerun e la Francia sull’umanità.

C’è un impegno malvagio da parte del governo camerunese, nel far passare e classificare gli atti di autodifesa correlati alla nostra resistenza all’occupazione, per atti terroristici. L’obiettivo di questa manipolazione da parte del governo camerunese è chiaramente quello di mettere il mondo contro di noi. Insisto che noi ci stiamo difendendo per il nostro diritto inalienabile dell’auto determinazione entro i confini del territorio
internazionalmente riconosciuto come Sounthern Cameroons o Ambazonia, perciò i terroristi semmai sono quelli che hanno invaso e occupato il nostro territorio.

Mi permetto quindi di poter affermare che il rifiuto volontario o meno da parte delle istituzioni competenti, di riconoscere la causa dell’insurrezione dell’Ambazonia e il condono con impunità del genocidio in Ambazonia nel ventiduesimo secolo, non solo è criminale, ma presuppone anche l’esistenza di un meccanismo premeditato da parte del governo camerunese e i loro alleati, per pagare il silenzio delle istituzioni internazionali e nazioni competenti.

4) L’ Ambazonia cosa chiede? Cosa potrebbe portare alla pace oppure a un dialogo per concludere la tremenda scia di sangue che dura da tantissimi anni?

La giustizia sociale è alla base della nostra lotta per  l’indipendenza e la liberazione dell’Ambazonia. Comunico quindi al mondo intero, la nostra risolutezza a resistere, affinché le istituzioni internazionali competenti, possano considerare come soluzione definitiva per restituire la pace in Ambazonia, la necessità assoluta di affrontare la causa alla radice di questa guerra insensata, dichiarata contro il popolo dell’Ambazonia , il 30 novembre 2017 dal Presidente Paul Biya del Camerun.

La radice di tutto, risiede nel fallimento del processo di decolonizzazione del British Southern Cameroons, detto oggi Federal Republic of Ambazonia o semplicemente Ambazonia. La legittimità della nostra richiesta per il ritorno all’indipendenza fu votato dagli indigeni del Sounthern Cameroons nel plebiscito del 11 febbraio 1961 e approvato dall’ONU nella risoluzione 1608 (XV) dell’Assemblea Generale delle Nazioni Uniti del 21.04.1961

Quindi la Lotta per la liberazione dell’Ambazonia riguarda la nostra risolutezza a lottare per i nostri diritti come popolo: diritto inalienabile all’autodeterminazione, diritto alla libertà di parola e di associazione, e diritto all’istruzione. È una lotta per la legittima proprietà del nostro territorio e le sue risorse. È una lotta per difendere il territorio internazionalmente riconosciuto come da articolo 4b dell’atto costitutivo dell’Unione Africana, per difendere il diritto di gestire le nostre risorse e per difendere il diritto di governare il nostro territorio.

La lotta per la liberazione dell’Ambazonia è una lotta contro l’ingiustizia sociale configurata nel processo sistemico premeditato di invasione, occupazione, annientamento, emarginazione, annessione, assimilazione e soggiogazione del popolo dell’Ambazonia.
È una lotta contro il rischio di estinzione delle nostre origini.

Considerando l’assenza finora dell’intervento concreto dalle istituzioni internazionali competenti, noi abbiamo dovuto evocare il nostro diritto all’autodifesa per resistere e dire no al genocidio in corso e alle gravi violazioni dei diritti umani.

Noi chiediamo quindi il riconoscimento del motivo che è la radice di questa guerra cioè, la mancata decolonizzazione dell’Ambazonia, come problema di giurisdizione internazionale e quindi di trovare una risoluzione definitiva, attraverso un processo di negoziazione a carico di un mediatore neutro.

Attualmente, l’unica piattaforma di negoziazione approvata internazionalmente dall’UN, UA, UE, Commonwealth, USA, Canada, UK, Germania… per negoziare il conflitto tra il Camerun e l’Ambazonia è il “SWISS TALKS”, ad opera del Center for Humanitarian Dialogue (HD), un organizzazione diplomatica delegata dal governo Svizzero per mediare questo conflitto.

Noi auspichiamo una pressione politica costante e sufficiente da parte delle istituzioni internazionali competenti e delle nazioni membri dell’ONU, finalizzata a portare il genocidio in Camerun meridionale (Ambazonia) sul tavolo della negoziazione, dove potremmo chiedere il riconoscimento della legittimità della nostra richiesta di decolonizzazione e restaurazione dell’indipendenza del Camerun Meridionale (Ambazonia). Questa è l’unica opzione valida che potrebbe portare alla fine di questo bagno di sangue, al più presto.

5) In qualità di Vice Presidente, come svolge il lavoro per la sua gente a distanza di tantissimi chilometri?

Direi che guidare una rivoluzione a distanza necessita di un sistema strutturato ed organizzato e di uno spirito di determinazione e consapevolezza, a cui consegue il  sacrificio di risorse temporali, materiali ed economiche.

Noi operiamo come governo ad interim in esilio. Comunque per capire meglio la nostra operatività e modalità di coordinamento della rivoluzione in loco, serve una nozione minima del livello di mobilizzazione e strutturazione della nostra comunità a livello mondiale.

Innanzitutto, le aspirazioni del popolo dell’Ambazonia sono frammentate tra Unionisti (restare con LRC), Federalisti ( formare una federazione con LRC) e Indipendentisti (separazione dall’unione fasulla e illegale con LRC mediante la restaurazione dell’indipendenza dell’Ambazonia). Negli ultimi 4 anni, ci sono state diversi eventi significativi tra cui manifestazioni nazionali in Ambazonia (la protesta nazionale del 22 settembre 2017, la commemorazione dell’indipendenza del primo ottobre 2017), Assemblea Costituente nella Diaspora (Ambazonia Strategic Stakeholders Conference – ASSC Berlino 2019) e il Sondaggio online (Anglophone General Conference – Sondaggio della Conferenza Generale degli indigeni del Camerun Anglofono organizzata dagli organismi religiosi), che hanno permesso di poter affermare che ad oggi più del 90% degli indigeni dell’Ambazonia vuole l’INDIPENDENZA TOTALE.

Nell’ambito degli indipendentisti, ci sono diverse entità unite dall’obiettivo di raggiungere la restaurazione dell’indipendenza dell’Ambazonia, che, pur avendo qualche disaccordo interno legato soprattutto ad approcci e strategie diversi, si muovono tutti verso il raggiungimento dell’obiettivo dell’indipendenza. Tra queste entità, il Governo ad Interim (Interim Government – IG) rappresenta una maggioranza indiscutibile e direi che oltre il 90% degli indipendentisti sono sostenitori del Governo ad Interim  dell’Ambazonia.

Dall’inizio dell’insurrezione dell’Ambazonia, abbiamo adoperato cronologicamente 3 modalità di mobilitazione della nostra comunità in diaspora.

La prima consisteva nel raggrupparci sotto gruppi di pressioni pre-esistenti nate in Ambazonia che lottavano contro emarginazione ed ingiustizia sociale.

Parallelamente a questo raggruppamento, ci siamo costituiti e raggruppati come indigeni dell’Ambazonia residenti in diversi paesi del mondo. In Italia per esempio abbiamo costituito circa 3 anni fa, l’associazione degli indigeni del Camerun Meridionale (Ambazonia) residenti in italia denominato SCAI (Southern Cameroons Ambazonia Italy), attraverso la quale abbiamo potuto mobilitarci per poter meglio internazionalizzare la nostra causa mediante la sensibilizzazione dei cittadini italiani circa l’insurrezione dell’Ambazonia e mediante i rapporti diplomatici istaurati con le istituzioni e il governo italiano.

Da circa due anni, la nostra rivoluzione ha evoluto dal punto di vista della modalità di mobilitazione passando dalla mobilitazione in base ai gruppi di pressione, ad una mobilitazione in base alla comunità di provenienza in Ambazonia. Premetto che il territorio dell’Ambazonia è strutturalmente suddiviso in 61 Aree di Governo locali (Local Government Areas – LGAs), a loro volta raggruppate in 13 Contee (Counties). Negli ultimi due anni, abbiamo iniziato un programma di mobilitazione della nostra comunità in diaspora, raggruppando i cittadini lontani per LGA d’origine e mettendo questi in comunicazione con gli indigeni in Ambazonia appartenenti alle corrispondenti LGA. La creazione di questa rappresentanza speculare delle LGA in diaspora con quelle in Ambazonia, costituisce l’istituzione di una “communication”, che armonizza e sincronizza l’ideologia rivoluzionaria di indipendenza, tra i cittadini residenti all’estero e quelli in Ambazonia.

Il rispetto della stratificazione gerarchica delle istituzioni, all’interno delle tre sfere di governance del nostro governo ad interim (Aree, Contee, Governo Federale), rappresenta il fondamento sul quale abbiamo potuto creare una rete di coordinamento e sensibilizzazione, che ha ridotto enormemente la distanza tra gli Ambazoniani e ha facilitato la gestione della nostra rivoluzione a distanza.

Tengo a precisare che l’evoluzione della tecnologia ha accelerato la velocità di comunicazione e la dimensione della diffusione delle informzioni. Essa ci ha messo a disposizione diversi mezzi digitali, che hanno agevolato il coordinamento della nostra comunità mondiale e la possibilità di sensibilizzare il mondo intero sull’insurrezione dell’Ambazonia.

Avendo una famiglia ed essendo un medico, mi dedico al coordinamento della  community con enorme sacrificio, dovendo anche assolvere agli obblighi familiari e professionali. Però, tutto questo viene spontaneo, quando si ha un forte senso patriottico e si crede fermamente nella causa del proprio popolo.

6) Come stanno vivendo i suoi connazionali in Ambazonia l’emergenza sanitaria che da mesi ha colpito tutto il mondo?

Innanzitutto vorrei affermare, con tutta onestà e dichiararlo al mondo intero, che il rischio maggiore di decesso in Ambazonia in questo preciso momento, non è rappresentato dalla diffusione della pandemia COVID 19, ma dalla presenza dei militari della Repubblica del Cameroon, che hanno occupato il territorio e stanno perpetrando il genocidio del nostro popolo, con impunità. Infatti, l’appello del marzo 2020 per il “cessate il fuoco”, da parte del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che sollecitava le parti impegnate in conflitti armati in tutto il mondo ad abbassare le armi per dare a tutte le persone coinvolte in zone di conflitto la possibilità di affrontare il contagio da coronavirus e sopravvivere alle sue conseguenze, fu ignorato dal Governo ad Interim dell’Ambazonia in quanto, questa stessa istituzione, ONU, ha osservato per 4 anni lo svolgimento del genocidio in Ambazonia,  senza intervenire concretamente, mentre il governo del Camerun sta usando la scusa della pandemia COVID-19 per ottenere più soldi dai donatori internazionali, per acquistare più munizioni e continuare il genocidio in Ambazonia.

Sfortunatamente da metà settembre 2020, come da rapporti epidemiologici globali dell’OMS, stiamo assistendo a un progressivo aumento dell’incidenza globale e del numero di morti per l’infezione da COVID 19. Dai dati di novembre 2020, il numero cumulativo globale di casi confermati e il numero di decessi cumulativi dall’inizio delle pandemie COVID 19 (Dicembre 2019) sono rispettivamente: 57 milioni di casi confermati e 1,3 milioni di decessi. Vale la pena notare che di questo, il continente africano copre una percentuale estremamente bassa, sia del numero cumulativo dei casi confermati (2%, 1,3 milioni di casi), sia del numero cumulativo di decessi (2%, 32000 decessi) dall’inizio della pandemia COVID 19.

Tuttavia, il numero di morti dall’inizio dell’insurrezione dell’Ambazonia è di circa 15000, ovvero circa la metà del numero totale di morti per infezione da COVID 19 dell’intero continente africano (32,000 decessi). Queste cifre parlano da sole e spiegano meglio al mondo la realtà e il fatto che il comune cittadino dell’Ambazonia percepisce la situazione di guerra in Ambazonia come un rischio di minaccia di vita molto più alto, rispetto a quello di contrarre l’infezione da COVID.

Vale la pena notare che il governo del Camerun, che ha dichiarato la guerra agli Ambazoniani, non abbia ceduto alla richiesta di cessate il fuoco del Segretario Generale delle Nazioni Unite e che il Camerun ha segnalato più casi e più decessi rispetto alla maggior parte dei paesi dell’Africa centrale: quasi 20.000 casi e 415 morti al 10 settembre, secondo l’OMS. Inoltre, a differenza di molti altri paesi, il Camerun non ha alleggerito la pressione demografica sulle carceri sovraffollate, in linea con le misure di contenimento della diffusione del COVID 19. Il Camerun era sprovvisto di kit diagnostici per il COVID 19 e impossibilitato a garantire l’osservanza delle misure preventive, volte a contrastare la diffusione del COVID 19. Confrontando con i dati riferiti dagli operatori sanitari in loco, abbiamo concluso che sono state fornite all’OMS cifre fittizie e/o gonfiate di nuovi casi, per permettere al governo camerunese di beneficiare dell’assistenza finanziaria da parte delle istituzioni internazionali. Infatti proprio quest’anno il Fondo Monetario Internazionale ha approvato due finanziamenti per un totale di 382 milioni di dollari (226 milioni di dollari a maggio e 156 milioni di dollari a ottobre) per far fronte all’impatto economico negativo della pandemia di Covid 19. A causa della decrescita del PIL, la Banca Mondiale, ha approvato un esborso di 97 milioni di dollari per rafforzare la risposta COVID-19 e per le riforme nel settore dell’istruzione in Camerun, oltre ai 40 milioni di dollari di fondi di solidarietà, raccolti dai cittadini camerunesi per il soccorso COVID, con l’obiettivo di migliorare le infrastrutture sanitarie pubbliche, che sono state mal gestite e sottratte dal governo del Camerun.

È evidente che il governo del Camerun stia sfruttando i fondi dei contribuenti di tutto il mondo, con il pretesto di combattere gli impatti della pandemia covid 19. Vogliamo attirare l’attenzione del mondo sul fatto che finanziare il Camerun, con il pretesto di  sostenere l’impatto commerciale o sull’istruzione o di sostenere il potenziamento delle infrastrutture sanitarie, equivale a sponsorizzare il genocidio attuale in Ambazonia. E’ ormai palese, che i fondi dei contribuenti sono stati utilizzati dal Governo Camerunese, soprattutto per perpetrare, impunemente, il genocidio sul popolo dell’ Ambazonia.

7) In conclusione, può esprimere un suo pensiero personale rivolto agli Ambazoniani, al Presidente del Camerun e alla comunità internazionale?

Ai miei fratelli e sorelle dell’Ambazzonia sparsi in tutto il mondo e a tutto il resto del mondo DICO che: il diritto all’autodeterminazione è inalienabile e questo vale sia per gli Ambazoniani che per tutti gli altri popoli.

Molti hanno combattuto, spesso con successo, per la loro libertà e per la sovranità della propria nazione. Sì! Ribadisco: combattuto! Perché la libertà non è gratis.

Oggi abbiamo il Gambia che si è separato dalla confederazione Senegambia nel 1989, l’Eritrea dall’Etiopia nel 1991, il Sud Sudan dal Sudan nel 2011 e East Timore dall’Indonesia nel 2002, quindi anche l’Ambazonia, contrariamente al falso mito di un Camerun unico e indivisibile, restaurerà la propria indipendenza, separandosi dalla repubblica di Camerun.

Il Ruanda ha superato il genocidio nel 1994 ed è ora una nazione economicamente fiorente, quindi anche l’Ambazonia supererà il genocidio perpetrato sui propri abitanti dai militari della Republic du Cameroun.

Il Sudafrica ha combattuto e superato la discriminazione razziale nonostante i tradimenti interni e gli ostacoli del capo Mangosuthu Gatsha Buthelezi, quindi anche l’Ambazonian gestirà i propri tradimenti interni e li supererà.

Noi ambazoniani dobbiamo quindi essere pronti, come mai prima d’ora, a resistere agli invasori della nostra terra e a resistere qualsiasi cospirazione internazionale contro la legittimità della nostra pretesa di sovranità, perché solo noi Ambazoniani determineremo il nostro destino.

Dobbiamo essere pronti, come mai prima, al sacrificio del nostro tempo, delle nostre risorse economiche per finanziare la nostra resistenza, consolidare la nostra determinazione e lottare per la nostra libertà, finchè ci sarà un solo uomo in grado di farlo. È doveroso a questo punto onorare la devozione e Il sacrificio patriottico dei combattenti in patria, le Ambazonia Restoration Forces (ARF), e la risolutezza della diaspora, che ha risposto con enorme determinazione e devozione all’iniziativa Amba WAR Draft (AWARD) ideata e lanciata dal Presidente Samuel Ikome Sako, per sponsorizzare i combattenti in patria, le ARF. Un ringraziamento enorme alle Ambazonia Restoration Forces, che rappresentano oltre il 90% dei combattenti per la libertà sul territorio dell’Ambazonia, guidati dal Presidente Sako, per il loro coraggio, la loro bravura, la loro determinazione e il loro senso di appartenenza, che hanno finora dimostrato, combattendo per la libertà del nostro popolo.

Rivolgendomi al Presidente Paul Biya e ai suoi alleati, tengo a precisare che negli ultimi quattro anni, il Governo del Camerun nel suo diniego, ha esilarantemene mutato la propria posizione: dal rifiuto di riconoscere l’esistenza di un problema, alla repressione violenta delle proteste pacifiche, all’elaborazione di soluzioni finte come la creazione di un comitato di bilinguismo o l’assegnazione di uno status speciale all’Ambazonia, come soluzione a un problema la cui esistenza fu inizialmente negata da loro. Il diniego da parte del governo camerunese a riconoscere il problema è il responsabile dell’attuale peggioramento della crisi umanitaria con migliaia di vite ambazoniane perse.

Negli stessi quattro anni, l’inefficienza del Governo Camerunese nell’affrontare il problema, ha ancor più radicata e consolidata la determinazione del popolo dell’Ambazonia, a perseguire l’ottenimento del proprio diritto inalienabile all’autodeterminazione.

Quindi, l’unica cosa giusta da fare è riconoscere le cause alla radice dell’insurrezione dell’Ambazzonia, riconoscere che è un problema internazionale e non interno e incontrarci in Svizzera, per una negoziazione pacifica, che affronterà le cause profonde del problema e definirà i termini di separazione dalla fraudolenta unione illegale tra le due nazioni.

Quanto al mio pensiero alla comunità internazionale, estendo l’appello del popolo ambazoniano ai cittadini del mondo per assisterci nella sensibilizzazione e per aumentare la consapevolezza sul genocidio in corso in Ambazonia, in modo da poter esercitare pressioni politiche alle istituzioni internazionali competenti e i paesi membri delle Nazioni Unite a un intervento tempestivo con azioni concrete. Convocare al più presto le forze di pace delle Nazioni Unite in Ambazonia, in modo da porre fine alle uccisioni di civili innocenti, coinvolti nel fuoco incrociato, e creare un’atmosfera sicura per i nostri bambini, che non vanno a scuola da oltre 4 anni, per riconquistare il loro diritto all’istruzione.

Estendo la richiesta del popolo ambazoniano ai cittadini del mondo e ai paesi membri dell’ONU, ad esercitare una pressione politica adeguata, affinché le Nazioni Unite possano affrontare concretamente la causa dell’insurrezione in Ambazonia, attraverso la piattaforma di mediazione approvata a livello internazionale, gli Swiss Talks e che, proprio attraverso questi ultimi, il governo del Camerun e l’ACT (Ambazonia Coalition Team) possano definire i termini per una separazione pacifica tra il Camerun e l’Ambazonia. ACT (Ambazonia Coalition Team) è una piattaforma collaborativa, che comprende il Governo ad Interim (IG) dell’Ambazonia e 7 movimenti pro-indipendenza, delegati dal popolo dell’Ambazonia a negoziare la restaurazione dell’indipendenza dell’ex Camerun meridionale britannico (Ambazonia) sotto l’egida del SWISS TALKS, organismo approvato a livello internazionale (da ONU, UE, AU, Canada, USA, Regno Unito, Germania), con la mediazione del Governo Svizzero. Il governo svizzero, rappresentato dal Centro per il dialogo umanitario (HD), si è proposto quale partner di collegamento e centro nevralgico, sia per il governo della Republique du Cameroun, sia per il team di negoziazione dell’ex Camerun meridionale britannico (Ambazonia) (cioè l’ACT).

Estendo infine ai cittadini del mondo la nostra richiesta di assistenza umanitaria, per alleviare la sofferenza dei nostri cittadini, vittime della crisi umanitaria in agguato, risultanti dalla guerra dichiarata al nostro popolo. Infine vorrei, per favore, cogliere questa opportunità per implorare, a nome del popolo dell’Ambazzonia, tutti i cittadini e le organizzazioni filantropiche del mondo, di accedere a www.AmbazoniaFoundation.org e fare una donazione, per l’assistenza umanitaria sotto “Assistance to refugees” in modo che insieme possiamo aiutare le vittime del genocidio in corso in Ambazonia, almeno per le necessità vitali e sanitarie di base.

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