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Burundi, l’ex premier Bunyoni ricercato dalla polizia è irreperibile

L’ex primo ministro del Burundi, Alain-Guillaume Bunyoni, è ricercato dalla giustizia del suo Paese. La polizia ha perquisito due sue residenze, ma non c’è alcuna traccia dell’uomo, che dalla crisi politico-sociale del 2015 è considerato il numero due del CNDD-FDD, il partito del presidente Évariste Ndayishimiye.

Come ha annunciato ieri il ministro dell’Interno, i tribunali burundesi cercano Bunyoni per interrogarlo in merito a “colossali somme di denaro” che avrebbe sottratto alle finanze pubbliche, ma secondo un giornale vicino ai servizi segreti il motivo reale sarebbe il sospetto che si sia alleato con elementi che tentano di destabilizzare il regime.
Secondo la stampa che cita un anonimo alto ufficiale dell’esercito, Bunyoni sarebbe stato avvertito in segreto che le sue residenze sarebbero state perquisite: la talpa sarebbe il capo della squadra antisommossa del Burundi, Désiré Uwamahoro, ritenuto vicino a Bunyioni, che infatti è stato arrestato e interrogato per tre giorni. Ulteriore interrogatorio è stato fatto al capo del dipartimento di intelligence straniera, Alfred Innocent Museremu.

Bunyoni è uno degli uomini più ricchi del Burundi ed è considerato un serio rivale del presidente Ndayishimiye per le prossime elezioni, previste tra due anni. Le tensioni tra i due hanno già una lunga storia, infatti nel settembre 2022 il Capo di Stato aveva rimosso Bunyoni dall’incarico di primo ministro, sostituendolo con l’allora ministro degli Interni, il generale Gervais Ndirakobuca, soprannominato “Ndakugarika” (“Ti ucciderò”). Da allora, ma senza citarlo in modo esplicito, il Presidente Ndayishimiye ha fatto più volte riferimento sui media, anche sulla RTB, la Radio Televisione Nazionale del Burundi, ad “alti funzionari che si credono onnipotenti” che avrebbero “inclinazione ad attaccare lo Stato”.

Proprio per la sua ricchezza, per l’opinione pubblica burundese Bunyoni è diventato il simbolo della corruzione che affligge il Paese. D’altronde, l’uomo l’ha sempre ostentata molto, al punto da essere considerato il più “Kinois” dei burundesi, ossia “il più fashion” alla maniera di Kinshasa, la capitale della RDCongo, dove la moda maschile è particolarmente curata.

Secondo una persona vicina a Bunyoni, la moglie e i figli dell’ex-premier sono sequestrati in una stanza della loro residenza di Gasekebuye, senza poter comunicare con l’esterno, mentre la suocera è sotto sorveglianza presso la residenza di Nkenga Busoro. Si dice anche che “molti degli effetti personali della famiglia sono stati rubati da entrambe le abitazioni”, per cui la famiglia chiede la visita dei giornalisti:

Nonostante fosse sorvegliato e seguito nei suoi minimi spostamenti, è probabile che Bunyoni sia fuggito all’estero, probabilmente in Tanzania. Evidentemente, sottolinea “SOS Média Burundi”, questo rivela un certo dilettantismo nelle operazioni di polizia, “un chiaro fallimento per i servizi di sicurezza”. Riferendo l’opinione di un anonimo politologo burundese, il collettivo giornalistico indipendente spiega che si tratta di una “guerra di ego”:

“Questi uomini forti non si battono per una questione ideologica, un programma per lo sviluppo del Paese, ma è piuttosto una specie di regolamento di conti tra “ibihangange” (uomini forti) della ribellione armata, per accedere e mantenere il potere”.

In effetti, il partito al governo da quasi 20 anni, il CNDD-FDD, è stato completamente “militarizzato”, cioè le alte cariche sono tutte in mano a soldati e poliziotti, mentre i civili sono stati del tutto estromessi dalle attività politiche. Inoltre, Bunyoni non avrebbe mai accettato l’elezione di Ndayishimiye, perché lui si riteneva il vero delfino di Pierre Nkurunziza, il precedente presidente morto nel 2020 e soprannominato “’Mutama I”, per cui Bunyoni si era autodefinito “Mutama II”. Evidentemente, le tensioni con l’attuale presidente covavano da tempo, ma sarebbero venute completamente allo scoperto solo dopo un evento specifico, come riporta ancora “SOS Média Burundi”:

“In una piccola chiesa alla periferia di Bujumbura, dove l’ex primo ministro officiava come parroco, la moglie ha dichiarato dall’altare che “Dio sta preparando suo marito a funzioni più alte”. Dopo un primo stupore, quell’annuncio, apparentemente innocuo, ha l’effetto di una bomba”.

La “fuga” di Bunyoni sembrerebbe, dunque, una vittoria di Ndayishimiye, ma in Burundi tutto torna e questa storia avrà probabilmente ulteriori strascichi anche in futuro. Bunyoni, dal canto suo, va incontro a problemi anche se si trovasse in un Paese straniero, perché nel dicembre scorso gli Stati Uniti gli hanno rinnovato delle sanzioni, accusandolo di aver svolto un ruolo importante nelle gravi violazioni dei diritti umani in Burundi negli anni scorsi.

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