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Sudan, quasi 200 morti: le parti in conflitto devono garantire la protezione dei civili

A seguito del conflitto armato scoppiato la mattina del 15 aprile tra le Forze armate sudanesi (Fsa) e i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Fsr), il direttore regionale di Amnesty International per l’Africa orientale e meridionale Tigere Chagutah ha dichiarato:

“L’uso di armi pesanti tra cui artiglieria, carri armati e aerei militari nelle aree densamente popolate della capitale Khartoum ha causato numerose morti civili e la distruzione massiccia di abitazioni. I civili si trovano in mezzo al conflitto e stanno soffrendo. Le parti coinvolte devono cessare immediatamente l’uso di armi esplosive in prossimità di concentrazioni di civili”.

“I partner regionali e internazionali del Sudan, tra cui l’Autorità intergovernativa per lo sviluppo, l’Unione africana e le Nazioni Unite, devono invitare pubblicamente le parti in conflitto a rispettare il diritto umanitario internazionale e a proteggere i civili. Entrambe le parti devono fermare immediatamente i loro attacchi indiscriminati”.

 

“Amnesty International esorta inoltre il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a tenere una riunione di emergenza sulla situazione in Sudan e invita pubblicamente Fsa e Fsr a dare priorità alla protezione dei civili”.

“Infine, le autorità sudanesi e tutte le parti in conflitto devono garantire accesso immediato, illimitato e continuativo alle organizzazioni umanitarie, affinché possano monitorare e valutare i bisogni dei civili e fornire loro assistenza”

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