vai al contenuto principale

Burundi, colpi di mortaio dei ribelli contro l’aeroporto di Bujumbura. Il governo minimizza

Nella notte tra sabato e domenica, verso le 23 del 18 settembre, dei miliziani del gruppo ribelle RED-Tabara hanno lanciato almeno tre colpi di mortaio verso l’aeroporto internazionale di Bujumbura, in Burundi, a cui poi sono seguiti scontri a fuoco per almeno un’ora con i soldati di guardia all’aeroporto. Lo hanno rivendicato loro stessi su Twitter:

L’attacco è stato effettuato il giorno prima della partenza, proprio da questo aeroporto, del presidente Evariste Ndayishimiye a New York, dove parteciperà alla 76esima Assemblea generale delle Nazioni Unite in programma martedì 21 settembre. Dalla Ntare Rushatsi House, la sede della presidenza della repubblica burundese a Gitega, l’incidente viene minimizzato “per non dare visibilità al nemico” e nessun cenno ne è stato fatto nella serata di domenica, quando il capo di stato è decollato dallo scalo burundese insieme a sua moglie Angeline Ndayishimiye:

RED-Tabara è un movimento di opposizione all’attuale maggioranza e il suo acronimo significa “Résistance pour un État de Droit”, cioè Resistenza per lo Stato di Diritto, che si dice per “la pace e la dignità”. Il suo portavoce militare, Patrick Nahimana, in un comunicato stampa di domenica pomeriggio ha detto che gli scontri tra i suoi militanti e i militari (definiti del CNDD-FDD, cioè del partito al governo, e non dell’esercito regolare) continuano nella foresta di Rukoko. Secondo questa fonte, i ribelli starebbero mantenendo le loro posizioni e avrebbero respinto gli attacchi governativi, inoltre avrebbero recuperato delle armi e ucciso dei soldati, sebbene tra le fila dei guerriglieri si conti almeno un ferito.

I RED-Tabara sono accusati di numerosi attentati e agguati mortali, fin dalla crisi del 2015, come i sanguinosi attacchi simultanei della sera del 25 maggio scorso in tre affollate fermate del bus a Bujumbura, quando diverse granate hanno ferito più di 80 persone e causato almeno 7 morti. In quell’occasione non ci fu alcuna rivendicazione e, a metà luglio, un comunicato di RED-Tabara rivendicò che il gruppo “non ha mai attaccato le popolazioni civili, né mai lo farà”.

Quel triplice attacco terroristico segnò la città, che non era teatro di violenze così estese dalla fine del 2015. Negli ultimi mesi, dunque, vari arresti hanno fatto scalpore perché hanno riguardato molti membri in pensione delle ex forze armate burundesi, il vecchio esercito dominato dalla minoranza tutsi. L’attenzione delle autorità, poi, si è rivolta anche al movimento RED-Tabara, che attualmente è il principale gruppo ribelle del Burundi e ha sede nell’oriente della Repubblica Democratica del Congo, in un crescendo di tensioni che hanno avuto il loro culmine nell’attacco all’aeroporto dell’altra sera.
In merito a quest’ultimo caso, il governo burundese è in assoluto silenzio, così come la stampa nazionale. Emergono solo alcune voci, come quella raccolta da Radio France Internationale di un alto ufficiale dell’esercito, secondo il quale si tratta solo di un’operazione di comunicazione da parte dei ribelli di RED-Tabara.

Torna su