vai al contenuto principale
Tigray Photo credit: Ximena Borrazas / Twitter

Tigray. Gli ordigni bellici inesplosi continuano ad uccidere

La guerra che ha visto il Tplf contrapposto al governo federale di Addis Abeba ha lasciato sul campo centinaia di migliaia di morti e migliaia di ordigni inesplosi, che continuano ad uccidere.

Tigray. Ad un anno dalla firma degli accordi di Pretoria, che ha messo fine ad un conflitto sanguinosissimo che secondo le stime avrebbe causato la morte di oltre 600mila persone, le bombe inesplose lasciate sul terreno dall’aviazione e dall’artiglieria degli eserciti che si sono confrontati sul terreno, mietono altre vittime, soprattutto tra i bambini e le donne.

Tigray, la guerra più sanguinosa del 2022. Oggi si combatte la fame

La settimana scorsa l’Unione Europea ha lanciato un un programma pluriennale per il periodo 2024-2027 per l’Etiopia, programma che concentrerà i propri sforzi su alcune macro aree: l’energia verde, lo sviluppo umano e la governance, la costruzione ed il mantenimento della pace.

Non sarà affatto facile, la Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite che ha avuto mandato di lavorare sui crimini commessi nel paese anche all’interno del contesto della guerra in Tigray, proprio in senso al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite che si chiuderà il 13 ottobre ha sottolineato come tutti i fattori di rischio comuni per i crimini di atrocità sono presenti in Etiopia.

Le azioni principali previste dal programma europeo sono rivolte all’assistenza alle vittime del conflitto, con il supporto psicologico ed il supporto per traumi causati da ordigni bellici o armi abbandonate.

Vasanth Kanags, specialista della contaminazione delle armi del Comitato internazionale della Croce Rossa, ha affermato che, mentre le armi sono state messe a tacere, i civili sono passati dal conflitto armato ad essere colpiti dagli effetti della guerra, comprese le armi e le munizioni abbandonate.

È una tragedia assoluta per qualcuno essere ucciso o perdere un arto a causa della detonazione di armi inesplose, ancora di più dopo la fine di un conflitto“, ha detto.

Per questo il CICR ha intensificato la campagna  di educazione sui pericoli presentati dagli oggetti, come gli esplosivi abbandonati.

È urgente informare le comunità di questo pericolo, in particolare i bambini, che naturalmente vogliono giocare con oggetti nuovi e dall’aspetto interessante“, ha detto Kanags.

Secondo il Servizio delle Nazioni Unite per l’azione contro le mine, “l‘educazione al rischio di ordigni esplosivi è stata fornita al personale umanitario di 28 organizzazioni e a più di 50000 persone a rischio nel nord dell’Etiopia“.

Ma i dati parlano chiaro. Dall’inizio del conflitto sono oltre 280 i morti legati ad esplosivi nel nord del paese e si pensa che ve ne sia almeno un 50% in più, fino ad oggi non segnalato o per il quale è stato impossibile la conferma.

Il Comitato internazionale della Croce Rossa ha affermato che affinché l’Etiopia contribuisca a ridurre la minaccia derivante dagli ordigni e dalla munizione rimaste inesplose, dovrà firmare, ratificare ed attuare la Convenzione sulle armi convenzionali (CCW 1980) e il suo quinto protocollo.

Photo Credit: Ximena Borrazas / Twitter

Torna su