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Sudan, la violenza infuria dalla capitale alle regioni del paese ormai devastato

In Sudan è stato il fine settimana più mortale dall’inizio del conflitto: MSF ha curato oltre 100 feriti a Khartoum, mentre almeno 49 persone sono rimaste uccise nei combattimenti. 

“Decine di corpi sono rimasti per ore nel cortile dell’ospedale coperti con lenzuoli, fino a che le famiglie non sono venute a identificarli. Nel frattempo, i nostri team hanno fatto del loro meglio per salvare i superstiti, le cui ferite testimoniavano l’incredibile potenza delle armi utilizzate. Abbiamo visto corpi dilaniati e lacerati” dichiara Marie Burton, coordinatrice delle emergenze di MSF a Khartoum.

Il conflitto scoppiato il 15 aprile, quando le Forze di supporto rapido, gruppo paramilitare guidato dal generale Mohamed Hamdan Degalo, detto “Hemetti”, hanno attaccato l’esercito regolare fedele al capo dell’organo al potere del Paese, l’altro generale e presidente del Consiglio sovrano Abdel Fattah al-Burhan, è andato via via intensificandosi e i combattimenti si sono allargati a tutto il territorio nazionale, facendo precipitare il Sudan nel caos.

Oltre 10 mila i morti accertati ma le  vittime, secondo il Sindacato dei medici sudanesi, sono molte di più. Le cifre a disposizione sono sottostimate.

La guerra ha inoltre causato lo sfollamento di quasi quattro milioni di persone, di cui 400 mila fuggite nei paesi confinanti.

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