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Sudan, HRW denuncia il genocidio a El Geneina mentre Msf continua a lottare contro la malnutrizione

Mentre Human rights Watch denuncia gli orrori perpetrati a El Geneina, che Focus on  Africa ha ampiamente raccontato in questi anno di guerra in Sudan. tra cui il massacro di bambini inermi “radunati e fucilati” dalle Rsf, la situazione umanitaria nella regione del Darfur è al limite della sopravvivenza.
Sia  HRW, che chiede sanzioni contro le forze paramilitari responsabili di “pulizia etnica e crimini contro l’umanità”: (la maggior parte delle vittime appartengono al gruppo Massalit)  che Medici senza frontiere si appellano al mondo affinché non continuino a ignorare il Sudan .
Tra le violenze atroci, carestia e tassi di malnutrizione catastrofici e assistenza sanitaria insufficiente, è sempre più grave la situazione nei campi profughi nella regione occidentale sudanese. In particolare a Zamzam, Darfur occidentale. E la risposta umanitaria non è sufficiente, denuncia MSF, che sta aumentando gli aiuti con l’apertura di una seconda clinica e di un ospedale da campo e l’inserimento di 11.000 bambini nel suo programma nutrizionale, l’Ong lancia un appello per incrementare immediatamente la risposta umanitaria affinché questa crisi non precipiti ulteriormente. Chiede, inoltre, alle parti in conflitto di garantire la protezione dei civili, delle strutture sanitarie e del personale per consentire un accesso umanitario sicuro.

Tra marzo e aprile MSF ha condotto uno screening di massa su più di 63.000 bambini sotto i cinque anni, oltre che su donne incinte e in fase di allattamento. I risultati hanno confermato una crisi di malnutrizione catastrofica e potenzialmente letale nel campo di Zamzam.

Degli oltre 46.000 bambini che sono stati visitati, il 30% è risultato affetto da malnutrizione acuta, di cui l’8% da malnutrizione acuta grave (SAM).Cifre simili sono state riscontrate tra le oltre 16.000 donne in gravidanza e allattamento sottoposte a screening: il 33% è risultato affetto a malnutrizione acuta e il 10% da SAM. Le cifre per entrambi i gruppi rivelano un tasso di oltre il doppio rispetto alla soglia di emergenza del 15%, segnalando un’urgente e grave situazione nel campo di Zamzam.

Nel capo di Zamzam è in corso un disastro di dimensioni catastrofiche. La situazione è critica, il livello di sofferenza è immenso e nonostante la situazione sia nota da quasi tre mesi, non si sta facendo abbastanza per aiutare chi sta lottando per sopravvivere” afferma Claire Nicolet, responsabile della risposta di emergenza di MSF in Sudan. Con l’intensificarsi dei combattimenti, siamo estremamente preoccupati che sarà ancora più complicato far arrivare i tanto necessari aiuti internazionali che chiediamo. Inoltre, con l’avvicinarsi della stagione di magra, temiamo che nelle prossime settimane la crisi di malnutrizione, già molto grave, possa peggiorare rapidamente. La vita di centinaia di migliaia di persone era già in pericolo e il rischio continua ad aumentare. È imperativo che la risposta umanitaria sia incrementata rapidamente, affinché questa crisi non diventi una catastrofe. Perché ciò accada, è fondamentale che le parti in conflitto agiscano per consentire un accesso umanitario sicuro e la protezione dei civili”.

MSF ha già aumentato gli aiuti aprendo una seconda clinica, iscrivendo oltre 11.000 bambini al suo programma di nutrizione e aprendo un ospedale da campo con 35 posti letto per trattare i casi più critici. Attualmente tutti i letti sono occupati e tra i pazienti ci sono 19 bambini con malnutrizione acuta grave e sospetto morbillo. MSF ha in programma di avviare una campagna di vaccinazione contro il morbillo e di ampliare le proprie attività per fornire supporto alle donne in gravidanza. Tuttavia, questo non è sufficiente a soddisfare i bisogni delle persone. Nel campo non viene fornita alcuna assistenza sanitaria aggiuntiva ed è fondamentale che questa venga ripristinata con urgenza.

Non c’è dubbio che le sfide da affrontare per fornire assistenza umanitaria in Sudan siano enormi, ma è possibile farloafferma Nicolet di MSF.Le restrizioni all’accesso umanitario, comprese le ostruzioni deliberate alla consegna degli aiuti da parte delle parti in conflitto, insieme all’insicurezza, hanno ostacolato in modo significativo la capacità delle organizzazioni umanitarie di aumentare la risposta. Ma la situazione è troppo critica perché questi problemi possano continuare a essere usati come scuse. Le Nazioni Unite e la comunità internazionale devono fare di più per negoziare l’accesso delle agenzie ONU e delle ONG internazionali per aumentare l’assistenza a Zamzam”.

Le condizioni in cui vivono gli abitanti di Zamzam sono deplorevoli. Non ci sono state distribuzioni di cibo ufficiali nel campo da maggio 2023. Sebbene una manciata di camion dell’ONU abbia raggiunto El Fasher alcune settimane fa, nulla è arrivato a Zamzam fino fine aprile. Tuttavia, anche prima dello scoppio della guerra, la popolazione del campo riceveva pochissimo sostegno. Le razioni di cibo erano già drasticamente inferiori agli standard internazionali, l’acqua pulita era insufficiente e prima dell’apertura della clinica di MSF c’erano solo altre due strutture sanitarie nel campo, che ora funzionano a malapena.

La situazione è terribile per tutti i residenti del campo e nell’ultimo anno è peggiorata in modo significativo. Per le migliaia di persone sfollate da Nyala, Tawila e altre zone di conflitto, la situazione è particolarmente grave. Molti sono arrivati a Zamzam senza nulla e vivono in scuole sovraffollate senza accesso a cibo e acqua. Tutti nel campo hanno bisogno di aiuto, ma i nuovi arrivati sono particolarmente vulnerabili. L’ultima escalation del conflitto ha aumentato il numero di persone sfollate, il che significa che potrebbe esserci ancora più richiesta per le già scarse risorse del campoconclude Nicolet di MSF.

Una distribuzione alimentare efficace, che fornisca alle persone razioni sufficienti, è l’unica cosa che impedirà un ulteriore peggioramento della situazione. Con la stagione delle piogge in arrivo e l’assenza di strade asfaltate, sarà già difficile per i camion con gli aiuti umanitari raggiungere Zamzam. Questo rende ancora più urgente la consegna degli aiuti. Pur essendo consapevoli della gravità della situazione e nonostante gli allarmi sulla carestia lanciati dalle stesse agenzie dell’ONU, queste ultime stanno facendo troppo poco per evitare che la crisi di malnutrizione a Zamzam precipiti ulteriormente in una catastrofe.

 

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