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Sudan, cessate il fuoco di 72 ore. Gli Usa in prima linea con Antony Blinken

A seguito dei negoziati condotti dagli Stati Uniti, l’esercito sudanese e le RSF hanno concordato un cessate il fuoco nazionale di 72 ore a partire dalla mezzanotte di ieri.

Il cessate il fuoco arriva dopo nove giorni di pesanti combattimenti tra le due parti, che hanno provocato la morte di oltre 600 persone, il ferimento e la distruzione di strutture strategiche e interi isolati civili nella capitale Khartoum.

In una dichiarazione, il portavoce dell’esercito sudanese ha affermato che il cessate il fuoco è stato concordato per motivi umanitari e per alleviare la condizione dei civili imbottigliati nei combattimenti. L’esercito regolare ha anche evidenziato la necessità che entrambe le parti rispettino le condizioni del cessate il fuoco.

Le RSF hanno confermato il loro impegno alla tregua per l’apertura dei corridoi umanitari, facilitare il movimento dei civili, raggiungere gli ospedali e riparare in zone non interessate dai combattimenti.

Sudan: la dichiarazione di Blinken
Sudan: la dichiarazione del Segretario di Stato Antony Blinken

In una dichiarazione sulla tregua, il Segretario di Stato americano Antony Blinken si è impegnato a coordinarsi con i partner regionali e internazionali e le parti interessate sudanesi, per creare un comitato per “supervisionare la negoziazione, la conclusione e l’attuazione di una cessazione permanente delle ostilità e degli accordi umanitari in Sudan”.

Il portavoce del processo politico, Khalid Omer Youssif, ha affermato che questo cessate il fuoco è diverso dalle tregue precedenti in quanto affronta questioni specifiche e delinea i meccanismi necessari per raggiungere un accordo finale.

Il cessate il fuoco di 72 ore sarà seguito da un accordo per il cessate il fuoco definitivo e l’avvio di una discussione politica, che potrebbero portare a una transizione democratica in Sudan, ha affermato Youssif.

Per ora rimangono le parole, a non molto infatti sono servite le tregue annunciate nei giorni scorsi che hanno continuato i combattimenti nonostante il loro dichiarato impegno a cessare i gli scontri armati nelle zone urbane della capitale anche in occasione dell’Eid al-Fitr, festività a termine del Ramadan.

Cresce la preoccupazione per la dichiarazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che si dice in apprensione per l’occupazione di un laboratorio pubblico che contiene campioni di malattie, tra cui la polio e il morbillo.

 

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