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Sudan, arrestati e poi rilasciati 9 volontari di Msf. Nuovi morti tra i manifestanti

Arrestati e poi rilasciati nove membri dello staff sanitario di Medici senza frontiere in Sudan dalle autorità locali a Khartoum la sera del 24 gennaio. 

Al momento dell’arresto, il team di MSF stava rientrando in ufficio dopo una giornata di lavoro in ospedale.

Intanto continua a salire il bilancio dei morti, almeno 80 le vittime delle repressioni dal 25 ottobre, data del colpo di stato che ha costretto alle dimissioni il premier Abdalla Hamdok.

“La detenzione del nostro personale, in relazione al loro lavoro medico, è inaccettabile” ha dichiarato Michel-Oliver Lacharité, responsabile delle emergenze di MSF.

“La liberazione della nostra équipe è un fatto positivo, ma al tempo stesso un episodio del genere non sarebbe mai dovuto accadere. La nostra azione medica in Sudan si basa su un solo principio: assistere chiunque abbia bisogno di cure mediche. Stiamo supportando gli ospedali della capitale a prendersi cura dei feriti e stiamo rispondendo al preoccupante aumento del numero di casi di Covid-19” conclude il coordinatore di Msf in Sudan.
Anche altri stranieri sono stati fermati e trattenuti per ore nelle ultime settimane nella capotale sudanese dove la tensione resta alta.
Continuano infatti le manifestazioni contro i militari ai quali il popolo sudanese non vuole lasciare la guida del Paese.

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