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Sahara Occidentale, i progetti dell’Ansps e la resistenza del popolo saharawi

Sarà un 25 aprile alternativo questo del 2019. Lo trascorrerò nei campi profughi saharawi nel deserto algerino oltre Tindouf, per la prima volta senza Fabio Campioli, da volontario-presidente dell’associazione modenese Kabara Lagdaf, assieme alla vicepresidente Silvia Bellettini, e da volontario-presidente dell’associazione nazionale di solidarietà ANSPS. L’obiettivo principale è la verifica sull’attuazione del progetto di cooperazione in ambito sanitario SALUD PRIMERO finanziato al 50% dalla Regione Emilia Romagna di cui è capofila il comune di Ravenna, ma che ci vede coordinatori della parte di prevenzione e cura della calcolosi renale nella popolazione infantile avviato già dieci anni fa da Fabio e che finanziamo con la vendita delle cioccolate a Natale e le uova a Pasqua. Ci saranno anche altri incontri, alcuni dei quali per verificare lo stato di attuazione di un altro progetto di cui siamo capofila, per la realizzazione di un centro e un sistema di protezione civile nei campi.
Da 43 anni il popolo Saharawi sta resistendo in esilio, grazie alla cooperazione internazionale, per rivendicare il diritto all’auto determinazione e poter ritornare nella propria terra (il Sahara Occidentale) occupata dal Marocco. Una resistenza lontana e poco conosciuta ma vicina nei valori e nei diritti a cui si richiama.
Buon 25 aprile a tutti.

* Stefano Vaccari, presidente dell’associazione nazionale di solidarietà con il popolo Saharawi

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