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Rwanda, nel Patrimonio dell’Umanità i memoriali del Genocidio di Nyamata, Murambi, Gisozi e Bisesero

Dopo la giornata di ieri in cui l’UNESCO ha inscritto nel Patrimonio dell’Umanità il Parco Nazionale di Nyungwe, in Rwanda, (ne abbiamo scritto QUI), oggi, 20 settembre, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ha inscritto un secondo sito rwandese, anzi ben quattro, ossia i memoriali del Genocidio contro i Tutsi del 1994 di Nyamata, Murambi, Gisozi e Bisesero.

I quattro siti commemorano il Genocidio in cui morirono oltre 800.000 persone, in gran parte della minoranza tutsi, ma anche hutu moderati uccisi a colpi di arma da fuoco e di machete dagli estremisti hutu, tra aprile e luglio 1994.
Come ha scritto su X (ex-Twitter) Yolande Makolo, la portavoce del governo rwandese, “Questa decisione storica aiuterà a salvaguardare la memoria, a contrastare il negazionismo e a rafforzare gli sforzi di prevenzione del genocidio a livello globale. #NeverAgain“.

Ha espresso il suo favore anche Naphthali Ahishakiye, segretario esecutivo di Ibuka, l’associazione che rappresenta i sopravvissuti al genocidio, il quale ha detto che “Ciò renderà il genocidio commesso in Rwanda contro i Tutsi più conosciuto in tutto il mondo“.

Il memoriale di Gisozi, a Kigali, capitale del Paese, conserva i resti di circa 250.000 vittime: teschi, frammenti di ossa, vestiti strappati e immagini di cadaveri ammucchiati. Similmente, il memoriale della chiesa di Nyamata ricorda il terribile massacro di 45.000 persone in un giorno, che là avevano cercato rifugio. Una particolarità è che questi memoriali non sono rivolti solo al passato, ma sono luoghi attualmente pulsanti, perché ogni anno vi vengono sepolti ulteriori resti umani, man mano che nuove tombe vengono scoperte in tutto il Rwanda.

Tali siti oggi riconosciuti dall’UNESCO come Patrimonio dell’intera umanità, non conservano e ricordano solo resti umani, ma sono luoghi in cui vengono presentate anche prove materiali della follia omicida durata 100 giorni da parte delle forze estremiste hutu: lance, machete, mazze e armi bianche: sono testimonianze che, dice Marie Grace Mukabyagaju, sopravvissuta al genocidio, dovranno essere conservate “per sempre, o il più a lungo possibile”.

Il terzo sito, quello di Bisesero, è un memoriale costruito nel 1998 che rende omaggio ai tutsi che reagirono con lance e pietre agli estremisti hutu che si macchiarono di centinaia di assassinii sulle colline: si tratta di un “memoriale della resistenza”. A Murambi, infine, decine di migliaia di persone incoraggiate a rifugiarsi nella scuola tecnica con il pretesto di garantire la loro incolumità furono giustiziate in uno degli episodi più sanguinosi del Genocidio.

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Il 19 settembre 2023 l’UNESCO ha inscritto nel Patrimonio Mondiale il Parco Nazionale di Nyungwe, sempre in Rwanda:

Rwanda, il Parco Nazionale di Nyungwe è nel Patrimonio dell’Umanità

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