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Repubblica Democratica del Congo, sfollati e ribelli M23 avanzano su Goma
Nell’est della Repubblica Democratica del Congo continuano gli scontri tra l’esercito regolare (FARDC) e il gruppo ribelle filo-rwandese dell’M23, ormai a pochi km a nord di Goma, la popolosa capitale della provincia del Nord-Kivu. Parallelamente, migliaia di persone fuggono proprio verso quella città per sfuggire ai combattimenti.
Secondo un servizio di “TV5MONDE”, la maggior parte degli sfollati proviene da Kanyaruchinya, lungo il confine con il Rwanda, dove già erano ospitate decine di migliaia di persone scappate da altre zone a causa sia dei combattimenti degli ultimi mesi, sia per l’eruzione vulcanica del maggio 2021. Questa località è non molto distante da Kibumba, la più recente conquista dell’M23:
En RD Congo, des affrontements sont signalés entre l'armée et les rebelles du M23, à quelques km au nord de Goma. Craignant une avancée des rebelles, des milliers de déplacés, qui avaient fui les combats, ont pris la route vers Goma, le chef-lieu de la province du Nord Kivu. pic.twitter.com/zuQsM9eNYG
— Le journal Afrique TV5MONDE (@JTAtv5monde) November 15, 2022
Secondo “Medici Senza Frontiere”, il flusso di persone giunto a Goma dai campi informali di Kanyaruchinya è imponente: decine di migliaia solo negli ultimi giorni, le cui condizioni di vita erano già estremamente precarie e adesso sono ulteriormente peggiorate. Evidentemente, è necessaria una risposta urgente da parte degli operatori umanitari per soddisfare gli enormi bisogni dei fuggitivi e, infatti, la sezione congolese dell’UNICEF ha fatto sapere che ogni giorno vengono consegnati circa 100 metri cubi di acqua potabile alle famiglie scappate dalle località dell’area di Nyiragongo:
UNICEF and its partners are providing life-saving assistance to families displaced by violence in eastern DR Congo. About 100 cubic meters of drinking water are delivered daily to families in #Kanyaruchinya and the surrounding areas in Nyiragongo. pic.twitter.com/HYpJcGi9HH
— UNICEF en RDC (@UNICEFDRC) November 17, 2022
Vengono costruiti rapidamente migliaia di rifugi con rami e foglie di eucalipto raccolte nella foresta circostante, il tutto mentre piove quasi tutti i giorni. Come attestano diverse testimonianze, le famiglie hanno portato con sé solo lo stretto necessario per la fuga, per cui hanno bisogno di assistenza sanitaria, riparo, cibo, acqua, servizi igienici.
Suite aux affrontements fin octobre entre le M23 & les FARDC, des dizaines de milliers de personnes se sont réfugiées aux portes de #Goma, sous la pluie, dans des abris construits à la hâte. 🔴Leur fournir un abri décent est une priorité➡️ https://t.co/ox22vd1RBT Thread⤵️⤵️
— MSF RDC (@MSFcongo) November 8, 2022
Secondo le autorità provinciali, al 3 novembre almeno 74.000 persone, cioè 14.936 famiglie, avevano bisogno di assistenza alla periferia di Goma a seguito degli ultimi sfollamenti di massa. Molte famiglie si sono stabilite dove possono, comprese le scuole, per cui in questo periodo si registrano convivenze improvvisate tra studenti e sfollati:
#RDC :"Plus de 74.000 personnes sont confrontées à des besoins vitaux dans les sites répartis à partir de la localité de Kibati, Kanyaruchinya, Munigi, dans le territoire de #Nyiragongo, ainsi que la partie Nord de #Goma", a rapporté ce jeudi la protection civile/Nord-Kivu. pic.twitter.com/DV24NEEN9f
— acpcongo.com (@acprdc_Officiel) November 3, 2022
I periodici scontri tra le FARDC e l’M23 avevano causato la fuga di almeno 186.000 persone dalle loro case, dalla fine di marzo, ma dalla fine di ottobre, con la ripresa virulenta dei combattimenti, bisogna aggiungere a quel numero altre decine di migliaia.
Secondo la stampa che sostiene i ribelli, a Kibumba i guerriglieri dell’M23 sarebbero stati accolti con giubilo dalla popolazione, considerati dei liberatori e non dei terroristi:
A kibumba, ils ont accueillit leurs libérateurs avec des bidons du Lait. Cher @PatrickMuyaya Les M23 ne sont pas des terroristes mais des libérateurs. Les terroristes sont les Fardc, Maimai et FDLR pic.twitter.com/lc8kCEsz5U
— Goma24 (@goma24news) November 16, 2022
In effetti, la loro avanzata continua e, da alcuni filmati non verificati, le truppe dell’esercito regolare starebbero lasciando anche le postazioni più a ridosso di Goma, letteralmente sulla colata lavica del vulcano Nyiragongo:
FLASH. Petit clip démontrant la FUITE des éléments de la 21eme brigade FARDC vers les larves de volcans ainsi dégarnissant la ceinture de GOMA. Bendele Ekweya. pic.twitter.com/ktjG8n4Ry5
— Sharangabo (@rufagari) November 17, 2022
Nonostante l’impiego di caccia militari, di nuovi volontari e di compagini straniere, le FARDC non riescono a contrastare i ribelli o, addirittura, a farli retrocedere. Il 16 novembre è giunto nella zona un ulteriore rinforzo, quello rappresentato da un secondo contingente di soldati kenioti di una sessantina di uomini, nell’ambito dell’operazione internazionale promossa dall’EAC, e con il compito di proteggere innanzitutto la città e l’aeroporto:
#RDC #Goma le deuxième contingent de soldats kényans d’une une soixantaine d'hommes de la force #Eac au Nord Kivu a atterri hier à Goma. La troop en premier va protéger la ville et l'aéroport a déclaré le général kényan Jeff Nyagah.
© Ley Uwera pic.twitter.com/VGtTyCOfVG
— Ley Uwera (@Ley_Uwera) November 17, 2022
Il governo congolese ha ricevuto il sostegno della Francia, il cui presidente, Emmanuel Macron, parlando con il suo omologo del Kenya, William Ruto, ha accolto con favore il dispiegamento delle truppe internazionali dell’Africa orientale, al fine di “svolgere un ruolo di interposizione, porre fine ai combattimenti e avviare un ritiro dell’M23” e assicurando che “la Francia, insieme ai suoi partner, sosterrà la prosecuzione di questi sforzi”.
Con difficoltà, anche la diplomazia continua il suo impegno. Dopo il tour del presidente dell’Angola, João Lourenço, che lo scorso fine settimana ha visitato prima Kigali e poi Kinshasa, anche l’ex-presidente del Kenya, Uhuru Kenyatta, indicato come mediatore in questo conflitto dalla Comunità dell’Africa orientale (EAC), ha visitato la capitale congolese e ha espresso le sue preoccupazioni per il deterioramento della situazione. Kenyatta, inoltre, ha visitato anche Goma, sottolineando che dopo gli incontri diplomatici a Nairobi, nella primavera scorsa, le forze combattenti non hanno cambiato posizione o atteggiamento, per cui l’attuale crisi umanitaria è il risultato del mancato rispetto di quegli accordi, presi davanti a tutti i Capi di Stato dell’EAC.
Soprattutto nel versante della RDC sembra esserci ancora molta confusione sui ruoli e sulle strategie da intraprendere: il governo congolese vorrebbe impiegare i militari della compagine internazionale dell’EAC in veste offensiva contro i ribelli dell’M23, mentre il comandante del contingente straniero, il generale Jeff Nyagah, ha ribadito in una conferenza stampa che la priorità della sua missione è il processo politico-diplomatico, per cui l’uso della forza è riservato alla difesa della città di Goma e, comunque, solo in casi di estremo pericolo:
"Priorité d'abord aux processus politique et diplomatiques de #Luanda et #Nairobi. Suivra le désarmement et la démobilisation des groupes armés, pas uniquement le #M23. Au cas de l'échec de ces schémas, nous ferons appel à la force": GenMaj Jeff Nyagah, cdt EAC Force à #Goma pic.twitter.com/xYJcROYzdo
— 𝐅𝐢𝐬𝐭𝐨𝐧 𝐌𝐚𝐡𝐚𝐦𝐛𝐚 𝐖𝐚 𝐁𝐢𝐨𝐧𝐝𝐢 (@FMLarousse) November 16, 2022
Infine, va segnalata l’espulsione “manu militari” dalla RDC della giornalista francese Sonia Rolley, ex collaboratrice di Radio France International e attualmente corrispondente dell’agenzia di stampa Reuters:
🇨🇩La journaliste française @soniarolley a été expulsée manu militari sans aucun motif de la #RDC. Après une longue collaboration avec #RFI, elle travaillait pour l'agence de presse #Reuters.
🎧 Précisions @fmazet #RFImatin 👇 pic.twitter.com/nGQAi9cE3s— RFI Afrique (@RFIAfrique) November 9, 2022
Rolley è molto esperta dell’intera area dei Grandi Laghi africani e, improvvisamente, martedì 8 novembre ha dovuto lasciare il Paese senza che le venisse dato alcun motivo formale, se non un generico “per le sue attività precedenti”. Convocata dalla DGM, la Direzione Generale delle Migrazioni di Kinshasa, quella mattina le è stato confiscato il passaporto, prima di essere accompagnata all’aeroporto e, senza nemmeno poter recuperare i suoi averi, venire imbarcata su un volo per Parigi via Addis Abeba.
Insomma, un episodio che decisamente non volge a favore del governo congolese, anzi.