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Rwanda, caccia congolese viola spazio aereo rwandese e viene colpito da un razzo

Nel pomeriggio di martedì 24 gennaio, intorno alle ore 17, un caccia Sukhoi-25 delle FARDC (Forze Armate della Repubblica Democratica del Congo) ha violato lo spazio aereo del Rwanda, il quale ha risposto lanciando un missile o un razzo, le cui schegge hanno danneggiato il velivolo, poi atterrato dopo qualche istante all’aeroporto di Goma, capitale della provincia congolese del Nord Kivu.

In un comunicato, il governo del Rwanda ha scritto che lo sconfinamento dell’aereo congolese ha richiesto una risposta militare e che “la RDC deve fermare questa aggressione”:

Dal canto suo, il governo della Repubblica Democratica del Congo ha negato la violazione dello spazio aereo rwandese da parte del proprio caccia e ha deplorato il colpo lanciato verso il velivolo, accusando il vicino di aver compiuto “un atto di guerra”:

Dai filmati presenti online non è chiaro se il Sukhoi-25 abbia sorvolato il Rwanda (probabilmente solo in una piccola porzione del lago Kivu) e se il razzo lo abbia colpito in territorio congolese, ma senza abbatterlo e causandogli dei lievi danni:

La vicenda è delicata, dal momento che l’aeroporto internazionale di Goma è fisicamente a qualche chilometro dal confine con il Rwanda, al di là del quale sorge la città di Gisenyi, formando un unico agglomerato urbano che travalica la frontiera dei due stati. È dunque verosimile che l’aereo congolese abbia sorvolato lo spazio aereo rwandese, mentre era in fase di atterraggio, così come è possibile che il colpo rwandese sia esploso nello spazio del vicino, ma al momento non vi sono particolari prove per ambo i fronti.

Confine tra RDCongo e Rwanda e tra Goma e Gisenyi
Confine tra RDCongo e Rwanda e tra le città di Goma e Gisenyi

Gli aerei da combattimento Sukhoï-25 (Su-25) in dotazione alle FARDC sono due e sono impiegati nell’est congolese dallo scorso novembre. Questo tipo di velivolo è di fabbricazione sovietica nei tardi anni Settanta ed è entrato in servizio nelle forze armate sovietiche nel 1981. Dall’inizio del loro impiego per contrastare vari gruppi ribelli, in particolare l’M23, i due aerei hanno violato lo spazio aereo rwandese in almeno altre due occasioni: il 7 novembre, quando uno di loro è addirittura atterrato brevemente all’aeroporto di Rubavu, in Rwanda, e il 28 dicembre, quando un caccia ha sorvolato la parte rwandese del lago Kivu, prima di rientrare in Congo. In entrambi i casi il Rwanda ha emesso dei comunicati per denunciare le violazioni, che ha definito delle “provocazioni”, mentre nel caso di ieri, 24 gennaio, la reazione è stata anche militare con il lancio di un razzo, le cui schegge prodotte dall’esplosione hanno danneggiato il lato destro dell’aereo congolese:

Aeroporto di Goma: il caccia congolese colpito dal razzo rwandese
Aeroporto di Goma: il caccia congolese colpito dal razzo rwandese

L’escalation da “violazioni” a “provocazioni” e da “aggressioni” ad “atti di guerra” non si ferma e nessuna delle parti in causa sembra rendersi conto che il piano inclinato è ormai sempre più difficile da rimettere in equilibrio. Solo due giorni fa, il governo congolese ha fatto sapere di non voler incontrare la delegazione rwandese in una riunione a Doha, in Qatar: il rischio di un conflitto tra stati è dunque sempre più grande e andrebbe scongiurato quanto prima ridando centralità alla diplomazia e ai tavoli di concertazione.

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