All’indomani del secondo vertice straordinario dell’Ecowas/Cedeao in merito alla crisi scoppiata in Niger per il colpo di stato del 26 luglio scorso, l’Unione Africana ha espresso “profonda preoccupazione per il deterioramento delle condizioni di detenzione del presidente nigerino Mohamed Bazoum“, ma anche “forte sostegno alle decisioni della Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale sul cambiamento anticostituzionale” avvenuto nel Paese del Sahel.
Lo ha dichiarato ad Addis Abeba il Presidente della Commissione dell’Unione Africana, Moussa Faki Mahamat, il quale “contesta le autorità militari sull’urgenza di fermare l’escalation con l’organizzazione regionale, la sfiducia nei suoi confronti e la prosecuzione del sequestro del presidente in condizioni che si deteriorano in modo preoccupante“.
Communiqué de soutien du Président de la commission de l’Union africaine @AUC_MoussaFaki aux décisions de la #CEDEAO du 10 Août 2023 sur le #Nigerhttps://t.co/xnh0YuCljX pic.twitter.com/nAPQtNqEk7
— African Union (@_AfricanUnion) August 11, 2023
Su tali presupposti, Moussa Faki Mahamat chiede l’immediato rilascio del Presidente nigerino Bazoum, di tutti i membri della sua famiglia e del suo governo “che sono illegalmente sequestrati in violazione della legge nigerina e di tutti i principi fondanti dell’UA e dell’ECOWAS“.
Similmente, anche alcuni singoli Stati africani hanno affermato la loro avversione ai golpisti in Niger. È il caso, ad esempio, del Kenya, il cui Presidente William Rito ha ribadito il sostegno alle decisioni dell’Ecowas, ossia verso “gli interventi messi in atto per assicurarci di evitare, resistere allo scivolamento nelle dittature militari e nella rimozione incostituzionale dei governi“.
"In Niger, our collective position is that we support ECOWAS and the interventions put in place to make sure we avoid, resist the slide into military dictatorships and unconstitutional removal of governments. Africa is a democratic continent."
~🇰🇪Kenya's President @WilliamsRuto pic.twitter.com/Sa6C0tRgKl
— Kennedy Wandera (@KennedyWandera_) August 11, 2023
Anche l’Unione Europea, attraverso Josep Borrell, ha fatto sapere di essere “profondamente inquieta di fronte al deterioramento delle condizioni di detenzione del presidente Bazoum e della sua famiglia, che secondo le ultime informazioni, sarebbero privi del nutrimento necessario, di elettricità e di cure“.
🔴 Niger
« L’UE dit sa profonde inquiétude face à la détérioration des conditions de détention du Président Bazoum et de sa famille qui, selon les dernières informations, seraient privés de nourriture, d’électricité et de soins depuis plusieurs jours » (Josep Borrell)
— François Beaudonnet (@BeaudonnetTV) August 11, 2023
Nel frattempo, a Niamey, davanti alla base del contingente militare francese in Niger, ieri si sono riuniti migliaia di manifestanti, protestando contro anni di intervento militare del Paese europeo nella nazione dell’Africa occidentale.
Tensioni, però, si registrano anche in Mali e Burkina Faso, due dei Paesi alleati dei golpisti nigerini, dove ieri la tensione si è alzata in maniera preoccupante.
Nel Burkina Faso le autorità hanno sospeso fino al nuovo ordine la radio privata Omega, con l’accusa di aver dato la parola a un ospite che si augurava il ritorno del presidente Bazoum in Niger:
🇧🇫#BurkinaFaso Les autorités ont suspendu jusqu'à nouvel ordre la radio privée #Omega.
►Elles reprochent au média d'avoir donné la parole à un invité qui plaidait pour le retour de Mohamed #Bazoum au #Niger.
►Une décision immédiatement dénoncée par @RSF_inter. Réaction de… pic.twitter.com/Knpm7JBMkE— RFI Afrique (@RFIAfrique) August 11, 2023
In Mali, invece, il governo ha sospeso l’autorizzazione alla compagnia Air France, che d’altra parte già la settimana scorsa aveva autonomamente chiuso le sue tratte verso quel Paese. Soprattutto, però, in serata sono arrivate notizie più inquietanti di scontri tra l’esercito maliano, supportato dal gruppo mercenario russo Wagner, e i ribelli locali del CMA (“Coordination des mouvements de l’Azawad”), poco fuori della città di Ber. Il peggio sarebbe stato evitato unicamente grazie ad una improvvisa tempesta di sabbia che ha fatto ritirare le due parti.
Depuis deux heures, l’armée malienne et la CMA s’affrontent à l’extérieur de la ville de Ber. #Wagner en tête de colonne appuyé par un hélicoptère et un SU25 des FAMA. Une tempête de sable aurait forcé un repli. L’accord de paix n’a jamais été aussi menacé au #Mali.
— Matteo Maillard (@matteomaillard) August 11, 2023
La situazione del Mali è particolarmente preoccupante perché vanno moltiplicandosi le tensioni politiche e militari tra la giunta golfista al potere e il CMA, il quale ha fatto sapere che ha ritirato la propria delegazione presente a Bamako, capitale del Paese, per ragioni di sicurezza. Si tratta di un momento particolarmente delicato che potrebbe far scivolare verso una situazione di guerra simile a quella del 2012, quando un governo militare ha combattuto contro gli insorti Tuareg.