vai al contenuto principale

Mouhamed Ali Ndiaye, una vita da campione: dalla clandestinità ai tetti del mondo

Non basta avere dei sogni o sapere cosa si desidera. Bisogna piuttosto avere la determinazione e il coraggio, passo dopo passo, di dar loro una forma.

Dietro ogni successo si nascondono sforzi di gran lunga maggiori fatti di sofferenze, paure e rinunce.  Chi è capace di far propria questa cultura sarà di certo colui che trasformerà drammi e sventure in opportunità, vivendo sulla cresta dell’onda. È il caso di Mouhamed Ali Ndiaye, primo senegalese campione di boxe in Italia, che oggi continua a raccontare la sua storia tra fondazioni e centri culturali, palestre e scuole, tra giovani italiani e connazionali senegalesi.

Un uomo dal cuore grande che, dopo aver conquistato il titolo di campione nazionale di pugilato e aver avuto una brillante carriera, si sposta dal ring al sociale e diventa Ambasciatore di buona volontà per i disabili dell’Africa dell’ovest.

Con l’amica e scrittrice Rita Coruzzi, Ali ha iniziato ormai tempo fa a presentare la sua biografia raccontata nel loro libro “Mi chiamo Mouhamed Ali”. Pagine di sfide con gli altri e con se stessi per realizzare il proprio sogno; pagine che trasmettono la passione, la determinazione ma anche una grande sofferenza per quel bambino, Mouhamed Ali Ndiaye, nato in Senegal da un padre pugile che vive nel mito di Mouhamed Ali e che sogna per il figlio un futuro importante. Dal Senegal alla Francia e dalla Francia in Italia, da venditore ambulante a toccare i tetti del mondo, conquistando il titolo di campione italiano.

Il libro scritto con l’autrice Rita Coruzzi è una fotografia della vita di Ali, tra Senegal e Italia, alla ricerca di uno spazio dove poter dar voce al suo sogno e oggi la sua storia, definita da molti fiabesca, è uno strumento potente e una lettura stimolante per ricordarsi dell’importanza di sognare e di non mollare mai. Ali e la sua storia sono una testimonianza delle difficoltà dei tanti cittadini stranieri che, portatori di sogni e speranza, arrivano in un Paese senza spesso conoscerne la lingua, privati di opportunità perché  alla continua ricerca di un permesso di soggiorno, una casa e un lavoro.

Il libro è infatti un’occasione per puntare i riflettori anche su tematiche sempre più attuali: documentazione e ricerca di un’identità per cittadini migranti; rischio di clandestinità e la paura di sentirsi perennemente in terra straniera; discriminazione e lotta continua per trovare il proprio posto nel mondo.

E in questo le parole di dedica che Ali rivolge ai tanti senegalesi nel suo libro, risuonano fortissime:  “A tutti i senegalesi che sono venuti in Italia incontrando grandissimi ostacoli, che hanno portato alcuni di loro alla morte, o per mare o sulla terraferma, e che hanno speso la loro vita nel sogno di averne una migliore. Possa il loro sacrificio non essere vano”.

 

Prossimi appuntamenti:

  • 17 maggio 2023 a Lecco dentro L’Istituto Superiore Statale di Bertacchi , lettura di estratti dal libro ” Mi Chiamo Mouhamed Ali”
  • Lo sport per battere gli stereotipi #nonserveuncampione

https://www.amref.it/partecipa/scuole/progetti-educativi/battere-stereotipi/

 

Potete acquistare il libro Mi chiamo Mouhamed Ali qui: https://www.amazon.it/chiamo-Mouhamed-Ali-Rita-Coruzzi/dp/8856669536

Torna su