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Missio today….the day after. Cosa resta del Festival della missione

Cosa resta dopo il Festival della missione di Milano per me?

Mi restano i volti dei tanti partecipanti, la loro allegri, le foto insieme, i selfie, qualche storia colto al volo, i loro inviti a raggiungerli in missione nei quattro angoli del mondo. Molti evidentemente sapevano più di me della vita in missione, ma sono stati pazienti e silenziosi ad ascoltare limitandosi ad annuire ed applaudire!

Dei relatori l’intensità delle loro parole, la loro  cultura e padronanza degli argomenti; non favole, ma esperienze di vita vissuta. Chapeau!

Degli organizzatori porto con me la loro l’accoglienza  travolgente, tutto fatto con estrema cura ed attenzione anche per i più piccoli come mio figlio che mi ha accompagnato. Sabato in modo particolare è stata una giornata dedicata ai piccoli; tanti bambini quanta gioia! Chissà se in futuro si ritroveranno da qualche parte nel mondo!

E’ il caso di dire che le vie del Signore sono infinite infatti ho incontrato degli amici di un anziano missionario, padre Fernando; ha vissuto in Congo per molti anni proprio a pochi Km da dove sono nata. Rientrato in Italia da tempo, sapevo che si era ammalato poi non avevo più notizie da anni ormai. Credevo fosse morto. Per caso, parlando con i tanti partecipanti, ho incontrato dei suoi amici con-fratelli e con-sorelle; abbiamo fatto foto; li abbiamo inviati. Avrei voluto vedere il suo volto quando ha ricevuto le foto!! Mi hanno poi riferito che Padre Fernando ha esclamato che sono cresciuta…ci credo sono passati quasi 30 anni!!

Quindi mi viene da dire subito grazie. Un grazie grande perché mi hanno dato la possibilità di parlare a tante persone dei temi che mi sono nel cuore insieme a relatori di altissimo valore umano e professionale. Ho potuto ricordare la terribile guerra che colpisce la Repubblica Democratica del Congo da anni; delle innumerevoli sofferenze che causa tale situazione. Ho potuto ricordare le criticità del sistema sanitario già precario poi messo in ginocchio dall’instabilità permanente che impedisce di studiare, di coltivare, di lavorare, di costruire un futuro dignitoso. Ho potuto parlare della comunità civile locale, soprattutto donne che con le loro associazioni ed impegno aiutano i missionari a rendere più incisivo il loro mandato. Una parola per gli amici che non ci sono più e non possono più sperare di avere pace e giustizia.

Poi tanta allegria ricordando quei momenti di vita in missione. Il primo parto visto e la scelta di diventare ginecologa; di occuparmi della salute e del benessere delle donne. La scelta di restituire qualcosa dei tanti doni ricevuti. Ai ragazzi, ma soprattutto alle ragazze africane dico: studiate, studiate e diventate protagoniste del vostro futuro.

Per me la missione continua ogni giorno nel mio lavoro e nella mia vita.

Non mi sono dimenticata dei miei amici missionari. Invito tutti ad andarli a trovare; anche quando si è in vacanza non bisogna dimenticare di passare a salutare i nostri missionari. Loro hanno bisogno della nostra amicizia, del nostro affetto, della nostra presenza per svolgere pienamente il loro missione.

Cosa resta…la voglia di partire e la speranza di  accogliere presto il Santo Padre Francesco in Congo.

Buona vita

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