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Migranti, monsignor Roberto Pinna: «L’aiuto dei migranti è funzione pastorale»

«Migranti.. La Chiesa, seguendo le orme e le parole di Cristo Gesù, dovrebbe, oltre ogni pregiudizio, svolgere la sua funzione pastorale in favore ed aiuto dei migranti , oltre ogni religione professata, oltre ogni considerazione legata ad alcune situazioni nelle quali alcuni di loro sono stati protagonisti di atti contrari alla legge. Non spetta a noi sacerdoti, ne tantomeno entrare in considerazioni politiche/partitiche, ergerci a giudici, anche perché non conosciamo per ognuno di loro il loro escursus di vita. Noi sacerdoti abbiamo il dovere di accogliere, aiutare, benedire ogni fratello e sorella. Le questioni politiche le lasciamo a chi è chiamato a svolgere questa funzione; non possiamo tollerare ogni atto, frase, iniziativa volte a riproporre idee razziste e divisive. La Vera cavalleria è rispettosa dei valori evangelici, forte dell’amore che il Cristo ci ha Donato. La politica dovrebbe essere bandita da ogni consesso cavalleresco e spirituale».
È quanto scrive sul suo profilo Facebook monsignor Roberto Pinna, Corepiscopo Decanato della Sardegna della Chiesa Ortodossa Italiana.
Migranti in Italia e morti in mare, due argomenti che spesso fanno discutere e che dividono gli italiani.
Ne abbiamo parlato con monsignor Pinna.
Monsignore, colpisce il post che lei ha pubblicato su Facebook a proposito dei migranti. Cosa direbbe ai politici col Vangelo che favoriscono in qualche modo la cultura dell’odio spacciandola per il bene del popolo?

«Con le parole di Cristo Gesù direi: Vangelo Mt 25, 31-46: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Ogni uomo è nostro fratello, e al momento del giudizio dovremo rendere conto anche di tutto il bene che avremmo potuto fare e che non abbiamo fatto, delle nostre omissioni… Mai politici hanno una responsabilità più grande perché , in alcuni casi hanno “contaminato” con parole di odio e razzismo i cuori di milioni di persone. Chiederei, in particolare a chi sbandiera le sue radici Cristiane, se è veramente etico, morale e cristiano, utilizzare campagne xenofobe per rastrellare qualche voto».

Ciò che fa presa da sempre in queste situazioni è la paura del “diverso”. Paura di perdere posti di lavoro per i migranti, paura della sostituzione etnica, paura di sostituire la fede cristiana con quella islamica… Perché secondo lei la paura ha tutto questo potere sulle persone?

«La paura nasce dalla non conoscenza, dalla ignoranza di una gran parte della popolazione; a scuola non si studia più e bene l’educazione civica, e la storia viene vista solo come un’insieme di nozioni che fanno cultura. La sociologia e l’antropologia sono poco conosciute, se non dagli addetti ai lavori, e poco valorizzate. Si va avanti per slogan».

La notte tra il 25 e il 26 febbraio di quest’anno è tristemente ricordata per il Naufragio di Cutro, in Calabria, dove persero la vita più di 80 persone. Da uomo di Fede, qual’è il suo pensiero nei confronti di questo tragico avvenimento, soprattutto per quanto riguarda le polemiche che ne sono scaturite in merito ai soccorsi e alle frasi del Ministro Piantedosi?

«Questa frase: “La disperazione non può mai giustificare viaggi pericolosi”, se devo essere chiaro e sincero, fanno montare in me una grande rabbia, perché sono affermazioni inaccettabili. Nessuno di noi può dire di un altro fratello cosa potrebbe fare in preda alla disperazione, non possiamo sindacare e giudicare. I politici, con umiltà, dovrebbero avere il coraggio di chiedere scusa, anche per affermazioni non ponderate».

Il verdetto del Vangelo Marco 9:37 recita: “Chiunque riceve uno di tali piccoli fanciulli nel nome mio, riceve me; e chiunque riceve me, non riceve me, ma colui che mi ha mandato”. Come Chiesa Ortodossa Italiana in quale modo vi state attivando in Sardegna e nel resto d’Italia per quanto riguarda l’accoglienza?

«Con la confraternita del Buon Samaritano, ma anche con altre associazioni vicine alla nostra chiesa, ci stiamo attivando per dare il nostro contributo, che non può essere solo materiale; cito un solo fatto: un nostro monaco e diacono Ortodosso, Padre Elia, svolge la sua missione di evangelizzazione fra i senzatetto della Stazione di Roma. Abbiamo anche la missione di Padre Madoglio in Brasile, e siamo impegnati nella raccolta di fondi per garantire i pasti e l’assistenza a centinaia di fratelli e sorelle».

Prima di salutarla, cosa direbbe alle persone vittime del lavaggio del cervello politico e mediatico con cui abbiamo a che fare ogni giorno? Mi riferisco a frasi del tipo: gli italiani non fanno figli perché devono mantenere quelli degli stranieri, aiutiamoli a casa loro, la sinistra ci guadagna col traffico di esseri umani…etc.

«Leggete il Santo vangelo.. questi concetti non sono presenti in esso. Gesù Cristo ci ha lasciato il comandamento dell”Amore, basterebbe coniugare ogni giorno questo comandamento. Sant’Agostino diceva: “Ama e fai ciò che vuoi”. Se amiamo, come Cristo ha amato noi, sino a morire sulla croce per la nostra redenzione, non possiamo errare. Ultimo consiglio, spegnete i televisori, leggete e pregate di più. Aggiungo una cosa che mi riguarda personalmente: negli anni 79/80, dopo il diploma nautico, come ufficiale di coperta nelle petroliere ho toccato con mano le ingiustizie, la colonizzazione e lo sfruttamento dei paesi più poveri da parte dei cosiddetti Stati occidentali e democratici. In Nigeria, dove la popolazione viveva nell’indigenza, le multinazionali petroliere sfruttavano le risorse naturali di quel paese. E il colonialismo non è finito. Da studioso del Diritto della navigazione posso affermare che: il codice della navigazione prevede, all’art. 489: “L’assistenza a nave o ad aeromobile in mare o in acque interne, i quali siano in pericolo di perdersi, è obbligatoria, quanto possibile senza grave rischio della nave soccorritrice, del suo equipaggio e dei suoi passeggeri”. I soccorsi sono obbligatori, oltre che per un dovere morale, etico e religioso. Certo ci sono “gli scafisti” e chi lucra sulla disperazione di questi popoli, ma il nostro dovere è quello di aiutare i più deboli; sino a che esisteranno disparità e vecchi e nuovi colonialismi, il problema non troverà soluzione».

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