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Le pallavoliste Paola Egonu, Miriam Sylla e l’Italia dal volto multietnico che è già qui

Se c’è una vicenda, umana e sportiva, che apre il cuore è quella di due campionesse della pallavolo: Paola Egonu da Cittadella (Padova) e Miriam Sylla da Palermo. Apre il cuore perché si tratta di due potenti schiacciate contro il razzismo, la violenza, le discriminazioni di genere e tutta la feccia che appesta la nostra società.
Paola e Miriam sono due fuoriclasse, due fari della Nazionale che si è fatta valere ai Mondiali in Giappone, arrendendosi unicamente al cospetto di un’inarrivabile Serbia, e che fra qualche mese, a Tokyo, ci regalerà altre importanti soddisfazioni.
Paola e Miriam sono due italiane di seconda generazione, cantano il nostro inno, mangiano il nostro cibo e amano l’Italia quanto e più di noi, ed è meraviglioso che attraverso lo sport abbiano donato alle rispettive famiglie la gioia e la serenità economica che mai avevano conosciuto in precedenza.
Lo sport come asensore sociale, dunque, uno dei pochi ambiti in cui conta unicamente il merito e la capacità di giocare con gli altri e contro avversari che, al termine della partita, tornano a essere amici.
Lo sport come esempio di integrazione, anche se giustamente Miriam contesta questo concetto, dato che è italiana e si sente italiana quanto e più di me, e non ritiene di doversi integrare essendo, per fortuna, una mia connazionale.
Lo sport che prende le distanze dall’odio, dalla ferocia, dall’ingiustizia e dal rancore dilaganti.
Lo sport che i racconta ancora una volta, quanto l’Africa che abbiamo contribuito attivamente a martoriare sia ancora incredibilmente innamorata di noi e desiderosa di mescolarsi a noi rendendoci migliori.
Due afro-italiane, Paola e Miriam, originarie rispettivamente della Nigeria e della Costa d’Avorio, che ci hanno regalato un altro modo di intendere la vita e la pallavolo.
Del resto, una società multirazziale e multietnica ha il valore aggiunto di farti volare a migliaia di chilometri di distanza con uno sguardo, di portarti a contatto con mondi che non avresti mai immaginato e di farti comprendere ogni giorno la bellezza della diversità.
Paola e Miriam, prima ancora di essere due campionesse, sono state le nostre amiche, le nostre compagne di scuola e di giochi e me le immagino in palestra, durante l’ora di educazione fisica, già bravissime e contese perché quel talento si può educare ma non può che essere spontaneo per giungere a livelli tanto notevoli.
La società che sta sbocciando sotto i nostri occhi, piaccia o meno ai sovranisti di ogni ordine e grado, è questa qui ed è bellissima. E nessuno, neanche impegnandosi con tutte le forze, potrà mai rovinarla, per il semplice motivo che saranno quei compagni di scuola e di giochi a impedirglielo, anche quando si tratterà di ragazze e ragazzi meno famosi di Paola e Miriam ma non per questo meno importanti per il nostro futuro.

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