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Focus on Africa - Notizie e Analisi Africa

Lampedusa, 3 ottobre: 10 anni di vergogna, di ipocrisia, di responsabilità

Dieci anni fa l’Italia sperimentava l’orrore e  la vergogna per la prima grande ‘tragedia del mare’ sulle nostre coste.
Nel naufragio del 3 ottobre del 2013 al largo di Lampedusa, considerato una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dall’inizio del XXI secolo, morirono 368 migranti, per la maggior parte eritrei ed etiopi.
Da allora si celebra la “Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione”.
Eppure queste stragi non si sono mai arrestate: da quel 3 ottobre sono quasi 30 mila mila gli uomini, le donne e i bambini lasciati morire nelle acque del Mediterraneo, per non parlare delle persone respinte in Libia e portate nei lager, dal 2017 con l’ausilio della cosiddetta guardia costiera libica.
E dunque, in dieci anni cosa è cambiato?Le immagini delle bare, una accanto all’altra, tante bianche e minuscole, nell’hangar dell’aeroporto militare, è ancora nitida nella nostra memoria.
Imperitura memoria perché dimenticare è impossibile.
L’Italia reagì a quella tragedia creando l’operazione “Mare nostrum”, che ha salvato tante vite. In un solo anno oltre 170.000.
Ma nell’ottobre del 2014 la missione è stata sospesa perché l’Europa non ha voluto farsene carico. Non ha voluto considerare il Mediterraneo un mare “anche” europeo.
Nacque così Triton, una missione diretta più a monitorare e scoraggiare l’arrivo dei migranti piuttosto che a portare soccorso.
Da allora altre 270.000 naufraghi sono stati recuperati da navi italiane e di altri stati europei ma soprattutto da imbarcazioni private e di organizzazioni non governative, come Medici senza frontiere.
Poi è iniziata la politica del contrasto alle ong alle quali si è tentato di continuare a salvare vite.
Molti, troppi, sono ancora i morti che si arenano sulle nostre spiagge o che finiscono in fondo al mare con le carrette su cui si imbarcano sperando in un viaggio della speranza che quasi mai termina in un porto sicuro.

Negli ultimi dieci anni sono state decina di migliaia le vittime dei naufragi, trasmormando il Mediterraneo in un macabro cimitero.

Oggi è la giornata della memoria dei migranti vittime del mare, ma non del diritto di migrare sicuri.

Meno di 24 ore fa si è consumato lungo le coste libiche l’ennesimo naufragio con decine di morti, nell’indifferenza di molti di quelli che oggi celebrano questa giornata.

Dieci anni a perdere la vita a Lampedusa furono in 368. Da allora la conta dei morti non si è mai fermata. Per il cinismo dell’Europa che ogni giorno volta le spalle a migliaia di persone che rischiano la vita viaggiando in condizioni disumane e senza alcuna basilare misura di sicurezza.

Esseri umani pronti a morire perché non hanno altra scelta.

Di questo dobbiamo essere tutti consapevoli.

E farci i conti.

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