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Ingannate, mortificate, maltrattate: storie di giovani africane per ribadire “basta donne schiave”

Ingannate. Illuse. Maltrattate. Mortificate. Calpestate nella dignità.Soggiogate. Schiavizzate.
Lasciate. Anche di giorno. Spudoramente. Su strada. In alcuni angoli di paesi e città. Nelle periferie, nel cuore delle city,

lungo il mare, dietro le colline, intorno allo stadio. Sotto il sole di luglio, al freddo pungente di febbraio,

sotto le piogge di marzo, all’imbrunire e a tutte ore della notte. Di domenica mattina, di giovedì, di sabato e d’altri giorni di tutti i mesi.

Con sole, stelle e luna. Una dietro l’altra. Si mostrano. Donne di colore nei colori accesi del trucco. Nei toni arditi dei gesti.

Sotto vesti di moda abbozzata. Cortissime gonne infilate a fil di intimo. Gambe lunghe di pelle scura e cosce corte.

Nerissimi capelli crespi. Ondulati, stirati, colorati d’enné. Pettinate quanto basta. Chignon tra le mani. Borsina al polso,

come altalena mandata su e giù, fende l’aria e dà aria. Richiama le auto in corsa. È un andamento lento di donne in lá con gli anni,

di ragazze, che ancheggiano, di automobilisti che rallentano. Uomini soli incolonnati non per vacanze nè per incidenti. Tutti guardanoattratti. Ammiccano. Nere da capogiro e mulatte un pó così e un pó sinuose. Belle. Brutte. Scialbe. Smilze. In carne. Grosse. Grasse. Il più acerbe. Poco più che bambine e ancora bambine. Passate d’etá e mature tardone anche. Tutte nel giro delle tratte d’Africa. Ingannateda laidi individui. Dai passeurs trafficanti di corpi. Adolescenti e di varie età finite sui marciapiedi del sesso. In pasto come merce. Prezzate e sistemate a seconda. Non di rado per mano delle “madam, le donne trafficanti che sondano territori e gusti delle clientele. In bella vista la merce da marciapiedi con viados, en travestí e tutto il resto. Nell’avanti e indietro del passeggiosembrano tutte uguali e sempre le stesse. Ma non è così. Si danno il cambio. All’ora del turno stabilito da chi le ha volute lí. Spudoratamente “lavorano” lí. Sotto gli occhi di tutti. Si mostrano. Offrono a pagamento sesso clandestino. Non si vendono. Si dannano. Non si danno. Per fame. Per inganno. Per ricatto. Per sopravvivere. Per contratto. Per promessa. Non conta perche lo fanno. Pochi comprendono. Nessuno capisce. Nessuno ferma la mano dei passeurs e delle madam. Nessuno squarcia le reti delle tratte. Sono lí. Vicino a tutti. Buttate. Come merce. Per attirare, battere e far soldi a nero e consegnare al padrone dell’ harem viaggiante. Di mestiere forse poco. Improvvisate. Schiave d’oggi sfruttate e ingannate. Forti di dignità, di coraggio e di fegato. Perché ci vuole fegato a far fare sesso clandestino e cuore per non farlo. Cuore pulito e igiene zero. Sono donne vere, non bambole di colore. Sono schiave per un pugno di euro nell’Italia del sogno. Prigioniere di un sogno che non sognano più. Fanno sognare maschi. Uomini meschini dal cuore nero. Uomini bugiardi, con la fede al dito, coperti di perbenismo in famiglia e in società. Fedeli uomini irreprensibili con due blister di pillole blu nel fondo tasca, occhiali da sole e carta d’identità nel vano bagagli. Nulla di nuovo. Ma …abbiate rispetto di queste donne come se fosse ognuna la propria…compagna, figlia, sorella, madre. Liberate le schiave africanecostrette a far sesso clandestino. Spudoratamente protette e umiliateda laidi

individui. Basta ragazze schiave sulle strade delle nostre città ha detto Sua Santità Papa Francesco appena qualche giorno fa a RAI3 nel corso dell’intervista rilasciata a Fabio Fazio. Tante ragazze che si vedono sulle strade non sono libere– ha ricordato il Pontefice-sono schiave dei trattanti che le mandano a lavorare e se non portano i soldi le picchiano. Cosa state a guardare?

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