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Sudan, arrestati numerosi attivisti e membri dei comitati di resistenza

Le autorità del colpo di stato del 25 ottobre in Sudan hanno ordinato campagne di arresti su larga scala che hanno portato in carcere un gran numero di attivisti ed esponenti di comitati di resistenza. Le forze di sicurezza arrestano gli attivisti facendo irruzione nelle case, non rivelando la loro identità e senza mandati di arresto il che costituisce una grave violazione dei diritti umani in Sudan. Nei giorni scorsi ignoti hanno fatto irruzione nella casa della leader dell’organizzazione  “No alla repressione delle donne”, l’ingegnere Amira. Hanno assaltato la casa a tarda notte e volevano portarla via senza abiti, con indosso la camicia da notte.
Essendo disabile aveva bisogno di aiuto per vestirsi ma gli uomini delle forze di sicurezza non hanno permesso alla sorella di aiutarla e le hanno permesso ”solo” di avvolgerla in un lenzuolo.
Secondo il rapporto dell’ong, l’autorità golpista ha arrestato anche un giovane di età inferiore ai diciotto anni con l’accusa di aver ucciso un agente di polizia durante le manifestazioni nel Paese.
L’autorità golpista ha anche aperto inchieste contro un certo numero di oppositori del colpo di stato, tra cui un ministro, un avvocato e membri del comitato per contrastare l’ex regime.

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