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In Egitto è caccia all’uomo: arrestato il terzo dirigente dell’Eipr in cinque giorni

E tre. Era nell’aria e lui stesso lo presagiva. Dopo Mohamed Basheer e Karim Ennarah, la sera del 19 novembre è stato arrestato anche Gasser Abdel-Razek, direttore generale dell’Iniziativa egiziana per i diritti della persona (Eipr), la storica e prestigiosa Ong egiziana con cui aveva collaborato Patrick Zaki prima di trasferirsi per motivi di studio a Bologna.
Lo stato repressivo egiziano è arrivato ormai al vertice dell’Eipr: Gasser ne è infatti il direttore generale. Colui che negli ultimi nove mesi, sempre con grande disponibilità, ha mantenuto i rapporti con la stampa italiana per dare notizie su Patrick e sulla situazione generale dei diritti umani in Egitto.
Mentre scrivo Gasser, preso a casa sua nel quartiere di Maadi, è sotto interrogatorio in qualche ufficio dell’Agenzia per la sicurezza nazionale. Dove, non è dato saperlo neanche ai suoi avvocati.
Con ogni probabilità, seguirà il destino di Basheer ed Ennaram: detenzione preventiva e iscrizione tra gli indagati del “caso 855/2020”, la maxi-inchiesta avviata a maggio su inesistenti reati di terrorismo con la quale la Procura suprema per la sicurezza dello stato intende ridurre al silenzio ogni forma di dissenso e di critica.
Il “caso 855/2020” coinvolge, tra gli altri, gli avvocati per i diritti umani Mohammed El-Baqer e Mahienour El-Masry e i blogger Esraa Abdel Fattah e Mohamed Ibrahim, meglio noto come Mohamed Oxygen che pochi giorni fa, mentre stava per essere rilasciato dopo 26 mesi di detenzione preventiva, è di nuovo tornato in carcere.
Ricordiamo che la persecuzione giudiziaria contro l’Eipr è scattata pochi giorni dopo un incontro avuto con 13 rappresentanti diplomatici occidentali, tra cui l’ambasciatore italiano Giampaolo Cantini. Tuttavia, palazzo Chigi e la Farnesina tacciono.
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