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Ieri e oggi, la storia della Repubblica di Gibuti

Situato nell’odierna Africa orientale, corrispondente all’ex Somalia francese, e denominata a partire dal 1896 Costa francese dei Somali, la Repubblica di Gibuti (Djibouti) è uno stato semipresidenziale posizionato nel Corno d’Africa, lungo lo stretto di Bab el-Mandeb nella parte più meridionale del Mar Rosso. Bagnato da quest’ultimo e dal Golfo di Aden, il Gibuti confina a nord con l’Eritrea, a ovest e a sud con l’Etiopia, a sud est con lo stato non riconosciuto del Somaliland, e di conseguenza anche con la Somalia. Inoltre, il Gibuti dista solo una trentina di km dallo Yemen situato nella penisola araba. Le lingue ufficiali sono il francese e l’arabo, mentre a livello locale sono molto utilizzate il somalo e l’afar. Il Gibuti è membro dell’ONU dal 20 settembre 1977. L’attuale presidente è Ismail Omar Guelleh. La moneta è il Franco Gibutiano mentre per quanto riguarda la religione, il 90% della popolazione si dichiara musulmana. Lo stato è abitato prevalentemente dall’etnia Issa a sud e dagli Afar nord, popoli già presenti sul luogo fin dalla penetrazione francese nella città di Obock nel 1859. Successivamente, nell’anno 1888, viene fondata la città portuale di Gibuti, che, unita ad Addis Abeba dalla ferrovia terminata nel 1917 diventa capitale della colonia. Al termine della seconda guerra mondiale, l’evoluzione della Somalia francese non è per nulla simile a quella della Somalia britannica e italiana, che oggi comprendono il territorio dell’attuale Somalia. Infatti i francesi, grazie soprattutto all’appoggio della minoranza etnica degli Afar, riescono, fino alla fine degli anni ’70 a mantenere rapporti coloniali nell’area, nonostante le idee nazionaliste della minoranza Issa incoraggiati dal governo somalo di Mogadiscio. Con il referendum del’ 67 viene sancito il mantenimento dello status quo, concedendo alla Francia uno statuto di autonomia interna alla zona denominato Territorio francese degli Afar e degli Issa. Dieci anni dopo, nel 1977, data la forte crescita della Lega popolare africana per l’indipendenza e della successiva vittoria elettorale del Raggruppamento popolare per il progresso (RPP), in cui era confluita la Lega, il paese ottiene l’indipendenza con il nome di Repubblica di Gibuti. Viene eletto presidente Assan Gouled Aptidon, di etnia Issa. Con Aptidon alla guida, il paese diventa membro della Lega Araba. Nel 1981 è la svolta autoritaria del paese, con un sistema politico interno a partito unico, l’RPP. Nel 1987 Aptidon viene riconfermato presidente. Nel Corno d’Africa gli viene riconosciuto un grande valore come mediatore tra Somalia ed Etiopia, e per il suo ruolo decisivo nel riuscire a mantenere buoni rapporti con gli altri stati. Nonostante tutto, il grande afflusso di profughi provenienti dai paesi confinanti lo rendono troppo dipendente dalla Francia, soprattutto a causa della base militare francese presente nel paese. Nel 1992 è la volta di una nuova costituzione e del ritorno al multipartitismo, ma le tensioni tra le etnie Issa e Afar, danno a questi ultimi l’occasione di organizzare il Fronte per la restaurazione dell’unità e della democrazia. La situazione degenera, e si assiste ad una vera e propria guerra civile, che si conclude nel 1994, quando con un accordo con il presidente Assan Gouled Aptidon, gli Afar vengono accolti nella squadra di governo. Nel 1999 le elezioni vengono vinte da Ismail Omar Guelleh, nipote di Assan Gouled Aptidon, esponente dell’RPP, che grazie ad un’ampia coalizione tra l’RRP e il FRUD, risulta vincitore anche nell’anno 2002, poi nel 2005 ed in seguito all’emendamento della costituzione, anche nel 2011. A livello internazionale, Guelleh ha mantenuto stretti rapporti con gli States, pur avendoli criticati aspramente nel 2003 per l’invasione dell’Iraq. Nell’anno 2008 la Repubblica di Gibuti è coinvolta in un conflitto con l’Eritrea di breve durata. Il presidente Guelleh viene

riconfermato anche alle successive consultazioni presidenziali del 2016 e del 2021. Ad oggi, la Repubblica di Gibuti è considerata una importante base logistica e operativa nella lotta al terrorismo islamico. Fin dal 2003, assieme alla storica presenza francese, vi stazionano anche le forze armate statunitensi. Infine, dal non troppo lontano dicembre 2011, il paese partecipa alla missione dell’Unione Africana in Somalia, ovvero l’African Union Mission in Somalia, meglio conosciuta come AMISOM.

(Nella foto il Presidente Ismail Omar Guelleh)

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